L’Adunata più bella

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    ASIAGO

    La più bella? A Venezia nel 1960. Adesso però mi piacerebbe ce ne fosse una in Ortigara, come nel 1920.

    Felice Alberti classe 1931, 8º rgt. alpini.

    BASSANO DEL GRAPPA

    Tra le molte cui ho partecipato, dal 1969, ne sceglierei due, tutte collocate negli ultimi anni, perché l’emozione aumenta con il passare del tempo e con la scomparsa progressiva degli amici più cari. Indico quindi l’Adunata di Latina nel corso della quale ho avuto l’esperienza della rinascita di emozioni forti con la scelta di quella che sarebbe diventata la mia futura moglie. E poi un’Adunata vicina, vicinissima. Maggio 2008, Bassano del Grappa. In quei giorni ho rivissuto, nel ricordo, l’Adunata del 1948; l’emozionante visione del Ponte che avevo intravisto dalle colline circostanti la città, accanto ai miei genitori. Da lassù, sulla Costa, vedevo la “vacca mora” (così la gente chiamava il trenino, poi scomparso, che univa Vicenza a Bassano dove aveva il capolinea) arrivare da Vicenza carica di gente che affluiva alla grande festa indetta per celebrare la ricostruzione del ponte poi chiamato Ponte degli Alpini.

    Gianfranco Cavallin, capitano 11º rgt. alpini d’arresto.

    BELLUNO

    Tutte belle le Adunate! Perché qualunque sia il luogo è l’occasione per incontrare i vecchi fratelli di naja e rinsaldare l’amicizia; perché non sei costretto, ma ci vai di tua spontanea volontà e quando arriva la fine, già pensi alla prossima. Ecco perché le adunate sono tutte belle.

    Angelo Dal Borgo, 6º art. mont.

    CADORE

    Ricordo quelle di Udine e Trieste. Mi piacevano le Adunate quando erano degli alpini, ora sono una festa piena di cose che non c’entrano nulla con noi e con il nostro spirito. La sfilata più bella è stata quella a Cuneo: il vialone con il fiume di penne nere resterà indimenticabile.

    Leone Pampanin, 7º rgt. alpini.

    CARNICA

    Ricordo con particolare interesse la 29ª Adunata nazionale a Napoli, nel 1956, per il grande senso di ospitalità da parte delle cittadinanza e per l’afflusso numeroso di soci e parenti che hanno saputo, in quella degna cornice, far risaltare lo spirito alpino. Ezio Agarinis, classe 1930, 8º rgt. alpini.

    CIVIDALE

    Alla domanda: qual è l’Adunata più bella? rispondo sempre: la prossima! Tuttavia tra le ormai 30 a cui ho partecipato, quella che mi è rimasta più nel cuore è Catania nel 2002. Eravamo accampati in un parco di via Etnea dove i giovani locali “i picciotti”, rotta una prima diffidenza da entrambe le parti, hanno condiviso con noi la vita alpina, i pasti e le merende al campo. Ci hanno condotto per la città mostrandoci le sue bellezze, raccontandoci della storia e della cultura di quei luoghi. Una sera abbiamo chiesto loro di poter cenare in un ambiente tipico nel centro storico della città, ma il ristorantino scelto purtroppo era al completo. Eppure, dopo qualche minuto di confabulazione tra i picciotti e il proprietario, ecco tutta per noi, una tavolata imbandita di ogni ben di Dio dove l’allegra brigata alpina è stata allietata da un’orchestrina tradizionale siciliana a cui hanno fatto eco cori alpini, villotte friulane e nenie delle valli del Natisone. Una serata e un’Adunata indimenticabili in una terra splendida, riscaldata dal calore della gente locale.

    Guido Fulvio Aviani, tenente 8º rgt. alpini.

    CONEGLIANO

    Arduo per me rispondere, per evidenti motivi… Ogni Adunata è bella, partecipata, solenne, festosa! Ma si diversifica dalle altre per caratteristiche e significati. Forse quella di Bolzano 2012, che ha cambiato il “clima” della città, può divenire simbolo di quell’abbraccio sincero e generoso che solo gli alpini sanno donare.

    Nino Geronazzo, maggiore 6º art. mont.

    FELTRE

    Quando un alpino ritorna a casa stanco, ma felice per la meravigliosa giornata trascorsa, nel caloroso abbraccio di commiato all’amico compagno di viaggio, rivolge solitamente queste parole: «Bene, fatta anche questa, è stata proprio una bella adunata. Ora pensiamo alla prossima!». Ecco la più bella Adunata è la prossima. Perché non lo fermerà la pioggia, il sole, il vento, ma lo porterà il desiderio di incontrare il vecchio amico, vecchio perché ogni anno, nell’abbraccio di saluto scappa qualche lacrima in più. Ma non importa, l’emozione passerà presto e sarà ancora una volta una bellissima Adunata. Rino Giuliano Della Mea, sergente Genio trasmissioni. GEMONA Mi sono piaciute tutte, ma proprio tutte, anche quelle che han portato più disagi. Perché in ognuna ho respirato lo spirito alpino, quello spirito che ci tiene uniti e ci fa continuare ad essere come siamo.

    Ivano Benvenuti, 3º art. mont.

    GORIZIA

    Molte sono state le Adunate che mi hanno appassionato, ma quella di Trieste del 2004, dove ho partecipato come vice Presidente della Sezione di Gorizia, è stata emotivamente molto forte ed entusiasmante per l’accoglienza e le amicizie ritrovate. Siamo stati salutati da una città imbandierata che ha accolto le penne nere con grande coinvolgimento per il 50º anniversario del ritorno all’Italia.

    Paolo Verdoliva, btg. Gemona.

