Il calore dei pordenonesi durante la sfilata il vero successo dell’Adunata

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#alpiniadunata2014

“Al di sopra dei numeri, che da soli hanno decretato il successo della manifestazione, la gioia e la soddisfazione più grande è stata quella di vedere i pordenonesi attaccati alle transenne, sotto la pioggia, ad applaudire il passaggio dei loro alpini della sezione della provincia di Pordenone”. Così il presidente del Comitato organizzatore dell’Adunata Nino Geronazzo ha voluto sintetizzare quest’oggi con un pensiero ciò che rimane del raduno nazionale delle penne nere che lo scorso fine settimana ha animato la città e l’intero Friuli Occidentale. Dopo la ricognizione svolta nella giornata di ieri, nel corso della quale il CoA ha compiuto un sopralluogo in tutti gli attendamenti e i posti di aggregazione della città, oggi è stato stilato un primo e sommario bilancio.

 

IL COMUNE. Come ha ricordato il sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti insieme all’assessore delegato all’Adunata Bruno Zille, è stata la risposta della città ciò che più meravigliato in positivo. “Noi non siamo abituati a questo calore – hanno detto – ma qui c’è stato qualcosa che è molto di più di un simbolico abbraccio verso gli Alpini. Ed è per questo che ringrazio tutti i pordenonesi per l’affetto e la partecipazione che hanno dimostrato in questi giorni”. Un plauso è stato poi rivolto al senso civico degli alpini. “Se invece dell’Adunata – hanno detto Pedrotti e Zille – ci fosse stata una grande manifestazione sportiva o un concerto rock con gli stessi numeri, non so se il giorno dopo il risveglio della città sarebbe stato uguale. Il lavoro fatto da Gea nella raccolta dei rifiuti e nella pulizia della città sarà una best practice che metteremo a disposizione volentieri in futuro anche per le altre adunate. Da ieri – hanno concluso – siamo subissati dalle telefonate che ci chiedono quando riporteremo un’adunata in città. Qui da noi gli alpini sono sempre esistiti, li si davano come qualcosa di scontato. Il raduno nazionale appena conclusosi ha permesso a tutti noi pordenonesi di riscoprire qual è il vero valore di questo corpo, tributando loro il giusto merito per quanto hanno fatto”.

GLI ALPINI DELLA SEZIONE – Come spiegato dal presidente della sezione Ana di Pordenone Giovanni Gasparet, l’adunata è stata fortemente voluta ed è stata una battaglia vinta grazie anche alle sollecitazioni e il supporto delle istituzioni cittadine, provinciali e regionali. “Non è stato facile portare a Pordenone questo evento – ha detto Gasparet – ma abbiamo potuto contare su una valida squadra composta da più di mille persone che hanno svolto il proprio ruolo con grande professionalità. La pioggia che ci siamo presi nella sfilata di domenica non è stato per nulla un disagio e non ci ha guastato la festa. Al contrario, ha riassunto al meglio lo sforzo che abbiamo compiuto in questi 365 giorni di avvicinamento alla manifestazione. Le attestazioni di stima che ci stanno giungendo in questi giorni sono moltissime, segno che tutti hanno svolto al meglio il ruolo che era loro stato assegnato. Va ricordato il lavoro di tutti i gruppi della sezione, ad ognuno dei quali era stato affidato un ruolo ben preciso e svolto in modo impeccabile. Da sottolineare anche l’apporto dato dal mondo dell’associazionismo, che ci è stato oltremodo vicino e che ci ha sostenuto in modo encomiabile. Infine l’attenzione al mondo del lavoro: la presenza degli striscioni con il sostegno degli alpini a chi non chiude le fabbriche ha voluto essere una dimostrazione tangibile di vicinanza alle migliaia di persone che questo momento soffrono a causa della crisi. Ci risulta che oggi uno dei due striscioni sia stato appeso al difuori dell’Ideal Standard che oggi è impegnata in una trattativa importante”.

