Lustro allo Sport

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    Lo scorso anno sono stati 2.154 gli atleti di 61 Sezioni che hanno partecipato a un campionato sportivo organizzato dall’Associazione. Da soli, questi numeri potrebbero bastare per confermare la salute dello Sport Ana, ma è nelle pieghe delle varie attività che emergono le potenzialità di un settore da curare in modo attento, perché sport vuol dire soprattutto giovani e futuro. Ne parliamo con il Consigliere nazionale Onorio Miotto, al termine del suo mandato di Presidente della Commissione Sport Ana.

    Quali sono stati i momenti più significativi dei cinque anni alla guida dello Sport Ana?

    Ci sono stati momenti importanti che hanno dato allo sport “targato Ana” un ruolo importante sia all’esterno, sia all’interno dell’Associazione. C’era la necessità di dare uno scossone al movimento sportivo degli alpini, per cui si è pensato di istituire una nuova formula che potesse riunire in un unico appuntamento gli sport stagionali. Sono nate prima le Alpiniadi invernali, poi quelle estive. Al di là dell’aspetto organizzativo, molto più impegnativo, occorreva capire quale fosse la risposta delle Sezioni e degli alpini, che però è arrivata puntuale e positiva, oltre ogni più rosea aspettativa. Altro momento significativo, in correlazione all’Alpiniade estiva, è stato quello della presentazione dell’evento nella sede del Coni a Roma. In quell’occasione il Presidente Giovanni Malagò ha elogiato l’Ana per l’impegno e per aver promosso uno sport leale, sano, pulito. Un riconoscimento non autoreferenziale, arrivato dalla più alta carica sportiva nazionale, che ci ha fatto molto piacere.

    Le novità introdotte, come la possibilità di gareggiare per i soci aggregati, hanno dato i risultati auspicati?

    Lo scopo di qualsiasi novità è quello di apportare una miglioria alla situazione esistente. Aver dato la possibilità di gareggiare ai soci aggregati ha reso il giusto riconoscimento al loro impegno. Come per molte novità, all’inizio c’è stata qualche ritrosia, sia da parte di alcune Sezioni sia da parte di alcuni alpini. Più avanti si è capito che è stata una decisione giusta: i risultati si stanno lentamente vedendo e c’è stato un aumento costante delle Sezioni che fanno partecipare gli amici degli alpini ai vari campionati nazionali dell’Ana.

    Sono stati avviati o sono in cantiere nuovi strumenti per sostenere le attività sportive?

    L’attività sportiva deve saper cogliere le indicazioni e i cambiamenti che la società impone. Per rispondere al meglio a questa esigenza c’è bisogno che ci sia un sempre migliore affiatamento nella squadra che costituisce la Commissione Sport, dove tutti devono mettere il massimo impegno, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i componenti per la grande collaborazione in questi anni. Nel breve termine vi è la necessità di completare la squadra tecnica, in modo da avere un esperto per ogni disciplina. Per quanto riguarda le gare a carattere nazionale, si sta invece valutando la possibilità di introdurre un nuovo campionato, quello di mountain bike.

    Lo sport è un mezzo importante per coinvolgere i giovani nell’Associazione, i cui iscritti hanno un’età media piuttosto alta. Come giudichi questa opportunità e come potrebbe essere ulteriormente potenziato il connubio sport-Associazione?

    Effettivamente in questo ultimo periodo molti nuovi iscritti all’Associazione lo hanno fatto solo per essere stati coinvolti in un’attività sportiva. Lo sport rappresenta quindi un polo attrattivo fondamentale, specie tra i cosiddetti dormienti che spesso sono giovani. È in atto, a riguardo, una collaborazione con la Commissioni Giovani allo scopo di destare interesse nei confronti della nostra Associazione.

    Alle gare vediamo spesso partecipare atleti in servizio nei reparti Alpini. La loro presenza è stata costante? Ci sono dei progetti legati agli alpini in servizio?

    La partecipazione alle gare degli alpini in servizio nel breve passato era quasi nulla; ultimamente è aumentata grazie agli ottimi rapporti con il Comando Truppe Alpine, con il gen. Alberto Primicerj prima e il gen. Federico Bonato ora. Il problema vero sta nel fatto che i militari terminano il loro servizio al venerdì, mentre le nostre gare si svolgono la domenica, per cui possiamo contare sulla sensibilità dei loro comandanti. Da parte nostra dobbiamo insistere nel venire incontro alle esigenze e alle difficoltà come già stiamo facendo, garantendo l’iscrizione degli atleti e i pasti gratuiti, ma dobbiamo fare di più, puntando sul rapporto umano immediato e sforzandoci di far conoscere nelle caserme la nostra Associazione e le nostre attività.

    Veci e bocia ai campionati: l’incontro tra generazioni che parlano la stessa lingua, ovvero lo sport, in che modo può portare beneficio all’Associazione?

    Lo sport è dedizione, passione e fatica, caratteristiche che appartengono, senza distinzione tra veci e bocia, al Dna degli alpini. Se a questo si aggiunge che per noi alpini, al di là della giusta e sana competizione, è una festa dove tutti si trovano in perfetta sintonia come in una famiglia, non vi è ulteriore bisogno di altre sottolineature per spiegare il perché fa bene all’Associazione.