    MAROSTICA

    Torino. Ma ogni Adunata è unica e irripetibile, è motivo di incontro con alpini e familiari che camminano con noi, ci sostengono, ci ricordano i valori da perseguire. Questo appuntamento, se affrontato con lo spirito giusto, ci aiuta ad avvicinarci a chi ha combattuto, a chi ha donato la vita alla Patria, ai nostri familiari e ai nostri alpini “andati avanti”.

    Luigi Ramon, 6º art. mont.

    PADOVA

    La mia Adunata più bella? Naturalmente Bassano 2008! Perchè la mia prima e per l’aria che ho respirato a dir poco magica! La foto a Cima Grappa con il Labaro, il generale Bruno Petti, allora Comandante delle Truppe Alpine, e il past president Corrado Perona resteranno uno splendido ricordo.

    Massimo Pagiaro, artigliere alpino.

    PALMANOVA

    Premettendo che ogni Adunata porta con sé emozioni e sensazioni legate al nostro vissuto, direi principalmente due: quella di Pordenone perché, lavorando nella piazza principale, ho vissuto tutte le fasi dalla preparazione allo smantellamento e, benché sia cittadino pordenonese per “adozione lavorativa”, l’ho sentita mia. L’altra è L’Aquila per il calore, per il senso di gratitudine e per le lacrime degli abruzzesi.

    Davide De Piante, sten. 8º rgt. alpini.

    PARMA

    Tra le tante alle quali ho partecipato durante la mia carriera e dopo, l’Adunata per me più bella è stata quella di Parma nel 2005. Anzitutto perché ebbi modo di partecipare alla preparazione e ammirare l’impegno e l’entusiasmo alpino di tutti i componenti della macchina organizzativa. Era la prima volta per la mia città che incredula si lasciò sommergere dall’inatteso tsunami di patriottismo, solidarietà, allegria e fiducia nel prossimo, facendo bravamente onore alla sua fama di ospitalità. Ce la ricordiamo ancora tutti e ogni tanto qualcuno mi chiede quando ci sarà la prossima… per riscoprire, almeno per una settimana, quanto la vita nel nostro Paese potrebbe essere migliore.

    Giuliano Ferrari, generale degli alpini.

    VALLECAMONICA

    Nel 1995 ad Asti. Eravamo stati in città dopo l’alluvione a prestare i primi soccorsi e quando tornammo per l’Adunata, l’anno successivo, la gente ci accolse con tanto calore. E quest’anno faremo il bis, ne sono certo!

    Ciro Ballardini, 2º art. mont.

    TRENTO

    Una città “tricolorata”, una fiumana di alpini festanti, l’abbraccio caloroso della folla, la gioia del ritrovarsi e ristringersi dopo il servizio militare, accompagnata dalla mia famiglia, una famiglia alpina. Questo ricordo, questa apoteosi rimarranno indelebili. L’Adunata di Bergamo, la mia prima adunata da borghese. Un sogno di adunata.

    Monica Sighel, 2º art. mont.

    TREVISO

    La mia più bella Adunata è stata quella di Genova nel 2001. Una grande Adunata che ha oltrepassato tutte le migliori aspettative, quattro meravigliosi giorni trascorsi in felicità e allegria assieme agli amici alessandrini. Il caloroso abbraccio dei liguri rimarrà sempre nel mio cuore!

    Marco Piovesan, caporale btg. Gemona.

    VERONA

    L’è un drama risponder, mi ghe no fate 40. Potremo scriver un libro noantri: Asti, Genova, Trieste, Pordenon. L’Adunata più bella l’è sempre l’ultima: te parti con entusiasmo, te vegni a casa contento. Eto capìo? L’è così. Se vedemo a Asti.

    Enzo Lonardi, sergente 6º rgt. alpini.

    VENEZIA

    Quella a Bassano nel 2008 che ho sempre considerato come l’Adunata del cuore. Sono stati tre giorni di incontri e di emozioni che ancora ricordo. Il momento sicuramente più bello è stato quando la colonna degli alpini, da una laterale, si è immessa, tra l’entusiasmo di due ali di folla, nel gran Viale delle Fosse. È stato un colpo d’occhio che mi ha veramente commosso, anche perché ad un certo punto sulla sinistra, ho scorto tra la folla la bella figura di Bortolo Busnardo. I nostri sguardi si sono incrociati, un cenno di capo, un sorriso e ho capito che si stava godendo la “sua” adunata.

    Nerio Burba, sergente reparto comando brigata Cadore.

    GRAN BRETAGNA

    Quella di Reggio Emilia città del Tricolore, nel 1997. Dormimmo nei magazzini del formaggio, sui letti a castello, con coperte della naja della guerra mondiale (non so se la prima o la seconda!?) che odoravano di naftalina e per lavarsi un solo lavandino rudimentale… in cortile. Fu la più bella Adunata! Anche perché avevamo… qualche anno in meno!

    Bruno Roncarati, sten. 6º rgt. alpini.

    VICENZA

    A Cuneo nel 2007. Allora stavo scrivendo il libro sul btg. Vicenza nelle campagne di Grecia e Russia e incontrai Aldo Quagliato, 117ª cp. Vicenza reduce delle due campagne. Non dimenticherò mai quel pomeriggio passato ad ascoltare i suoi racconti. Il giorno seguente poi conobbi per caso, Marcello Giovanardi, sten. della 61ª cp. del btg. Vicenza, reduce di Russia. Da lì è nata una splendida amicizia che dura ancora oggi perché, a 95 anni, Marcello è ancora un ragazzino.

    Manuel Grotto, tenente btg. Logistico Tridentina.

