La forza del ricordo

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    Il 21 gennaio scorso al Tempio della Madonna del Conforto di Cargnacco (Pozzuolo del Friuli, Udine) dedicato ai Caduti e dispersi della Campagna di Russia, ha avuto luogo l’annuale cerimonia di commemorazione e ricordo di quanti hanno partecipato a quella sfortunata epopea, in molti casi senza aver poi fatto ritorno a casa. La ricorrenza di quest’anno, organizzata come sempre dalla Sezione di Udine con la collaborazione della brigata alpina Julia e dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia e dal Comune di Pozzuolo, assume particolare significato poiché ricorda il 75º anniversario della battaglia di Nikolajewka, quando i resti della nostra Armata riuscirono a sfondare l’accerchiamento sovietico e, dopo una lunga marcia, far ritorno in Patria.

    La cerimonia religiosa di domenica mattina ha coronato una serie d’incontri iniziati il giorno precedente all’Istituto “Stefano Sabbatini” di Pozzuolo del Friuli con una conferenza sul tema “Italianski Karasciò” (italiani brava gente), grazie al Presidente nazionale dell’Unirr Francesco Maria Cusaro, con la partecipazione di un attento pubblico di studenti. La sera, nel Tempio di Cargnacco, incontro su “Immagini e parole”, sempre a cura del Presidente Cusaro, per mantenere viva storia e memoria degli italiani partiti per andare a combattere sul fronte russo, dove, seppur da invasori, seppero mantenere un contegno corretto verso la popolazione, tanto da meritarsi il ricordato appellativo di “italiani brava gente”.

    La giornata seguente è stata aperta dall’inaugurazione del Museo storico sulla Campagna di Russia presso il piazzale dedicato a don Carlo Caneva. Quindi l’avvio della cerimonia con l’ingresso nel piazzale del Tempio di un picchetto armato del 3º artiglieria da montagna e della fanfara della brigata alpina Julia, seguiti da dodici alpini in armi e dodici alpini in congedo che recano serti floreali da posare su altrettanti cippi eretti attorno al piazzale, a ricordo delle unità che combatterono in Russia.

    Nel piazzale il Labaro dell’Ana, accompagnato dal presidente Sebastiano Favero, dal vice Presidente Alfonsino Ercole e dai Consiglieri nazionali, il vessillo della Sezione di Udine, con il presidente Dante Soravito de Franceschi, il Labaro dell’Unirr, accompagnato dal Presidente nazionale Cusaro e i vessilli delle Sezioni consorelle e infine i labari e i vessilli delle numerose associazioni d’Arma. Oltre centoventi gagliardetti, sia dal Triveneto che da tutta Italia, accompagnati dal “Gruppo storico fiamme verdi”. E ancora il gonfalone della città di Udine, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, quello della Provincia di Udine e del Comune di Pozzuolo del Friuli.

    Numerose le autorità civili e militari: il prefetto di Udine Vittorio Zappalorto assieme ad amministratori pubblici, tra i quali il vice Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello, il Presidente del Consiglio regionale Franco Iacop con l’assessore Mariagrazia Santoro, il Presidente della provincia di Udine Pietro Fontanini, il vicesindaco di Udine Carlo Giacomello e varie altre autorità e molti sindaci del circondario. Presente la Medaglia d’Oro Paola Del Din Carnielli, portatrice della Medaglia d’Oro del fratello tenente alpino Renato, assieme al reduce di Russia, sergente Umberto Cicigoi, capopezzo nella 14ª batteria, Gruppo Conegliano, del mitico colonnello Rossotto. Tra il pubblico c’era anche un ragazzo, Fiorenzo Magro, che teneva tra le mani il cappello del prozio Filippo Albano, reduce di Russia. Dopo l’alzabandiera, la cerimonia è proseguita all’interno del Tempio con i saluti del sindaco di Pozzuolo, Nicola Turello, seguito dal prefetto Zappalorto che ha letto una lettera-ricordo del reduce tarcentino Guido Coos, Medaglia di Bronzo e vice Presidente dell’Unirr provinciale.

    Il comandante della Julia, generale Paolo Fabbri, si è unito al pensiero del prefetto per ricordare come i giovani di oggi poco conoscono delle vicende che hanno coinvolto i giovani soldati di allora, che fecero il loro dovere fino in fondo e in molti casi diedero la vita sul campo di battaglia. Il Presidente nazionale dell’Unirr Cusaro ha elogiato quanti si prodigano per mantenere viva la memoria che si perpetua in questo Tempio che, aggiunge, è il secondo sacrario italiano per importanza dopo l’Altare della Patria in Roma perché nel sacello posto nella cripta del Tempio riposano i resti di un Soldato ignoto giunti dalla Russia dopo 35 anni dall’inaugurazione del Tempio. E lancia un appello affinché questa cerimonia diventi una festa per la pace coinvolgendo le giovani generazioni. Nell’occasione ha consegnato tre attestati ad altrettante persone che si sono distinte nell’opera di valorizzazione di Cargnacco: al Presidente dell’Ana Favero, al sindaco di Pozzuolo Turello e a Dino Iacuzzo, fondatore delle Guardie del Tempio di Cargnacco. Incisivo e molto sentito l’intervento del nostro Presidente Favero, il quale ha rimarcato che per gli alpini rimane sacrosanto il principio di «commemorare, ricordare», come riporta la Colonna mozza sull’Ortigara.

    «I nostri giovani dai 18 ai 25 anni – ha proseguito il Presidente – devono servire la Patria affinché siano formati e informati su cosa significhi servire la nazione, conoscerne la sua storia, anche quella scomoda». È poi seguita la Messa, accompagnata dal coro Ana di Codroipo, concelebrata da mons. Lucio Soravito de Franceschi, vescovo emerito di Adria- Rovigo, assieme ai cappellani militari don Giuseppe Gangiu, don Albino D’Orlando e don Costantini, parroco di Cargnacco. Nella sua omelia, mons. Soravito ha ripercorso le dolorose tappe dei nostri soldati in terra russa: uomini che servivano la Patria, ieri come oggi. In particolare in questo periodo, dove traspare sempre più nei nostri giovani la perdita del senso di appartenenza alla nazione e alla famiglia.

    La lettura della Preghiera del Disperso ha concluso il rito religioso, seguito dalla deposizione di una corona al Soldato ignoto nella sottostante cripta, e la posa di un serto floreale sulla tomba di don Carlo Caneva, Medaglia d’Argento al V.M., cappellano militare in Russia e tenace fautore per la costruzione del Tempio di Cargnacco, che raccoglie circa novemila resti di nostri soldati, riportati a casa dalla steppa russa.

    Paolo Montina
    paolo.montina@virgilio.it