Il ministro e il cappello

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    Con riferimento alla lettera “Il ministro e il cappello” riportata sulla rivista n. 6/2015, in particolare la sua risposta mi sembra una spiegazione molto tirata. Il dato fondamentale è che le regole che ci siamo dati, non solo sono poco conosciute, ma ancor meno applicate, ovvero applicate solo ad alcuni (la povera vedova). 

    Le persone, immagino, che si trovavano sul palco sono o invitati o facenti parte della “casta”, le cosiddette “giacche blu con bottoni dorati”. Penso che quel gesto che lei definisce “una mano da dietro” sia avvenuto da uno di questi ultimi, dimostrando, appunto, di non conoscere lo Statuto.

    Pietro Antonio Pellizzaro, Capogruppo di Selva di Montebello Vicentino

    Premesso che il ministro non sfilava, visti i riferimenti che fai, mi sembra caro amico, che tu tenda a vedere solo due colori. O bianco, o nero. La vita, se vogliamo che funzioni, ha anche i colori pastello, che sono belli e importanti come tutti gli altri. E non si tratta dei colori del compromesso, ma dell’equilibrio.