    UDINE

    Avendo prestato il mio servizio di leva vent’anni fa ho alle mie spalle soltanto 17 adunate. Ogni Adunata è bella e diversa per vari motivi, per la città che cambia ogni anno, perché si incontrano gli amici e ci si sente bene. Ma se proprio devo menzionarne una, la mia scelta cade sicuramente su Pordenone nel 2014. La sfilata è stata qualcosa di “epico”: marciare sotto il diluvio tra vento, pioggia e poi grandine con il timore che il cappello non avrebbe resistito. Le intemperie colpivano anche le migliaia di persone che, nonostante tutto, restavano lì ad applaudirci e ad incitarci. Erano lì per noi! Questo calore, questo affetto, questa vicinanza mi hanno fatto davvero sentire fiero e orgoglioso di essere un alpino. Alla fine della sfilata un amico alla sua prima adunata mi ha detto: «Grazie, grazie di cuore per avermi fatto provare come ci si sente a far parte del Corpo degli alpini».

    Marco Franz, 14º rgt. alpini.

    VITTORIO VENETO

    Rispondo d’istinto, L’Aquila. Tarzo, il gruppo alpini a cui sono iscritto, è gemellato dal 1994 con il Gruppo di Paganica. Il giorno successivo al 6 aprile 2009 ci siamo subito mobilitati per prestare il nostro soccorso alla terra abruzzese colpita dal terremoto ed è così che abbiamo realizzato, proprio a Paganica, la Casa degli alpini. Come dire, due Gruppi un cuore solo.

    Francesco Introvigne, sergente 7º rgt. alpini.

    TRIESTE

    Per me è stata certamente quella del 1961 a Torino. Finita la naja nel 1960 partecipavo all’evento alpino unitamente al commilitone Renzo Zambonelli e ai numerosi nostri soci, la gran parte dei quali reduci di guerra. Trovammo una città imbandierata come non mi era mai capitato di vedere: Torino prima capitale d’Italia, festosa, accogliente, bellissima. Entusiasmo, partecipazione di folla, un godimento nel vedere un’Italia risorta dalle rovine della guerra. Alla sfilata poi, al passaggio della Sezione, una cascata di fiori lungo tutto il percorso con entusiastici battimani e acclamazioni per Trieste che esprimeva l’amore dei torinesi, ricordando il suo recente passato glorioso e tragico allo stesso tempo. Alla fine del percorso ho avuto la fortuna di incontrare il mio colonnello comandante diventato generale, Aldo Bricco. Che emozione ritrovare quell’ufficiale che sapeva infondere dignità ai suoi uomini! Poi un salto a Rubello d’Asti, ospiti in una fattoria. Indimenticabile anche quella e potete immaginare perché.

    Gianpiero Chiapolino, caporale maggiore 11º Alpini da posizione.

    PORDENONE

    Nonostante le oggettive difficoltà logistiche, il clima puramente alpino che si respirò in quei giorni, fa di Asiago un’Adunata unica per tradizione e valori alpini. Indimenticabile la cerimonia in Ortigara.

    Ilario Merlin, tenente 2º rgt. genio.

    VALSESIANA

    L’adunata che di più porto nel cuore è quella di Pordenone, nel 2014: è stata la prima Adunata nella quale ho sfilato con cappello Alpino e costume tipico valsesiano. Quello che di più nella vita mi rende fiera di me stessa? L’unione tra spirito alpino – che sento prezioso – e le mie maestose montagne.

    Sara Scarone, caporale Centro di Addestramento Alpino di Aosta.

    ALESSANDRIA

    L’Adunata che più mi è rimasta nel cuore è quella di Catania, nel 2002, per la bellezza della terra e l’ospitalità del popolo siciliano.

    Daniele Bertin, Reparto comando e supporti tattici, brigata Taurinense.

    BOLZANO

    La testa mi suggerisce quella di Bolzano nel 2012, perché si è tenuta nella mia città dopo 63 anni, ma il cuore e i ricordi mi portano a quella di Bassano del 2008. Fin da bambino vedevo appesa una foto in bianco e nero a casa dei miei nonni e ogni volta che, incuriosito, chiedevo spiegazioni, mio nonno Battista (classe 1918, btg. Vestone, reduce dal fronte occidentale, da quello greco-albanese e dalla battaglia di Nikolajewka), mi raccontava che nel 1948 insieme al nonno materno Luigi e allo zio Piero parteciparono all’Adunata di Bassano, facendosi fotografare sotto il monumento del generale Giardino. Sessant’anni dopo ho voluto fare la foto nello stesso luogo, con mio fratello.

    Paolo Massardi, Comando Truppe Alpine.

    BIELLA

    Dopo tanti anni di impegno ho diradato la mia presenza alle manifestazioni. Poi è arrivata l’Adunata di Piacenza e l’aria alpina che ho respirato in quell’occasione mi ha riportato alla passione che avevo in gioventù! Da Piacenza non ne ho mancata una… quindi… arrivederci ad Asti!

    Silvio Biasetti, 103 anni, artigliere del 1º reggimento. Reduce di Grecia, fu fatto prigioniero, fucilato dai tedeschi e creduto morto.

    CASALE MONFERRATO

    Catania è indubbiamente la più bella! È stata una scelta coraggiosa che ha portato gli alpini ad assaporare l’ospitalità di una terra a molti sconosciuta. E in uno scambio virtuoso i siciliani hanno potuto conoscere meglio gli alpini. Ecco perché le nostre grandi manifestazioni dovrebbero esser celebrate dove meno ci conoscono! Gian Luigi Ravera, 6º reggimento artiglieria da montagna. SALÒ Piacenza 2013 è stata un’adunata che ricordo con piacere e nostalgia… Dopo aver sfilato sui mezzi dei reduci mi hanno accompagnato in tribuna con il mio amico Antonelli Giovanni (classe 1917). Lì ci hanno coccolato e ci hanno dato perfino da mangiare! Un bel ricordo, anche perché il Giovanni l’anno scorso è “andato avanti”.

    Angelo Beltrami, reduce classe 1921, 53ª compagnia, btg. Vestone.

