MAROSTICA Vallonara: davanti al Comando Tappa

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    Non è facile, per chi giunge a Vallonara e sosta dinanzi al ‘Comando tappa’, in un’atmosfera così tranquilla e serena, immaginare tutto il fermento di vita e di attività in questo luogo negli anni della 1ª Guerra Mondiale. Allora, questo ridente paesino, raccolto tra la cerchia delle sue verdi colline era, come tutte le località del pedemonte vicentino, immediata retrovia del fronte dell’Altopiano; in quel periodo il Comando tappa vide un andirivieni incessante di reparti in grigioverde, di salmerie, automezzi, artiglierie.

    Nella primavera del ’16, quando gli austro ungarici scatenarono sulle Prealpi Vicentine la ‘Strafexpedition’, conobbe un convulso accorrere di uomini e mezzi, prontamente inviati a contrastare la gravissima minaccia alla pianura veneta, mentre a frotte dai monti scendevano in mesto corteo con le loro povere cose i profughi dell’Altopiano. Ma Vallonara fu anche soggiorno ospitale di grandi unità che salivano ai campi di battaglia o ne ridiscendevano per il meritato riposo dopo mesi di aspri combattimenti.

    Nel 1915, all’inizio della guerra, vi sostò la brigata ‘Treviso’; nel 1916 vi furono le brigate di fanteria ‘Catanzaro’ e ‘Arno’; nel 1918 la ‘Teramo’, la ‘Lecce’ e il 3º reggimento bersaglieri. Ma la presenza più significativa fu senza dubbio quella della leggendaria Brigata ‘Sassari’, accantonata nel maggio 1917 a Vallonara e Marostica (151º Rgt.) e a San Michele e Bassano (152º Rgt.). Di essa abbiamo preziose testimonianze in varie opere di ufficiali della ‘Sassari’, quali Leonardo Motzo ( Gli intrepidi sardi della Brigata Sassari’), Alfredo Graziani ‘Scopa’ (‘Fanterie Sarde all’ombra del Tricolore’) e soprattutto Emilio Lussu, tra tutti il più noto con il suo Un anno sull’Altipiano’.

    Gli ‘Intrepidi sardi’, provenienti dal fronte carsico, erano giunti sull’Altopiano nei primi giorni del giugno 1916, giusto in tempo per arrestare, a prezzo di ingentissime perdite, l’avanzata nemica a Monte Fior, Monte Spill e Castelgomberto. Dopo la controffensiva italiana presero posizione a Croce di Sant’Antonio e Monte Zebio, dove rimasero per tutto l’inverno, fino alla primavera successiva.

    Finalmente, per compensarli delle fatiche invernali e per animarli in vista dell’imminente offensiva più comunemente nota come ‘battaglia dell’Ortigara’, la brigata fu inviata a riposo in pianura. Un riposo tanto desiderato quanto ormai insperato, se è vero che fino all’ultimo i più anziani canticchiavano questa strofetta: ‘E la Brigata Sassari l’han sempre coglionata: invece del riposo le fan fare l’avanzata’.