Il Bosco che ci parla

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    Una pioggia battente accoglie i primi arrivi per il 42° raduno al Bosco delle Penne Mozze, nella valle di San Daniele a Cison di Valmarino, sezione di Vittorio Veneto. Gli alpini, com’è tradizione e senso del dovere, accorrono in molti al Bosco, nonostante altre rilevanti cerimonie vedano contemporaneamente tanti altri alpini presenti in luoghi altrettanto carichi di storia. Sembra che il calore delle penne nere contrasti l’insistenza della pioggia e in breve tempo le nuvole si dissolvono, lasciando spazio ad un cielo azzurro come non mai.

    Quest’anno è la sezione Bolognese Romagnola che appone la propria targa, come una nuova foglia, sulla stele monumentale delle Sezioni ANA, germogliata negli anni con altre 34 targhe che ricordano idealmente i Caduti delle Sezioni che rappresentano. Nel suo intervento di saluto, permeato dalla commozione di trovarsi in questo memoriale a cielo aperto, il presidente Vittorio Costa, figlio di alpino, ricorda chi è Caduto per la libertà e quei valori che si devono conservare e trasmettere alle giovani generazioni. Poi, scoperta la targa, si unisce al vice presidente nazionale Nino Geronazzo, al presidente della sezione Vittorio Veneto, ai rappresentanti delle Sezioni trevigiane, al col. Fregona del 7° rgt. Alpini, al sindaco di Cison di Valmarino Cristina Pin presente assieme ad altri venti sindaci della Marca Trevigiana e al presidente dell’Associazione per il Bosco delle Penne Mozze Claudio Trampetti per rendere gli onori ai Caduti.

    L’orazione commemorativa è stata affidata a Vittorio Brunello, già direttore de L’Alpino, che ha ribadito cosa significhi il raduno al Bosco: onorare il sacrificio di chi, obbedendo agli ordini ed al dovere, ha immolato la propria vita. Egli ha altresì evidenziato la necessità di opporsi alla violenza, come stanno facendo le migliaia di soldati, molti dei quali alpini, in missione di pace in Afghanistan ed in Libano, ed ha rimarcato con vigore il senso di servizio che anima gli alpini per una nazione in cui ci sia ordine, sicurezza e garanzia della libertà. Il saluto a nome del presidente nazionale Sebastiano Favero e del C.D.N. è stato portato dal vice presidente nazionale Nino Geronazzo che, richiamandosi all’attualità dei giorni nostri, in cui si addensa un clima di fortissima conflittualità nel Medio Oriente, ha affermato che violenza porta violenza e che guerra genera guerra. E che “non è con l’interventismo militare che si risolvono i problemi”.

    Al termine della Messa, celebrata dal cappellano sezionale mons. Agostino Balliana, sono state poste a dimora altre due stele in ricordo dei Caduti alpini Giuseppe Nardi, da Maser e Antonio Lucchese, da Cappella Maggiore. “… Penne mozze del mio cuore, ricordate su a Cison con un albero e una stele, erba e rocce e pochi fior…”, canta con vibrante tonalità il coro ANA di Vittorio Veneto al termine della cerimonia. Gli alpini lasciano il luogo del rito e si addentrano nel Bosco per incontrare ed ascoltare le voci dei loro cari “… o pena spacada t’à fato la storia. Penne Mozze per l’onor!”.

    Roldano De Biasi