    IVREA

    L’Adunata nazionale più bella è stata quella di Bassano, nel 2008, per la grande emozione provata durante la cerimonia sul Monte Grappa.

    Giovanni Donato, 34ª Compagnia, battaglione Aosta.

    CANADA

    Il tempo può essere bello o brutto, le Adunate degli alpini, invece sono sempre belle! Quella che porto nel cuore è Piacenza nel 2013. Tredici alloggi popolari ristrutturati hanno ospitato più di 60 penne nere provenienti dall’Europa, dall’Argentina, dal Canada e dagli Stati Uniti. Ricordo l’inaugurazione del Palazzo alpino, il taglio del nastro, la cerimonia religiosa e l’abbraccio tra me e l’allora Presidente Corrado Perona. È già buio mentre sfila lo striscione ‘arrivederci a Pordenone nel 2014’.

    Gino Vatri, 3º art. mont.

    SAVONA

    Un’Adunata nazionale indimenticabile per me? Asiago 2006! Neo Presidente di Sezione ho sempre nel cuore un cumulo di forti emozioni e di brividi, conditi con pioggia, fango, disguidi vari, fatica per la salita sull’Ortigara e festa con i miei alpini. Adunata irripetibile e… alpina.

    Gian Mario Gervasoni, btg. Tirano, brig. Orobica e poi Compagnia comando del 2º rgt. Taurinense.

    IMPERIA

    L’Adunata di Firenze nel 1975 è stata la migliore, perché s’inserì nello splendore di una città unica. Fu la mia prima adunata e come il primo amore che non si scorda mai. Mi è rimasta nel cuore.

    Artigliere Luigi Bera, classe 1947, 1º reggimento, gruppo Aosta.

    AOSTA

    Bari nel 1992 e Catania nel 2002. Normalmente le nostre adunate si svolgono quasi sempre al Nord dove la cultura alpina già di per sé crea un’atmosfera del tutto particolare, al Sud invece devono veramente creare un certo qual spirito. Ed è proprio nelle Adunate al Sud che ho riscontrato che non mancava nulla rispetto a quelle ‘montane-nordiche’. Credo che in questo abbia fortemente inciso lo spirito gioviale e di ospitalità della gente che ci ha fatto sentire a casa, spesso invitandoci nelle proprie abitazioni come fossimo amici.

    Carlo Bionaz, Auc a Foligno, sergente gruppo Susa e sten. gruppo Aosta.

    COMO

    Non ho alcun dubbio. La migliore Adunata è quella che sto aspettando da un anno; praticamente dal momento preciso in cui è finita la precedente. Ed è proprio l’attesa a darmi la certezza che si tratterà di un’adunata migliore di tutte le altre, perché tutto ciò che si desidera a lungo ha un sapore diverso, un gusto che credi di conoscere ancor prima di averlo assaggiato. So già esattamente tutto quello che farò, ma sono sicuro che mi piacerà più dell’anno scorso e ancor più di due anni fa. E vivo in anticipo con entusiasmo tutte le nostre cose, quelle alpine, che ci fanno star bene quando siamo insieme. E più siamo, meglio è, perché gli entusiasmi si sommano e sentiamo il sole sulla pelle anche se piove, ci lamentiamo per le lunghe attese in ammassamento, ma siamo contenti di sopportarle con gli amici. Poi, quando la Sezione inizia a sfilare, aspetti solo il momento di passare davanti alla tribuna, con la precisa sensazione che tutti stiano guardando te. Sensazioni che provo ogni anno e che per tutto l’anno sogno di riprovare. Se non vivessi così l’attesa dell’adunata, non mi verrebbe nemmeno voglia di partecipare!

    Chicco Gaffuri, 62º Corso Auc, capitano 3º rgt., btg. Susa.

    VALDAGNO

    Per me le Adunate sono state tutte belle, non ne ho mancata una, dal 1967 in poi. Fate voi il conto!

    Bruno Sandri, 7º rgt. alpini.

    VAL SUSA

    L’adunata più bella che io abbia vissuto è stata quella del 1999 a Cremona. Non che le altre siano state brutte, ma quella la ricordo in modo particolare perché ho trovato una città dalle dimensioni giuste per offrire l’abbraccio più caloroso. Diffido sempre delle grandi città perché sono più dispersive; Cremona l’ho trovata… giusta, oltre che essere una bella città. Ho anche trovato la popolazione estremamente calorosa. Ricordo che ovunque andassi erano sempre tutti cordiali, prodighi di complimenti. Ma proprio tutti! In seconda posizione metto L’Aquila, dove ho ritrovato l’affetto della gente e la morte nel cuore nel girovagare tra le macerie. Un’Adunata in cui la Sezione aquilana ha dato il meglio di sé nell’organizzazione.

    Dario Balbo, 51º corso Auc, tenente 6º Alpini, btg. Trento.

    ACQUI TERME

    Ho vissuto 41 Adunate da quando mi sono congedato, ne ho perse 15 per motivi vari e 10 le ho fatte con il Son. La più bella? Impossibile a dirsi! Al ritorno a casa dopo aver sfilato, ricomincia sempre il countdown per la successiva! Che sicuramente sarà la più bella.

    Roberto Vela, 8º Alpini, btg. L’Aquila.

    OMEGNA

    La mia prima Adunata, a Genova nel 1980. In quell’occasione ebbi la fortuna di sfilare come reparto in armi con i miei commilitoni del 98º corso Auc. Sotto la guida dell’allora capitano Abrate, stavamo imparando a diventare ufficiali degli alpini. E da quel giorno imparammo a conoscere chi erano veramente gli alpini. Igor Bettoni, sottotenente btg. Aosta.

