Le penne rosa , complici, pazienti, orgogliose compagne

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    Sono state migliaia, bassanesi e non. Li hanno accompagnati, applauditi con orgoglio durante la lunga e indimenticabile sfilata. Con loro hanno cantato, ballato, scherzato, cucinato, condiviso i momenti di festa e quelli celebrativi del programma ufficiale. Hanno pianto anche, lasciandosi andare ad una commozione autentica. Si sono emozionate sulle note dell’inno di Mameli, che spesso sono risuonate a Bassano durante l’Adunata, o mentre osservavano il Tricolore salire lentamente sul pennone. Non avranno fatto il servizio militare, ma le cante alpine le conoscono e non hanno avuto difficoltà a seguire i ritmi delle marce assieme ai loro uomini.

    Sono le penne rosa che nei giorni del riuscito raduno della città del Grappa hanno affiancato quelle nere con altrettanto entusiasmo e partecipazione. Di età e provenienze differenti, si sono strette attorno ai loro alpini, o nel ricordo di un padre, di un fratello di un figlio scomparso e del quale magari hanno ereditato quel cappello che ora portano con fierezza. E non importa se i normali ritmi di vita in quelle giornate sono stati sconvolti e la stanchezza si fa sentire. Hanno volutamente dormito poco per non perdere nulla della magia dell’evento.

    Ma all’appuntamento con la sfilata erano tutte là, in prima fila lungo il percorso o sulle tribune, indossando un simbolo alpino, reggendo un tricolore che agitano in continuazione. Con la macchina fotografica o la videocamera, pronte a catturare uno sguardo, un saluto, un’emozione. Quelle al seguito delle penne nere attendono emozionate e fiere il passaggio del loro caro. Applaudono, chiamano, cantano.

    Le più fortunate ricevono un bacio partito dal cuore e inviato con la mano da chi sfila. Un piccolo ma significativo gesto che fa inumidire gli occhi e salire un nodo alla gola. L’adunata coincide con la festa della mamma. Gli alpini non lo dimenticano e dalle folte e ordinate fila, contravvenendo alle regole, si leva ripetutamente qualche Viva le mamme , seguito da un caloroso applauso.

    Loro, le donne, ricambiano salutando o lanciando un fiore, una rosa rossa conservata per quando passa il grande Tricolore che si estende per tutta la larghezza della strada e viene sorretto dalle penne nere. Un omaggio a tutti gli alpini e un delicato, gentile pensiero per quelli che sono andati avanti . Le penne rosa applaudono anche le alpine in armi. Sono arrivate numerose e rappresentano il coraggio dell’universo femminile che ha contribuito a scrivere la storia. Indirizzano loro un sincero brave , abbattendo quel luogo comune che le vede sempre e solo antagoniste fra loro.

    Sarà per la divisa che indossano o per la coinvolgente atmosfera della festa, ma sembra scattare un meccanismo di solidarietà e di condivisione sulla spinta di ideali forti nei quali tutte si riconoscono. Nessuna vorrebbe che tutto questo si esaurisse. Ma il sole è tramontato da tempo e mentre all’orizzonte si accendono le dolci sfumature della sera che scaldano il cuore, di fronte a loro ripassano con passo lento i tanti fotogrammi d’una giornata indimenticabile. Il Tricolore scende in un silenzio irreale amplificato dal crepuscolo, mentre una forte emozione sale.

    Raffaella Forin