L'alpinità

    0
    223

    Cos’è l’alpinità? Spesso la citiamo nei nostri discorsi, la inseriamo tra i nostri valori, la percepiamo, ma non sempre riusciamo a spiegarla né conosciamo esattamente la sua origine. È certamente un valore antico legato al mondo delle montagne. Le popolazioni montanare, per sopravvivere, hanno dovuto adattarsi per secoli e millenni ad una vita non facile, legata ad una terra povera, dura da lavorare. Hanno dovuto difendersi dal freddo, dalla neve, dalla fame e talora anche dalle orde degli invasori di passaggio che provenivano, a primavera, dalle pianure del nord per depredare le ricche pianure a sud delle Alpi, spesso distruggendo tutto ciò che trovavano. Le popolazioni di montagna vivevano in una condizione che gli economisti definiscono “di sussistenza”.

    La povertà della terra consentiva di produrre solo ciò che permetteva ai contadini delle montagne di sopravvivere, mai di avere qualcosa in più di ciò che era strettamente necessario per sfamarsi. Per capirlo meglio possiamo riprendere dagli economisti classici il concetto di “plusvalore”. Il plusvalore è la parte di produzione in più che i lavoratori riescono a produrre rispetto alle esigenze elementari della propria famiglia. Il plusvalore dei contadini consentiva l’esistenza di classi sociali non lavoratrici e quindi la stessa divisione della società in classi differenziate. Questa divisione ha trovato spazio nelle popolazioni delle ricche e produttive pianure, ma non tra le povere popolazioni delle montagne costrette, come si è detto, all’economia della sussistenza.

    Nelle vallate alpine, quasi sempre, si viveva in piccoli paesi aggrappati alle montagne, ognuno aveva in proprietà la propria casa, un orto, dei campi ove “segare” l’erba per l’inverno e coltivare un poco di frumento o di granoturco. Poi vi erano gli alpeggi di proprietà comune o meglio comunale ove si poteva far pascolare le proprie bestie d’estate. Il bosco con le castagne, le nocciole e i suoi piccoli animali liberi contribuivano a sfamare i montanari. La grande proprietà terriera e immobiliare non è mai esistita. L’affitto, la mezzadria e altri contratti di questo tipo sulle montagne sono praticamente sconosciuti. In questo contesto si è formata nei secoli, sulle montagne, una società fortemente compatta, senza classi né contrasti sociali, orgogliosa della propria dignità individuale, mai disponibile all’arroganza altrui, mai succube di colui che ha il potere. Chi vuole comandare deve dare l’esempio ed essere il migliore, mai può farlo per diritto ereditario, per censo o per grado.

    Nei secoli più recenti gli abitanti delle valli alpine hanno allontanato la “miseria” e anche di molto, con l’emigrazione, temporanea o permanente, con lavorazioni artigianali, industriali e agricole di alta specializzazione, ma conservano ancora, nel profondo dell’animo l’impronta del passato. L’alpinità deriva da questi valori antichi che ancora resistono e dai più autentici valori cristiani qui intensamente vissuti, come raramente altrove.

    Gianbattista Stoppani
    Tesoriere nazionale ANA