L’arma della pace

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    Mai come in questi ultimi tempi si ha l’opportunità, tramite i mezzi d’informazione e divulgazione, di approfondire in maniera esauriente, più veritiera e costruttiva, la storia dei due conflitti mondiali. Costruttiva e riflessiva la grande morale che se ne ricava: che alla fine di tali carneficine militari e civili non ci sono né vinti né vincitori, ma solo perdenti. 

     

    L’unica vittoria per i sopravvissuti è la consapevolezza di ambire ad un futuro di pace, evitando di creare terreni fertili che innescano quegli odi fraterni che inevitabilmente degenerano in aspra violenza. A tutt’oggi gli alpini, in armi e non, dimostrano di operare con questo spirito. In un’odierna quotidianità, dove fanatismi, estremismi, alimentano con la violenza vecchi odi intestini, il grande esercito di uomini dalla penna nera cerca sempre di smorzare e non ravvivare eventuali rancori del passato. Emblematica la scelta dell’Adunata nazionale che si terrà a Trento, dove vi potrà essere l’opportunità d’incappare in alcuni abitanti, ancorati nostalgicamente all’ impero austroungarico, che approfitteranno dell’occasione per denigrare ed offendere gli alpini, con l’intento di rovinare una festa con tensioni e provocazioni, ma ancora una volta lo spirito alpino dimostrerà il suo vero valore di umiltà e fratellanza e non di puerile arroganza, gli alpini hanno imparato ad’ imbracciare l’arma della pace. Arrivederci a Trento da una vecia moglie di un vecio e saggio alpino.

    Nadia Negri Anzola dell’Emilia (Bologna)

    Cara e gentile signora, gli alpini sono uomini di pace, perché sono persone che non operano per il potere. E Trento come già è stato con Bolzano sarà solo una ulteriore vetrina per trascinare nel clima di festa il mal di pancia di qualcuno fermo con l’orologio della storia.