SANITÀ – Non è stato facile gestire numeri così elevati concentrati in pochi giorni in una piccola città qual è quella di Pordenone. Ma per far questo era stato messo a punto un piano sanitario curato nei minimi dettagli, a partire dall’esperienza vissuta dal responsabile di settore, il dottor Vincenzo Mione, già a Piacenza nel 2013. Sul fronte dei numeri, nell’arco dei tre giorni dell’Adunata le chiamate al 118 sono state complessivamente 2364. Nei momenti di punta si è arrivati a circa una telefonata ogni 10 secondi. Il tutto è stato gestito da squadre composte in ogni turno da tre persone. Gli interventi compiuti risultano complessivamente 511 da venerdì mattina a domenica notte. Hanno funzionato molto bene le squadre dei volontari del soccorso e del personale dell’emergenza che hanno girato a piedi per la città, potendo così dare risposta quasi immediata alla richiesta di soccorso in una città in cui era comunque difficile muoversi nei momenti di massima affluenza di persone. Per quanto riguarda le ambulanze, quelle a disposizione sono state complessivamente 21 nel giorno dell’adunata, mentre il giovedì e venerdì si sono attestate a quota 12 e 15. Da quest’anno poi era stato potenziato il servizio dei defibrillatori, posizionandone uno per ogni campo attrezzato, a cui si sommano quelli del personale a piedi, per un totale di 50 apparecchi. Questi sono stati messi a disposizione gratuita dalla ditta Cardiac science di Piacenza. Sempre per la prima volta a Pordenone è stata messa in campo anche una squadra di psicologi dell’emergenza, che si sono occupate delle situazioni di disagio quali le crisi di panico e depressive.

CITTADELLA DEGLI ALPINI – La cittadella degli alpini – ospitata nel cuore della città al parco Galvani – è stata visitata da 83 mila persone durante i tre giorni dell’Adunata a cui si aggiungono le 600 scolaresche nell’apertura straordinaria a loro dedicata il giovedì. Come ricordato dal tenente colonnello Antonio Esposito, al quale è stato affidato dal Comando della Brigata Alpina Julia il coordinamento della struttura, una delle attrazioni più visitate è stata la simulazione del disinnesco della grande bomba compiuto a Vicenza qualche giorno fa. Successo anche per la parte sportiva con il ponte tibetano, la parete di arrampicata e la pista da sci, a cui si aggiunge la buona frequenza alle mostre allestite all’interno delle tende militari.

ALLESTIMENTO CAMPI – I volontari della A2A hanno provveduto ad attrezzare i campi dove sono stati ospitati gli attendamenti e le aree camper. Come spiegato dal responsabile del settore Luigi Bossi, sono stati compiuti gli allacciamenti ad una trentina di box dei bagni a caduta e docce, posando circa 3 mila metri di tubature d’acqua. A ciò si associa il posizionamento di 37 pali dell’illuminazione da 12 metri, sui quali sono stati montati 62 proiettori da 400 watt. E poi sono stati installati 305 quadri elettrici e posati cavi di diverse misure per quasi 17 chilometri. Dal 22 aprile, le squadre hanno lavorato per complessive 4600 ore e si conta di completare le operazione di disinstallazione del materiale rimanente entro la giornata di venerdì

ADUNATA 2.0 – Come spiegato dal responsabile marketing dell’Adunata Marzio Bodria, quella di Pordenone è stata sicuramente la meglio organizzata. Da subito è stato pensato e voluto un portale del CoA dove fosse possibile mettere a disposizione tutte le informazioni legate alla manifestazione di Pordenone. Per citare qualche numero, nei tre giorni dell’Adunata il portale è stato cliccato per 51 mila volte, con 41 mila 500 visitatori unici mentre le pagine visionate sono risultate quasi 134 mila. Per quanto riguarda twitter, negli ultimi 30 giorni ci sono stati 6105 tweets contenenti l’hashatag #alpiniadunata2014, di cui 3998 solo negli ultimi 4 giorni. Relativamente a facebook, i like, commenti e condivisioni sulla fanpage ufficiale sono stati 12 mila, mentre 3287 i fan. La app che era stata appositamente sviluppata è stata scaricata da 7500 utenti, di cui 4500 possessori di sistema operativo Ios e il rimanente utilizzato da chi utilizza Android. Anche la bacheca social ha avuto ottimo riscontro, con 4 mila visite. Sono poi state stampate 450 mila copie della guida all’adunata, di cui 370 mila distribuite a quanti sono abbonati alla rivista l’Alpino. 80 mila invece sono state messe a disposizione nei punti strategici della città. A ciò si aggiungono le 30 mila mappe pieghevoli in cui erano riportati i principali punti di interesse presenti in centro città.