L’emotività della rabbia

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    Con riferimento alla lettera al direttore del n. 10/2014 novembre, “Camminare insieme”, vorrei esprimere il mio pensiero. Mi sorprende che Maurizio Gorza, autore della lettera, si definisca “ingenuo”.

    Mi sorprende perché il Generale ha frequentato per alcuni anni il “palazzo”, quale responsabile nazionale della Protezione Civile, e quindi dovrebbe conoscere bene i componenti del CDN, come ragionano o meglio come non ragionano. Lui si chiede “quali saranno state le motivazioni che hanno portato il CDN a fare queste scelte?” Non hanno nessuna motivazione, probabilmente votano a caso, a seconda di come si svegliano alla mattina (del resto la risposta che Lei dà ha questo senso) perché non dovrebbero fare delle scelte facendo i “partigiani”, ma bensì la scelta dovrebbe essere frutto di un ragionamento. Evidentemente hanno difficoltà a sviluppare un ragionamento. Loro sono impegnati a presenziare Adunate, indossare le giacche blu con i bottoni dorati. Poi si fanno forti a far rispettare il regolamento verso quella signora che indossava il cappello alpino ad una nostra adunata, ma non si sono accorti che hanno sfilato, alle nostre adunate, i ragazzi della “mininaja” che, è necessario ricordarlo, non sono Alpini, e non hanno diritto di portare il cappello al pino alle Adunate. In conclusione, loro surrogano il comportamento della casta politica. Per fortuna l’Associazione è tale perché ci sono gli Alpini e i Gruppi, che raccolgono unanime consenso e ammirazione da parte delle istituzioni locali e dai cittadini comuni, questo sia chiaro. Ma il punto è un altro. Il presidente ed il consiglio sezionale di Vicenza, come era prevedibile, è mancato nell’azione “diplomatica” cioè quel lavoro sottile, serio ed intelligente, con il quale si doveva convincere ogni Consigliere della bontà e della logicità della proposta. La bocciatura attuale della candidatura di Vicenza non è la prima volta, ma è già successo, all’epoca in cui il presidente di Vicenza era consigliere nazionale (è una coincidenza?), proprio perché tale qualità è totalmente assente.

    Pietro Pellizzaro capogruppo di Selva di Montebello Vicentino

    Non è mia abitudine censurare, anzi ritengo che una sana polemica serva a fare chiarezza. E questo è il motivo per cui pubblico questo scritto pur prevedendo le ovvie e possibili reazioni. Personalmente mi dissocio da due affermazioni. Il Consiglio Nazionale non è la passerella delle giacche blu (allusione ai privilegi delle auto blu) che surroga il comportamento della casta. È affermazione falsa e ingiusta, che rasenta la diffamazione. Quali sono i privilegi dei consiglieri e con quali argomenti se ne insinua la corruzione dei costumi? Senza dimenticare che essi sono espressione di quei Gruppi, che tu enfatizzi negli elogi e sono mandati dalle Sezioni, quelle stesse che raccolgono consenso e ammirazione. Dire, poi, che la scelta di Asti non è frutto di ragionamento, è una sparata ma niente di più. Si potrà essere d’accordo o meno. Ma qui di non ragionamento, perché dettato dall’emotività della rabbia, c’è solo il tuo.