Il premio Fedeltà alla montagna a un alpino della Val Rendena

    0
    115

    Giove Pluvio non si è intenerito a Caderzone (Trento) per il conferimento del 26º Premio Fedeltà alla montagna all’alpino Giovanni Battista Polla, già del btg. Bolzano, socio del gruppo ANA di Spiazzo, elargendoci una domenica piovosa che però non ha fiaccato la volontà degli alpini. Anzi, la pioggerella e le nuvole che si sfilacciavano tra le pinete della Val Rendena hanno esaltato la cerimonia sviluppatasi sabato 16 settembre e domenica 17. Nella prima giornata visita all’azienda agricola del premiando, al caseificio di Pinzolo e al Museo della malga in Caderzone; la sera i canti dei cori Re di Castello di Daone e Presanella di Pinzolo con un repertorio originale, molto applaudito. Nelle due strutture i visitatori sono venuti a contatto con i metodi che regolano oggi l’allevamento del bestiame e la produzione di formaggio, dove nulla è più lasciato al caso, governati come sono dal computer. Finiti i tempi delle mungiture a mano, dei conferimenti del latte al casello collettore in bidoni individuali, dell’alimentazione dei bovini a mano e a occhio.

    Tutto lucido, tutto moderno, tutto calibrato: vanto di Polla, 63 anni ottimamente portati malgrado le fatiche di anni di lavoro che non esclusero in gioventù l’accompagnamento del padre in terra lombarda quale arrotino e, tanto per non lasciar spazio alla noia, il lavoro nelle risaie della Bassa. Poi nel 1971, con il fratello Carlo, prende in mano l’azienda agricola della famiglia, la potenzia e concorre a salvare dall’estinzione la razza autoctona delle mucche Rendena, creata nel 1600 da un illuminato signore del luogo, ottenuta incrociando i bovini del posto con animali importati dal Tirolo; ne è sortita la razza attuale, fatta da mucche di stazza media, ottime fattrici e produttrici di latte, dal manto marrone scuro, lucidissimo.

    Esse si recano da sole alla mungitura, ovviamente elettrica, all’abbeverata e, fatto straordinario, alla lucidatura del manto accostandosi e facendo funzionare per loro conto una spazzola elettrica che ricorda quelle della pulizia delle auto. I fratelli Polla hanno dunque, reinventato, se così si può dire, la razza che ora spazia nella valle, nelle malghe e anche in aree esterne al Trentino. Volontà e iniziativa danno i loro frutti: Giovanni Battista si dà da fare, entra nella politica locale, per quindici anni è vicesindaco, è presidente dell’ANARE (che non è l’ANA assurta a livello regio ma l’Associazione degli allevatori della Razza Rendena): è una di quelle persone che non sanno stare con le mani in mano.

    Eppure, se lo avvicini, ti accorgi che è un personaggio schivo, modesto, quasi incredulo di essere stato scelto per questo premio, il premio Fedeltà alla Montagna che per l’ANA è il più importante fra tutti quelli conferiti nell’anno e nella sua storia; ai complimenti risponde con un gesto di modestia; per lui lavorare sulla e per la sua terra è normale. Giunge la domenica: Polla riceve il premio dal nuovo presidente della commissione, il consigliere nazionale Marco Valditara; Giovanni Battista, commosso malgrado le apparenze, è attorniato dalla moglie, dai figli e da una nidiata di nipotini in tenera età, vispi e robusti montanari in erba. Il suo capogruppo, Renzo Bonafini, riceve a sua volta il trofeo itinerante per il gruppo di Spiazzo Rendena dalle mani del capogruppo di Scanno, Giuseppe Notarmuzzi, che lo ha custodito per un anno.

    La cerimonia è resa solenne dalla presenza del Labaro scortato dal presidente Perona e da numerosi consiglieri nazionali; presenti il generale Carlo Frigo, comandante militare regionale, il col. Fanni comandante del 2º rgt. genio in rappresentanza del generale Resce, il sindaco alpino Maurizio Polla, 10 altri sindaci. E ancora, 23 vessilli, 90 gagliardetti, 12 gonfaloni, lo stendardo dei vigili del fuoco volontari di Pelugo, altro centro della valle e un buon numero di alpini tra cui spiccano gli abruzzesi con il vincitore dell’anno scorso, l’alpino Dino Silla di Scanno.

    Ha celebrato la S. Messa monsignor Augusto Covi cappellano da sempre , prima delle truppe alle armi ora della sezione di Trento, che proprio la settimana scorsa ha celebrato i suoi 50 anni di sacerdozio; a latere don Michele Traficante, proveniente da Pescara. La Commissione del premio allora presieduta da Attilio Martini, oggi vice presidente ANA composta da Valditara che lo ha sostituito nella carica a giugno, dai consiglieri Cason e Gazzola e dal revisore dei conti Cadore, (Arnoldi è subentrato a giugno) ha saputo scegliere, senza togliere alcun merito a chi non ce l’ha fatta : sul podio il primo posto è uno solo. Per amor di statistica ricordo che il premio è stato vinto otto volte dai piemontesi, cinque dai veneti, due da toscani, friulani, lombardi, liguri e abruzzesi, una da laziali, emiliani e trentini.

    Icaro Taddese


    GIOVANNI BATTISTA E LO SPIRITO ALPINO

    Giovanni Battista Polla, vincitore del Premio Fedeltà alla montagna 2006, è un uomo semplice, un uomo di montagna che per raccontarsi, anziché le parole, preferisce mostrare la sua azienda, la sua stalla, il suo maso e le sue mucche. E così lo ascoltiamo e guardiamo attorno a noi ciò che lui e la sua famiglia hanno saputo costruire in tanti anni e con tanta fatica.

    Ci racconta che da bambino, nei mesi invernali, il padre lo portava con sé in terra di Lombardia per insegnargli il mestiere dell’arrotino e ancora nella Bassa a falciare il riso. Ma quel bimbo aveva nel sangue e nei sogni le sue montagne e ritornato lassù prese passione (come dice lui stesso) per quella razza di mucche autoctona e con tanti sacrifici riuscì a salvarla da un’estinzione quasi certa.

    Ora la sua azienda è grande e governata dalle più moderne tecnologie, ma Giovanni Battista, rimasto antico vacaro , porta ogni anno per diversi mesi le sue mucche all’alpeggio, le riconosce tutte e le chiama per nome; per lui e per i suoi familiari non ci sono vacanze né giorni di festa: la loro esistenza segue il corso delle stagioni e l’armonia della natura.

    È contento e commosso per aver vinto questo premio e durante la cerimonia dice anche lui due parole: ringrazia l’Associazione e la Commissione anche per la bella festa che proprio non si aspettava, e conclude: Ringrazio tutti e in tutti c’è dentro tutto! . Semplici parole, come semplice è il gesto del presidente Perona che felice lo stringe in un abbraccio fraterno. Prima di lasciare l’azienda Polla do un ultimo sguardo a quelle montagne ricoperte di larici e d’abeti e a quelle mucche, colore dell’ebano, che sanno arrampicarsi così leggere.

    Poi saluto Giovanni Battista Polla, uomo, alpino e allevatore: i suoi occhi segnati dalla fatica sono però felici e se ci guardi dentro potrai leggere il vero spirito di questo Premio: quella straordinaria Fedeltà alla montagna che dura da una vita intera.

    Mariolina Cattaneo

    Guarda le foto
    L’albo dei premiati