    BERGAMO

    La prima, dice il proverbio, non si scorda mai. Per me la prima Adunata è stata proprio nella mia città, Bergamo, nel ‘62 a pochi mesi dal mio secondo congedo. Nell’occasione è stato inaugurato lo stupendo monumento all’Alpino che si erge al centro di Città Bassa. Io c’ero, quei giorni per me sono indimenticabili, ma l’Adunata più emozionante l’ho vissuta a Bari nel ‘93, trent’anni dopo. Ero partito da Bergamo con una tradotta, dove ho poi dormito per i giorni dell’Adunata. Il viaggio in treno mi ha ricordato la storia di Lucia; una signora anziana, vicina di casa e amica di famiglia, che aveva perso il fidanzato sui monti della Grecia, alpino dell’Edolo, al quale aveva giurato fedeltà per tutta la vita e per questo non aveva più voluto sposarsi. Quando mi vedeva con il cappello alpino il suo sorriso era più luminoso del sole e mi raccontava del suo “moroso”. Dopo giorni di bagni di folla tra la calorosa gente di Bari, giunse il giorno dell’Adunata. Mi ricordo un largo viale che saliva verso il cielo – forse era un cavalcavia o una sopraelevata – con due folte ali di folla sui lati: tanta, tantissima gente che cantava sommergendo il suono delle fanfare. E tutti gli alpini ad adeguare il passo al canto di ‘O surdato ‘nnamurato’ e poi unirsi al coro: “Oje vita, oje vita mia/ oje core ‘e chisto core…”. Giunto sul culmine del viale mi si è mostrato l’azzurro del mare, uno spettacolo grandioso, unico. Più che marciare, sembrava di volare. Allora mi sono tornati alla mente i racconti di Lucia, i Caduti sui monti della Grecia e ho immaginato che questi stessero venendoci incontro marciando sul mare. Ebbene in quel momento il mio viso si è bagnato di grossi lacrimoni. Ancora oggi, rivivo quella scena.

    Luigi Furia, artigliere alpino 6º reggimento.

    SARDEGNA

    Per me l’Adunata più bella è stata a L’Aquila perché lì vi ho fatto servizio. Ricordo un centro storico bellissimo e rivedere la città tutta puntellata mi ha colpito, ma tornandoci mi sono ricordato di quando ero un giovane sottoufficiale…

    Carlo Abis, maresciallo btg. logistico, brigata Tridentina.

    INTRA

    L’Adunata più bella è stata quella di Bolzano, la mia prima da presidente, perché è dove ho fatto la naja… è stato un ritorno a casa, pieno di ricordi, emozioni e nostalgia.

    Gian Piero Maggioni, 2º Genio guastatori, btg. Iseo.

    GENOVA

    Cortina nel 1953, la mia prima adunata dopo la guerra e la prigionia, ma è stata a Roma l’anno successivo quella della quale mi è rimasto un ricordo indelebile. Partito da Genova con degli amici di naja, incontrai dei compagni che avevano diviso con me le peripezie della guerra e che ci fecero visitare in lungo e il largo tutta la città. Che emozione.

    Lodovico Portesine, classe 1918, battaglione Ceva.

    COLICO

    1981, 54ª Adunata nazionale di Verona, perché è stata la prima dopo il servizio militare. È seguita una serie ininterrotta di 36, tutte straordinariamente belle e coinvolgenti ma… il primo amore non si scorda mai.

    Luigi Bernardi, maggiore 5º Alpini.

    MOLISE

    L’Aquila. Al di là dei vincoli che, come molisano, mi legano ai fratelli d’Abruzzo che ho riabbracciato con enorme piacere, sintetizzo i motivi della mia preferenza, nell’aver potuto rivedere i luoghi, dove ero accorso con l’Unità di Protezione Civile, lo stesso giorno del devastante sisma e trovarli, insieme ai suoi meravigliosi abitanti, a eccezione del centro storico, sulla via di una progressiva rinascita. A testimoniare che L’Aquila, simbolo della forza d’animo della città, della Sezione e della Regione tutta, ha ripreso ad arabescare i cieli d’Abruzzo dei suoi possenti voli.

    Sebastiano Martelli, 11º Alpini d’arresto.

    LATINA

    L’82ª Adunata nazionale a Latina è annoverata tra le più belle dal 1920. Gli abitanti della città, che da principio avevano temuto “l’invasione” degli alpini, ipotizzando di lasciare le abitazioni trasferendosi altrove, dovettero ricredersi e, richiamati dall’eco di cori festosi nelle piazze, cominciarono a vivere i momenti più salienti dell’adunata: arrivo della Bandiera di guerra, cittadella militare, cori, fanfare… per finire con l’indimenticabile sfilata degli 80mila. Al termine la città, commossa e grata, si è stretta agli alpini serbando nel cuore il ricordo del calore umano e dello spirito di comunione e solidarietà delle penne nere. Francesco Totaro, colonnello 7º Alpini.

    CUNEO

    Dato che erano quasi 40 anni che non l’avevamo direi… Cuneo! Vedere piazza Galimberti gremita il sabato sera è stato indimenticabile. Le Adunate però sono tutte belle perché sono simili, ma diverse nella particolare accoglienza della popolazione che le ospita.

    Giuseppe Delpopolo, autoreparto Tridentina.

    NOVARA

    La più bella Adunata è quella che dobbiamo ancora vivere. L’aspettiamo per un anno, la immaginiamo come vogliamo e la viviamo per come sarà.

    Gianpaolo Bertaglia, 4º Alpini.

    LA SPEZIA

    Non saprei, le Adunate sono state tutte indimenticabili! Pensandoci bene, quella di Napoli mi è rimasta nel cuore per il calore e la partecipazione della città. Però, se devo essere sincero, l’Adunata più bella è sempre quella che deve ancora venire.

    Alfio Fontanabuona, 18º corso Acs Smalp Aosta.

