In attesa degli alpini, con un sorriso

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    Città d’acque e di case affrescate, Treviso si prepara ad accogliere con un sorriso le penne nere in questa grande Adunata. È la terza volta: già nel 1967, esattamente mezzo secolo fa e poi nel 1994, il capoluogo della Marca ha ospitato gli alpini che hanno pacificamente invaso il centro storico racchiuso dalle mura cinquecentesche.

     

    Tante sono le cose da fare e vedere e assaggiare in questa città medievale, i cui resti romani e paleocristiani fanno capolino tra le vie e le piazze in cui non si deve mai dimenticare di alzare gli occhi per ammirare qualche antico dipinto, i soffitti decorati dei portici, i fregi dei palazzi, le targhe che ricordano personaggi e fatti della storia cittadina. Dalla stazione ferroviaria, il lungo Corso del Popolo conduce fino alla centrale piazza dei Signori, superando il ponte di San Martino dove un tempo giravano le ruote di decine di mulini.

    Treviso fu per secoli “il granaio di Venezia”, dominio di terra della Serenissima Repubblica. Ma fu anche molto di più, attirò l’attenzione di scrittori e poeti, uno per tutti Dante Alighieri che soggiornò nel palazzo dei Da Camino, oggi sede del prestigioso Museo di Santa Caterina dove si è appena conclusa la visitatissima mostra sugli Impressionisti curata da Marco Goldin. Nella chiesa di San Francesco riposa il figlio di Dante, accanto alla figlia di Francesco Petrarca, che pare fosse vissuta nell’antico palazzo che ancora oggi porta le insegne dei Carraresi, in via Carlo Alberto.

    Una città antica, Treviso, ricca di splendide chiese: il Duomo con dipinti di Tiziano e due chiese costruite praticamente una dentro l’alta, San Vito e Santa Lucia, Santa Maria Maggiore – la Madona Granda – innalzata vicino all’ansa del Sile sopra un antico tempio della dea egizia Iside, la chiesa di San Nicolò con Tomaso da Modena (il primo al mondo a raffigurare un uomo con gli occhiali da vista, nel Trecento).

    Per scoprire i segreti di Treviso è bene seguire una guida ma anche lasciarsi andare, imboccare vicoletti stretti che ti portano, come in via San Michele o in Pescheria, quasi a tuffarsi nei canali in cui si specchiano le case con i barbacani. E per riposarsi ci sono decine di osterie in cui magari il panino con la porchetta lo si ordina a metro, su misura. In ogni caso i trevigiani non dimenticano di assaporare in compagnia un’ombra de vin o un più moderno spritz per brindare insieme alla vita.

    Laura Simeoni