La coscienza del Centenario

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    Sull’onda delle tante iniziative promosse in Italia e in Europa l’Associazione Nazionale Alpini, in vista del centenario della Grande Guerra, per recuperare il senso dei valori morali e civili della ricorrenza e recepire le attività di enti e istituzioni, ha organizzato a Marostica un convegno sul tema. Nella splendida cornice di Palazzo Baggio, il 12 aprile scorso tramite il Centro Studi, magnificamente supportato dalla Sezione guidata dal presidente Fabio Volpato, l’ANA ha presentato le attività che, da qui al 2018, intende porre in essere per ricordare quella che, segnandone drammaticamente l’animo e la coscienza, fu la prima, grande esperienza collettiva del popolo italiano.

    Milioni di connazionali che fino a quel momento erano rimasti lontani o estranei allo Stato unitario, scoprirono di aver superato insieme una prova tremenda e cominciarono a sentirsi, per la prima volta, coinvolti in una medesima comunità di destino. E dunque, a Marostica, definita dal sindaco Marica Dalla Valle, nel suo saluto ai convenuti, “perla preziosa, incastonata tra le pietre delle colline”, si sono succeduti una serie di interventi di alto profilo, moderati, con perizia e sagacia, dal direttore de L’Alpino Bruno Fasani. Sono stati interventi con diverso taglio, ma con un unico, condiviso convincimento: la Grande Guerra, grande per il numero degli italiani che vi si immolarono, ma anche per i contenuti e i significati che ebbe, rimane un’esperienza incancellabile e rappresenta uno dei momenti più alti nella storia della nostra nazione. Un’esperienza certo tragica, ma per l’attualità dei valori ad essa sottesi, perennemente produttiva di insegnamenti, anche in riferimento agli odierni profili dell’identità nazionale

    . Tutti, in ultima analisi, hanno convenuto su un categorico imperativo: perché questi insegnamenti non vadano dispersi, ora che un secolo ci separa da quegli avvenimenti, ad essi è necessario tornare, per riaffermare, con animo scevro d’ogni altro fine, il diritto alla memoria, collettiva ed individuale, delle centinaia di migliaia di italiani che l’immane conflitto strappò per sempre alla vita, alla famiglia, alla comunità. E tramandare ai giovani, perché ne facciano viatico, l’immenso patrimonio di valori legati al dovere e al sacrificio. L’ANA, come ha sottolineato il presidente nazionale Sebastiano Favero a chiusura del Convegno, è nata dalla Grande Guerra e i nostri Padri, con preveggenza, si son subito preoccupati, articolo 2 dello Statuto, di fissare due principi irrinunciabili, imprescindibili: ricordare e aiutare. Ricordare chi è andato avanti e tutti coloro che, anche nelle file avverse, si sono sacrificati per l’ideale di Patria.

    Questo è il messaggio che deve essere trasmesso ai giovani, che tali cose non sentono più, anche per la decisione affrettata di sospendere la leva. Essi, invece, hanno bisogno di sapere, capire e apprendere. Antesignana nel perseguire tali scopi, l’Associazione ha ribadito con forza di voler proseguire, lungo il prossimo quinquennio, sul cammino intrapreso per tener vivo il ricordo dei fatti e delle persone, intensificando il suo impegno lungo le tre direttive inerenti il mondo della scuola, le attività legate alla manutenzione, tutela e rivalutazione del patrimonio rappresentato dai Sacrari, dai musei e dalle sale storiche, e la realizzazione di un progetto di cartografia multimediale, a supporto e corredo dei siti e dei tanti segni di un passato, in grado, ancora e sempre, di insegnare ed emozionare. Questo è quanto l’ANA ha in animo di realizzare perché l’obsolescenza della memoria storica, la cui perdita qualcuno ha definito come “Alzheimer dei popoli”, non abbia a prevalere mai.

    Salvatore Robustini

    GLI INTERVENTI

    “Per non dimenticare”. Queste parole sono incise nel marmo della Colonna Mozza che i nostri Padri fondatori hanno posto sull’Ortigara. La nostra Associazione è nata lì, da quelle semplici parole che sintetizzano i valori che ancora, a dispetto del tempo trascorso, abbiamo saldi nel cuore. Il centenario della grande guerra non può quindi trovarci impreparati e ci è sembrato importante organizzare un convegno per illustrare e mettere a disposizione le nostre esperienze, le nostre idee e confrontarci con enti e istituzioni.

    Il convegno di sabato 12 aprile organizzato a Marostica si è aperto con il saluto di rito da parte dei padroni di casa: il presidente sezionale Fabio Volpato e il sindaco di Marostica Marica Dalla Valle. Monsignor Bruno Fasani, direttore de L’Alpino e moderatore del dibattito, ha quindi dato la parola al presidente della commissione Centro Studi e Sacrari Luigi Cailotto che ha salutato gli ospiti e chiarito i motivi dell’incontro. Sono seguiti gli interventi dei relatori dell’ANA: Gianluca Marchesi ha spiegato i progetti dedicati alle scuole; Andrea Bianchi i metodi e i percorsi da seguire nelle ricerche storiche; Giuseppe Rugolo, presidente della sezione di Bassano, i progetti sui sacrari e infine Paolo Plini, ricercatore del CNR, che ha illustrato il suo progetto di rendere note e ben identificabili sulle mappe le località che furono teatro degli eventi bellici. Si è quindi proceduto con le esposizioni dei relatori esterni all’ANA. Alberto Robol ha spiegato le iniziative della Fondazione Campana di Rovereto.

    Elena Donazzan, assessore della regione Veneto, ha posto l’accento sull’importanza del centenario come occasione per educare ai valori i giovani. Vittorio Costa della regione Lombardia ha illustrato i progetti e le iniziative regionali tese alla salvaguardia e alla valorizzazione dei luoghi e dell’archivio telematico istituito dalla Regione. Gianni Torrenti della regione Friuli Venezia Giulia ha posto l’accento sulla necessità di rinsaldare il rapporto tra i giovani e la storia. Il col. Antonino Zarcone ed il gen. brig. aerea Giuseppe D’Accolti hanno illustrato i compiti e le iniziative rispettivamente dell’Ufficio Storico dell’Esercito e del Commissariato Generale Onoranze ai Caduti.

    Umberto Martini presidente del Club Alpino Italiano ha ricordato l’intesa sottoscritta recentemente con l’ANA per il Centenario e il rapporto saldo che dal 1919 lega la nostra Associazione al CAI. Il sen. Franco Marini, presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, ha illustrato le priorità del Comitato tese alla difesa dell’unità e della cultura italiana e ne ha illustrato i progetti.

    Il convegno si è concluso con l’intervento del presidente nazionale Sebastiano Favero che si è soffermato sui valori che ci contraddistinguono e che dobbiamo trasmettere. L’Italia sarà grande se sarà una, perché solo unita potrà ritornare ad essere protagonista in Europa e nel mondo. Ricordare i Caduti e aiutare a trasmettere ai giovani i nostri valori fondanti: è questo il grande messaggio che il Centenario ci consente di affermare e di trasmettere. Il convegno è terminato tra gli applausi per l’appello di don Fasani: “Che tornino presto a casa i nostri marò”.

    Mariano Spreafico