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Montagna di gioia
Articolo di tipo Articolo pubblicato nel numero di Settembre 2016 dell'Alpino
Sulle montagne di Laste c’è un’ultima malga prima del cielo. Il sentiero che la raggiunge sale gradualmente tra splendidi boschi di abete e larice, sotto lo sguardo delle cattedrali di roccia dolomitiche. Ai 1.868 metri di Col delle Casiere la montagna è in festa per l’alpino Diego Dorigo, uno degli ultimi pastori della valle, vincitore del 36º Premio fedeltà alla montagna.
Diego ci accoglie con uno di quei sorrisi aperti, che pensi sia incapace di trasformarsi in malizioso o di circostanza. Un sorriso di gioia. «Quello che vedete a Malga Laste è frutto del lavoro di tutta la famiglia, fatto con grande passione. E se si fa con passione, fai fatica, ma non ti pesa nulla», dice orgoglioso.
Nel 1989 la mamma di Diego, Silvana, con l’aiuto di uno zio, subentra ad un pastore anziano che aveva lasciato l’alpeggio. Lentamente l’attività si ingrandisce, passando da una ventina di animali agli oltre cento capi di oggi, la metà dei quali forniscono latte di ottima qualità, con il quale viene prodotto il formaggio “Laste” all’erba cipollina, il burro e altri squisiti prodotti caseari, venduti nell’agriturismo in quota, praticamente a “chilometro zero”.
Oltre a Diego in malga sono impegnati a tempo pieno suo fratello gemello Ezio, che si occupa della produzione dei formaggi, la moglie Gigliola e la figlia Jacqueline, mentre gli altri due figli più piccoli, Marina e Walter, danno una mano dopo la scuola. Il lavoro segue i ritmi della natura, sveglia all’alba e a letto presto: alle 4 e mezza si va in stalla a mungere; dopo la colazione delle 7 si portano le vacche al pascolo, si pulisce la stalla e se serve si fa fieno. Alle 18 la mungitura serale, per una produzione giornaliera che si aggira attorno ai 700 litri di latte e che diminuisce leggermente verso la fine della stagione in quota.
Il 20 settembre inizia la transumanza e gli animali vengono ricoverati per l’inverno nella stalla in valle, a Moé. I rischi e i faticosi ritmi di una vita in montagna, che non conosce sabati e domeniche, né malattie pagate, sono mitigati dalla saggezza montanara che a Diego non manca, nonostante i suoi 43 anni: «Uno dei segreti per vivere bene è che bisogna sapersi accontentare. Se vuoi sempre di più diventi insoddisfatto, se invece sei contento di quello che hai e puoi avere, vivi felice! ». Parole d’oro.
La festa per la famiglia Dorigo è stata quella di una valle, di una comunità, un orgoglio per il gruppo alpini di Laste guidato da Cassiano De Cassan e per la Sezione di Belluno del Presidente Angelo Dal Borgo, che per la quarta volta vede premiato un alpino nel suo territorio. Domenica mattina la sfilata è partita dal bel sobborgo di Sottoguda, in testa i gonfaloni dei Comuni della zona, il sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin e di Livinallongo Leandro Grones, il senatore Giovanni Piccoli e il consigliere regionale Franco Gidoni.
Il Labaro dell’Ana era scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero, dal comandante del 7º Alpini col. Diego Zamboni e da numerosi Consiglieri nazionali. Durante la cerimonia a Bosco Verde, una delle tante località di Rocca Pietore, il Presidente Favero ha consegnato a Diego il Premio fedeltà alla montagna mettendo in evidenza l’importanza della famiglia: «Diego ci ha parlato della passione che mette nel suo lavoro. È certo un forte stimolo, ma senza tua mamma, tuo fratello, tua moglie e gli splendidi figli, quella passione non avrebbe attecchito. Insieme siete riusciti a sostenervi e a fare una grande squadra. È un valore quello della famiglia che noi alpini vogliamo ribadire, sempre e con forza!».
Accanto alle autorità c’era un folto gruppo dei precedenti premiati, da Giuseppe Macagno che lo vinse nel 1982 a Giuseppe Federici che lo ha ricevuto lo scorso anno, senza dimenticare Giulio d’Aquilio di Santa Rufina che dal 1995, anno in cui fu premiato per la Fedeltà alla montagna, è sempre stato presente e non ha voluto mancare nemmeno quest’anno, nonostante il terremoto abbia colpito il territorio in cui vive.
Il ricordo delle vittime del sisma in Centro Italia ha accompagnato tutta la manifestazione. Sabato, giornata di lutto nazionale, nel corso delle cerimonie al sacrario di Pian dei Salesei e ai monumenti ai Caduti le bandiere sono state issate a mezz’asta e domenica, durante la Messa al campo, il vescovo di Belluno mons. Giuseppe Andrich ha pregato per le vittime.
Il Presidente Favero ha ribadito che l’Associazione è vicina alle popolazioni terremotate e farà la propria parte, come è accaduto in Abruzzo e in Pianura Padana. Ma la giornata in cui si celebra la Fedeltà alla montagna è un momento di gioia, quella che si leggeva sui volti della famiglia Dorigo che, terminata la cerimonia, si è persa nell’abbraccio caloroso e nei sorrisi dei compaesani.
Alla festa mancava all’appello il fratello di Diego, Ezio, perché qualcuno agli animali doveva pensare e il lavoro in quota non concede pause. In serata tutta la famiglia lo ha raggiunto, passando accanto al crocifisso in legno all’inizio del sentiero e su, al Pian della Leda, e ancora più in alto dove l’aria è leggera e le stelle più grandi.
Matteo Martin
lalpino@ana.it
12/09/2016
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