    BRESCIA

    Si dice che l’Adunata più bella sarà sempre la prossima, perché incontrerai nuove persone e nuovi luoghi, ma a me è rimasta nel cuore quella del 2000, nella mia città, Brescia. La prima del nuovo millennio, una delle ultime con ancora la naja e con tantissimo sole. Giorni davvero bellissimi.

    Massimo Cortesi, 91º Corso Auc, 5º Alpini, btg. Edolo.

    VALTELLINESE

    Sicuramente la 55ª a Trieste! Città appena restituita all’italianità, un’accoglienza indimenticabile! Eravamo solo con il vessillo e cinque gagliardetti: Torre S. Maria, Tresivio, Sondrio, Morbegno e Chiavenna, ma che festa, che emozioni! Anche lo scorso anno a L’Aquila mi sono commosso, mi sono entusiasmato per il calore e l’accoglienza degli abruzzesi!

    Enea Cometti, 5º Alpini, btg. Tirano.

    MASSA CARRARA

    Sono rimasto veramente impressionato nei giorni passati a L’Aquila per l’Adunata nazionale, per come la popolazione ci ha abbracciato con gratitudine, memore dell’aiuto che gli alpini hanno portato nei giorni drammatici dell’emergenza “post sisma”. Anche nelle precedenti Adunate siamo sempre stati accolti con amicizia, ma a L’Aquila si è respirato un clima particolare. Gli aquilani “gente di montagna” sanno che gli alpini “gente di montagna” onorano i morti aiutando i vivi, e fanno tutto ciò non con le parole, ma con i fatti, con altruismo e generosità.

    Gianni Romanelli, 7º Alpini, brigata Cadore.

    LECCO

    Partecipai alla prima Adunata con cappello alpino (fin da bambino vi andavo come famigliare) a Trieste; da poco avevo terminato il servizio di prima nomina al gr. art. da montagna Pinerolo a Susa. Con me alcuni altri ufficiali e anche la mia piccolissima figlia Ilaria, quasi neonata. Sfilammo con orgoglio dietro il vessillo della Sezione di Lecco, Presidente Sandro Merlini. L’atmosfera, la città, l’accoglienza furono indimenticabili e noi eravamo giovani pieni di speranze e di entusiasmo.

    Luca Ripamonti, capitano gruppo artiglieria da montagna Pinerolo.

    BARI, PUGLIA E BASILICATA

    Cremona, 72ª Adunata 1999: “Era una notte che pioveva” e che, nella tenda, bagnava i vestiti riservati per la sfilata: furono indossati e poi… asciugati.

    Luigi Leo, ufficiale medico sten. 6º art. mont., gruppo Agordo.

    REGGIO EMILIA

    Correva l’anno 1997, e, complice il bicentenario della nostra Bandiera nata proprio a Reggio Emilia il 7 Gennaio 1797 (a quel tempo denominata “della cispadana”) si è tenuta l’Adunata nazionale dell’Ana. Reggio Emilia è terra del generale Reverberi. La cittadinanza rispose con slancio alla allegra invasione di penne nere, rimanendo meravigliata di come venne lasciata la città dal punto di vista del decoro ed ordine, al termine delle manifestazioni. La memoria dell’Adunata è rimasta così impressa nella cittadinanza, che grata, dei fatti del 1997, chiede “quando ritornerete?”.

    Ettore Benassi, sergente 4º Alpini.

    MONDOVÌ

    Ricordo con emozione e nostalgia la mia prima Adunata a Udine nel 1983. Il viaggio in treno con tanti amici, l’arrivo nell’accampamento, la prima sfilata e l’entusiasmo della gente. Poche le comodità ma così tanto vero spirito alpino in mezzo a noi.

    Armando Camperi, 2º Genio trasmissioni.

    DOMODOSSOLA

    L’Adunata di Padova perché, finalmente, nella Sezione di Domodossola nasceva la fanfara Alpina Ossolana: tra i fondatori il sottoscritto diede il suo piccolo contributo. È un sogno che tutt’ora continua.

    Giovanni Grossi, 11º Alpini d’arresto, btg. Val Fella.

    TORINO

    Le nostre Adunate sono tutte belle ed emozionanti. Quella che mi è piaciuta di più è stata a Cuneo; non lo dico per simpatia ma per l’organizzazione e per il modo in cui hanno seguito e accompagnato noi reduci, facendoci sentire veramente protagonisti.

    Giovanni Alutto, classe 1916, reduce di Russia, divisione Cuneense.

    PINEROLO

    È quasi impossibile rispondere in modo obiettivo a questa domanda perché tutte le Adunate sono bellissime, irripetibili ed uniche. Quando la stanchezza per le fatiche quotidiane sembra essere insopportabile, basta un pensiero al mese di maggio e torna il sorriso. Per noi piemontesi sono indimenticabili piazza Galimberti a Cuneo e le piazze San Carlo e Castello a Torino che sono diventate, per una sera, il salotto degli alpini, anziché quello dei torinesi.

    Domenico Odetti, 3º Alpini.

    VARESE

    Ogni Adunata nazionale è a mio parere evento stupendo, sia per le caratteristiche locali che per l’accoglienza della popolazione. Ricordo in particolare la 77ª Adunata di Trieste, occasione nel maggio 2004 di una grande festa, per ricordare in modo solenne il cinquantenario del ritorno nel 1954 della città all’Italia. È stata un’occasione eccezionale, perché ha unito in un solo coro l’amor patrio degli alpini col popolo triestino a sottolineare dopo cinquant’anni l’importanza del ritorno di Trieste al “patrio suolo”.

    Luigi Bertoglio, 5º art. mont., gruppo Sondrio.

    NAPOLI

    Presente ad ogni raduno, sicuramente il più bello è stato quello di Bari, non disdegnando l’ultima Adunata fatta a Cuneo…

    Clemente Famà, brigata Tridentina.

