L’anima dell’Associazione

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    Due giorni ricchi di proposte ed esperienze quelli che hanno caratterizzato l’incontro annuale dei referenti del Centro Studi, organizzato per la seconda volta nel nostro soggiorno alpino di Costalovara, nella splendida cornice dell’altopiano del Renon. L’incontro inizia con un minuto di silenzio a ricordo del generale alpino Lorenzo Valditara scomparso pochi giorni prima. Segue l’introduzione del vice presidente vicario Renato Zorio a delineare il grande appuntamento che ci vedrà impegnati nei prossimi quattro anni: il centenario della Grande Guerra. È il mio turno.

    Come presidente della Commissione descrivo il programma e le iniziative già avviate. Il Centro Studi è l’anima dell’Associazione, tutte le attività di Sezioni e Gruppi dovrebbero esserne influenzate. I nostri padri fondatori hanno voluto scrivere sul marmo della colonna mozza posta sull’Ortigara un monito, il nostro: l’ANA è nata per non dimenticare e noi, raccogliendo il loro testimone continuiamo a farlo con convinzione poiché quei valori sono gli stessi che ancora custodiamo.

    Il centenario della Grande Guerra sarà un’opportunità per divulgare questo patrimonio, per condividerlo non solo tra noi, ma anche nella società che mai come ora ha bisogno di riferimenti precisi e forti. L’ANA a fronte di un accordo stilato con il Commissariato Generale di Onorcaduti si assumerà l’onore e l’onere di custodire e curare alcuni Sacrari in cui riposano i nostri Caduti troppo spesso dimenticati. Oltre a questo importante impegno, l’ANA ricorderà il centenario attraverso il progetto, curato da Gianluca Marchesi, Il Milite… non più ignoto che ha ricevuto il beneplacito dello Stato Maggiore dell’Esercito: verrà proposto un bando di concorso che prevede, dopo un percorso di quattro anni, una premiazione finale dei migliori lavori, organizzata preferibilmente a Roma.

    Continuerà l’esperienza dei campi scuola il cui programma sarà affinato e avrà linee guida precise da seguire affinché i temi trattati tocchino tutti gli ambiti associativi. È stato scelto il logo per il centenario che, accostato a quello dell’ANA per i prossimi quattro anni, verrà collocato sulle iniziative per cui Sezioni e Gruppi faranno richiesta. Sul nostro sito https://www.ana.it è già aperta una pagina dedicata al centenario con notizie e informazioni utili oltre a un vademecum per l’allestimento delle mostre, illustrato durante il convegno. Mauro Depetroni e Andrea Bianchi hanno presentato la traccia della mostra realizzata su tabelloni avvolgibili che l’ANA metterà a disposizione di Sezioni e Gruppi.

    Un breve filmato ha introdotto il tema dei campi scuola. Gianluca Marchesi e il coordinatore nazionale di Protezione Civile, Giuseppe Bonaldi, descrivono nel dettaglio le esperienze fino ad ora affrontate e aprono una discussione seguita da molti interventi puntuali e costruttivi. Molto interessanti anche le esperienze e i progetti intrapresi da parte di Sezioni e Gruppi che tuttavia, spesso non vengono comunicate alla Sede Nazionale e quindi non hanno la visibilità che invece meriterebbero.

    La domenica dopo la Messa celebrata nella chiesetta di San Maurizio, il consigliere nazionale Antonio Munari relaziona sullo stato delle convenzioni stipulate per la custodia e la manutenzione dei Sacrari. Al sacrario di Cima Grappa dove gli alpini sono già operativi si aggiungono ora Redipuglia, Oslavia e Rovereto e seguiranno a breve altri accordi ad hoc per 31 siti sparsi sul territorio che vedranno l’impegno diretto delle Sezioni e dei Gruppi. A metà mattina il presidente nazionale, Sebastiano Favero, raggiunge i convenuti e, dopo i saluti di rito, prende la parola. «L’obiettivo che dobbiamo avere a cuore – dice – è il nostro futuro. L’Associazione trasmette valori fondamentali e condivisibili, lo fa ogni giorno attraverso l’opera silenziosa degli alpini sparsi su tutto il territorio.

    Da sempre guardiamo al bene dell’Italia, il centenario ci dà l’occasione di continuare su questa strada entrando nelle scuole e parlando ai ragazzi, ai giovani. È stata costituita una commissione ad hoc che si occuperà del futuro dell’ANA: è nostro preciso dovere formare ed educare i giovani. Personalmente – continua Favero – e come Associazione insisteremo sul progetto di un periodo di 6/8 mesi di servizio che i giovani dovranno dedicare alla Patria perché crescano, si sensibilizzino, siano formati ed educati. Siamo riusciti già ad aprire una breccia, speriamo che diventi una porta, anzi un portone e che questo progetto diventi realtà. Ci siamo confrontati con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro della Difesa Roberta Pinotti, con il Capo di Stato Maggiore, generale Claudio Graziano.

    La sospensione della leva ha lasciato un vuoto, noi faremo di tutto perché venga istituita “un’altra naja” che veda i giovani impegnati nella difesa della Patria anche per quelle che sono le calamità e le disgrazie che possono capitare nel nostro Paese. In questo caso avere delle forze capaci e preparate per risolvere i problemi è fondamentale. Su questa base vorremmo ricreare la nuova leva. Per la difesa della nostra gente e del nostro Paese». Il convegno si conclude così, con piena soddisfazione di tutti gli intervenuti. Un grazie di cuore a Ferdinando Scafariello e ai suoi collaboratori per la cortesia e la disponibilità. Il prossimo anno ci ritroveremo il 24-25 ottobre a Como, ospiti della locale Sezione.

    Mariano Spreafico



    Il progetto de “Il Milite… non più ignoto”

    Con il trascorrere del tempo si corre il rischio che la prima guerra mondiale sia vissuta, soprattutto dalle giovani generazioni che non hanno avuto testimonianze dirette, come un evento lontano e quasi leggendario. Una sorta di romanzo epico popolato di soggetti immaginari. Quelli che vivono e muoiono senza dolore e senza particolari conseguenze. Vorremmo che i nomi incisi sui monumenti ai Caduti presenti nelle nostre città e nei nostri paesi tornino a essere abbinati a un individuo, un uomo fatto di carne, di sangue e di ossa.

    A un essere umano che aveva i suoi affetti familiari, le sue amicizie, le sue attività come chiunque di noi. Occorre restituire la dignità di uomo a quello che oggi altro non è che un semplice nome inciso sulla lapide. Nella pratica, le classi scolastiche interessate prenderanno in carico i monumenti ai caduti della Grande Guerra con un percorso di ricerca che assume il sapore di un viaggio nel tempo: attraverso il recupero dei dati e delle informazioni dei nomi incisi sul monumento, poco per volta, riporteranno alla luce il contesto umano, storico e culturale che ha caratterizzato quel periodo. Spesso dietro quei nomi c’erano ragazzi della loro età o poco più con i loro sogni e tanta voglia di vivere.