Il tesoro ritrovato

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    Articolo di tipo Articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2019 dell’Alpino

    Le prime notizie della presenza nella sede della Sezione Ana di Roma di documenti d’interesse storico relativo alla Sede Nazionale mi furono comunicate, appena assunsi l’incarico di responsabile del Centro Studi, dal Presidente Sebastiano Favero che, in occasione di una visita alla Sezione romana, ebbe l’occasione di visionare alcuni documenti “datati”, grazie alla disponibilità del Presidente sezionale Alessandro Federici.

    Nel 2016 con l’avvio del progetto relativo alle borse di studio sul centenario di fondazione dell’Ana (1919-2019), realizzato in collaborazione con il professor Labanca, due dei tre ricercatori che vi collaboravano, Emanuele Ertola e Federico Goddi, ebbero occasione di visitare a più riprese la Sezione di Roma. Riferirono di aver esaminato diverso materiale relativo soprattutto al ventennio di presidenza Manaresi, ma anche documenti di anni precedenti. Sappiamo che il trasferimento della Sede Centrale dell’Ana da Milano a Roma fu deciso nel 1929, ma che nella pratica avvenne solo nel 1933; fu in quell’occasione che venne spostato l’intero archivio.

    La fortuna, o qualcuno dal Paradiso di Cantore, ha voluto che la sede dell’Ana rimanesse negli stessi locali di via Palombella a Roma dal 1933 fino alla fine del secondo conflitto mondiale; da allora nessuno si preoccupò mai di verificare la documentazione, né di recuperare il copioso materiale documentale anche perché giudicato di scarso interesse o “scomodo” per il fatto che riguardava il periodo fascista. Certamente nel 1946 durante la fase di ricostruzione dell’Ana e il ritorno della Sede Nazionale a Milano, si guardò al futuro, tagliando di netto con il passato.

    Da allora la Sezione di Roma, forse inconsapevolmente, diventò custode di una parte cospicua della nostra memoria. In occasione della 4ª conferenza sul mito degli alpini nella Grande Guerra tenuta presso il Circolo ufficiali delle Forze Armate d’Italia a Roma, lo scorso mese di ottobre ci recammo a Roma il giorno precedente al Presidente Nazionale, ad alcuni consiglieri nazionali e a Mariolina Cattaneo del Centro Studi. L’ospitalità degli alpini romani ci volle a cena in Sezione e, tra un’ottima portata e l’altra, approfittai della disponibilità del Presidente Federici e del Consigliere nazionale di Marzo per visitare gli ampi locali della Sezione. Dopo una rapida visita ai sotterranei e al piano terra, salimmo al primo piano. Mi resi immediatamente conto delle foto, dei quadri, dei disegni e poi anche dei numerosi libri dedicati all’allora Presidente Angelo Manaresi.

    La curiosità e il mio stupore mi portarono immediatamente a coinvolgere il Presidente Favero e Mariolina Cattaneo; potemmo visionare alcuni faldoni con corrispondenza, documentazione storica, foto, disegni ancora nelle buste intestate a quella che era denominata “Sede Centrale dell’Ana”. Un vero tesoro ritrovato e custodito per decenni dagli alpini romani a cui va riconosciuto il grande merito di averlo mantenuto e di averlo messo a disposizione di tutta la nostra Associazione proprio nell’anno del nostro centenario. Una seconda visita più accurata di Mariolina Cattaneo ci ha consentito di inventariare tutto il materiale. Tra i documenti, con immensa sorpresa considerato il grande valore storico e morale della scoperta, è stato ritrovato l’originale dell’atto notarile di fondazione dell’Ana e un documento datato 8 luglio 1919, con le firme dei soci fondatori.

    Al Presidente Alessandro Federici, al consigliere Federico di Marzo e a tutti gli alpini della Sezione di Roma va il nostro più sentito ringraziamento per aver custodito per oltre 80 anni questo nostro grande patrimonio fondamentale per la nostra storia. L’impegno ora sarà quello di rendere disponibile a tutti questo tesoro custodito e ritrovato. Una delle occasioni sarà l’Adunata nazionale a Milano durante la quale come Centro Studi grazie all’impegno di Mauro Depetroni, con l’aiuto del direttore de L’Alpino Bruno Fasani e della redazione, contiamo di riuscire ad allestire una mostra interattiva sulla nostra storia. Siamo certi che la consapevolezza e la conoscenza del nostro passato siano fondamentali per proiettarci verso un futuro di grandi traguardi.

    Mauro Azzi