    SICILIA

    L’adunata più bella? Facile, tutte! Al di là dell’ovvio quella incisa, quando il nostro… carattere ha manifestato la sua. Sì Reggio Emilia per me, la naja stava per morire. Noi sapevamo che ai nostri figli e nipoti avrebbero tolto quella insostituibile… prova da uomini! Tutti sfilammo portandoci il cappello sul cuore davanti alle tribune, quello che “non ci stava” il presidente Scalfaro storse ulteriormente il naso. Noi quelli del tricolore, della Patria, dell’onore, del dovere, quelli del cappello sul cuore… saldi al pezzo.

    Giuseppe ‘Bepi’ Fornasier, 3º art. mont. Julia.

    PAVIA

    Dire quale è stata l’Adunata più bella mi è difficile, perché tutte sono belle anche se diverse le une dalle altre. Proverò ad indicarne una con un particolare ricordo… Torino 1977. Allora non mi ero ancora avvicinato all’Associazione, e un mio amico, sten. appena congedato mi propose di andare a vedere. Siamo partiti la domenica mattina con la sua 127 e arrivati lungo il percorso della sfilata devo dire che rimasi impressionato, sbalordito ed emozionato dallo spettacolo. Ricordo i molti reduci, alcuni indossavano vecchie uniformi della guerra di Libia. Quando arrivò la Sezione di Pavia, entrammo nella sfilata e abbiamo concluso la nostra giornata dimenticandoci anche di mangiare.

    Carlo Gatti, 1º art. mont., gruppo Susa.

    MILANO

    È sempre difficile raccontare il profilo emozionale di un’adunata, ma quella che ad oggi è più viva dentro di me è senza dubbio L’Aquila 2015. È stata un’adunata ricca di emozioni e carica di significato: camminare tra le vie della città lasciava una sensazione strana addosso, da una parte i colori, la festa dell’adunata, dall’altra i segni indelebili del terremoto del 2009. Durante la sfilata si poteva percepire l’affetto degli aquilani, ma soprattutto la loro grande voglia di ricominciare e la loro riconoscenza verso gli alpini che, nei giorni terribili del terremoto, sono stati al loro fianco sempre, senza mai lasciarli soli. Dopo un’adunata così senti una grande carica addosso e sai che ti rimarrà dentro per giorni!

    Daniela Barindelli, mininaja.

    MODENA

    Dopo la prima del 1957 a Firenze, a cui partecipai come alpino del Gruppo di Pavullo nel Frignano, ne ho fatte tante sino all’ultima del 2012 a Bolzano, dove me la sono ancora sentita di sfilare. Però una fra tutte, che mi ha regalato tante emozioni, è quella di Torino nel 2011: ho sfilato dall’ammassamento fino a Piazza Castello, dove mi attendevano le mie figliole. Sfilare a 96 anni alle spalle del vessillo sezionale di Modena, che avevo scortato per sei anni come Presidente, dal 1989 al 1994, fra quelle ininterrotte ali di folla festante, fra tanti battimani e incitamenti, è stato molto bello, veramente indimenticabile.

    Trento Montanini, sergente del Genio alpino.

    ABRUZZI

    Per me è stata l’Adunata di Torino, la più completa, quella che raccoglie meglio lo spirito alpino. Per il 150º Torino ha tirato fuori la sua vera faccia, di grande città. Eppure ho questa immagine dei torinesi scesi in piazza, sulle tribune… erano centinaia di migliaia; lì ho sentito il cuore. Davvero una grande Adunata!

    Giovanni Natale, 11º Alpini.

    MARCHE

    Direi Torino sotto tutti gli aspetti e anche perché, occasione in cui è stata “coniata”, per noi alpini marchigiani, ad opera del nostro inossidabile referente per il Centro Studi art. mont. Enzo Agostini, la ormai ricorrente frase che immancabilmente cantiamo in occasione di ogni nostro brindisi alpino: “Alziamo il bicchiere, facciamo cin cin…”.

    Sergio Mercuri, Comando IV Corpo d’Armata.

    FIRENZE

    L’adunata più bella? Quella che non ho fatto, Firenze 1975. Avevo vent’anni e non avevo ancora fatto la visita di leva. Non conoscevo gli alpini. Quel venerdì tornai a Firenze dopo una settimana di lavoro fuori sede e la trovai invasa dalle penne nere. Non sapevo chi fossero ma nei due giorni seguenti, li conobbi, parlai con loro, cantai e bevvi notevoli bicchieri di vino in allegria. Mi raccontarono le loro storie e la loro storia, seguii la sfilata. Meno di due anni dopo ero sul treno per Aosta: destinazione Smalp. E non li ho più lasciati.

    Marco Ardia, 83º corso Auc, maggiore 8º alpini, btg. L’Aquila.

    MONZA

    Dalla prima, nel 1975 a Firenze: eravamo in divisa da Auc e venivamo dalla gloriosa Sausa di Foligno. E poi Torino nel 1988, la mia prima da Capogruppo. Sfilare in prima linea, che emozione! Il ricordo si fa vivo e pieno di simpatia pensando a Cremona dove, dopo 23 anni, ho incontrato con piacere il mio Capitano del “Berghem de Sass”. E ancora Bolzano per l’accoglienza calorosa della città imbandierata di tricolori e L’Aquila città riconoscente per quanto fatto dagli alpini dopo il terremoto. E potrei continuare, ma la domanda si fa incalzante: quale è stata l’Adunata più bella? La risposta è spontanea e viene dal profondo del cuore: la prossima, quella che deve ancora venire!

    Roberto Viganò, 5º art. mont., gruppo Bergamo.

    CREMONA

    Per parlare dell’Adunata più bella basterebbe scrivere: tutte! Ogni Adunata ha sue particolarità uniche e irripetibili; probabilmente perché è stata la mia prima da Presidente, sicuramente perché ricordava la prima Adunata voluta dai nostri veci, ma quella di Asiago ha avuto, per me e Stefano che mi stava al fianco portando il vessillo, un sapore tutto speciale: partiti scambiando qualche parola, abbiamo finito con le lacrime agli occhi e il groppo in gola emotivamente travolti dai ricordi e dall’incredibile spettacolo del viale che sale verso il Sacrario stracolmo di… italiani!

    Carlo Fracassi, tenente 104º corso Auc.

    SALUZZO

    Quella nel 2007 a Cuneo è stata straordinaria per il calore della gente!

    Giovanni Bertino Fiolin, artigliere alpino.

    BOLOGNESE ROMAGNOLA

    Era l’Adunata nazionale del 1979 a Roma, non era la prima Adunata, non sarebbe stata l’ultima, ma come porta-cartello della mia Sezione sono avanti a tutti, con l’emozione e l’orgoglio di sfilare in questa bellissima città, con i suoi monumenti, le sue piazze, la sua gente sempre disponibile, le sue trattorie, la sua millenaria civiltà romana.

    Paolo Emilio Venturi, 3º art. mont., gruppo Udine.

    PISA LUCCA LIVORNO

    Siamo ritornati a L’Aquila dopo 6 anni dal terremoto. Era doveroso ritrovarsi a Fossa, volevamo rivedere il Villaggio alpino che, ancor oggi, ospita le famiglie in attesa della loro casa. Un villaggio destinato a rimanere anche dopo l’emergenza quale significativo monumento di amicizia e solidarietà alpina. Nell’attraversare quei viali, accompagnati dalle mogli, abbiamo notato il suggestivo addobbo floreale. Un abbellimento che esprimeva la grazia femminile e il desiderio di umanizzare le costruzioni, modeste per ampiezza, ma immense per il loro significato. E ritornavano alla mente le parole del sindaco di Fossa Luigi Calvisi: “Per la nostra comunità di 700 abitanti l’incontro con gli alpini è stato come la realizzazione di un sogno”. In occasione della 56ª Adunata nazionale di Udine nel 1983, tornammo a visitare la città di Osoppo, sede operativa dei volontari della nostra Sezione intervenuti 7 anni prima per portare aiuto ai fradis dopo il terremoto. La città risollevata dalla tragedia presentava ancora, qua e là, cumuli di macerie a testimonianza della tragedia, nascosti da semplici ornamenti floreali. Siamo stati colpiti da queste analogie ricolme di grande significato. Ci siamo sentiti fieri e orgogliosi dei nostri valori. Fieri di appartenere a quella grande Famiglia che è l’Associazione Nazionale Alpini.

    Florio Binelli, 6º rgt. alpini.

    PIACENZA

    Qual è stata la mia Adunata preferita? Direi Piacenza, ma troppo scontata, proprio sotto casa; allora Bergamo dove ho potuto incontrare tantissimi commilitoni.

    Gianluca Gazzola, tenente 5º art. mont., gruppo Bergamo.

    ROMA

    Non posso dire altro che L’Aquila! Perché? L’attaccamento all’Abruzzo dove per decenni ho trascorso tutti i weekend, e non solo, fra le sue montagne, i ricordi unici dei mesi al comando del plotone esploratori del btg L’Aquila, la profonda amicizia con tanti abruzzesi. Un’adunata qui è stata la realizzazione di un sogno a lungo portato avanti con tutti loro, una scommessa vinta con chi non ci credeva, inoltre con l’esperienza unica di aver fatto parte del Coa, che, credetemi, ha lasciato il segno! Ma il ricordo più forte emotivamente parlando non può essere altro che quello di aver visto le facce delle persone colpite dal sisma in lacrime per il trauma i giorni successivi al terremoto e in lacrime per la gioia durante i giorni dell’Adunata.

    Federico di Marzo, 99º Corso Auc.

    LUINO

    Ricordo Aosta, quando ci fu chiesto di organizzare il Congresso Ifms 2004 seguito da una forte fratellanza tra i soldati di montagna stranieri, in particolare spagnoli sempre numerosi ai nostri annuali raduni, e la nostra Sezione. Rivivo L’Aquila, quando durante un giro nelle strade di Fossa due signore anziane ci pregarono di visitare le loro case costruite dagli alpini. Due episodi distanti e differenti, ma che valgono la stessa parola: amicizia. Cioè “amici per sempre” all’insegna del nostro Vogliamocibene.

    Michele Marroffino, 4º Alpini, btg. Aosta.

    VERCELLI

    Quella indimenticabile è stata nel 2011 a Torino, nel 150º anniversario della nascita della nostra Italia, perché era la mia prima adunata da presidente della Sezione. Sfilare davanti ai miei alpini è stata una sensazione indescrivibile; le persone, il loro sano entusiasmo, il coinvolgimento, gli applausi e gli incitamenti ti spingevano in piazza San Carlo, quasi volando. Ricordo il piacere di essere lì, di vivere un momento magico non solo per gli alpini ma condiviso da tutta la città. Tante emozioni che rimarranno sempre impresse nel mio cuore di italiano e di alpino della brigata Taurinense.

    Piero Medri, tenente 78º corso Auc.

    SVIZZERA

    L’Adunata più bella è sicuramente la prossima, quindi Asti. Per noi alpini all’estero sarà come ripercorrere un rientro in Patria. Asti in quei giorni sarà la nostra casa e la città, la gente e gli alpini, la nostra famiglia. Risentiremo le emozioni di tutte le adunate passate e ci faremo riabbracciare dal calore di questi momenti indimenticabili.

    Fabio Brembilla, 5º rgt. alpini.