Il 7° Alpini è tornato, con cinque Caduti

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    Il 7° reggimento Alpini, appena rientrato dall’Afghanistan, è diventato cittadino onorario di Belluno. Questa nuova onorificenza va ad aggiungersi a due ordini militari di Savoia, otto Medaglie d’Argento e tre di Bronzo per eventi bellici (oltre alle 35 d’Oro, 428 d’Argento e 719 di Bronzo individuali), nonché alla Medaglia d’Oro al Valor Civile per gli aiuti ai sinistrati del Vajont. Per la consegna del riconoscimento il Comune ha organizzato una affollata cerimonia pubblica il 18 marzo scorso nella centrale piazza dei Martiri.

    Questa appena conclusa è la terza missione, negli ultimi quattro anni, compiuta dal reggimento in Afghanistan. Sedici vessilli, 124 gagliardetti e una trentina di labari di associazioni combattentistiche e d’arma, oltre ai gonfaloni di tanti Comuni decorati e dei quali il 7° è già cittadino onorario e alle tute gialle della Protezione civile dell’ANA: Belluno s’è presentata così all’appuntamento con i “suoi” alpini che, al suono della fanfara della brigata Julia, hanno fatto il loro ingresso al comando del col. Paolo Sfarra. L’ANA era presente con il suo Labaro scortato dal vice presidente Sebastiano Favero.

    La cerimonia, seguita dallo speaker Nicola Stefani, è poi proseguita con gli onori alle bandiere e alle massime autorità davanti ai reparti composti da quegli uomini e donne che dal luglio scorso hanno sostenuto una dura missione a Bakwa e nel Gulistan. Una missione nella quale il reggimento ha perso cinque alpini: un pesantissimo tributo di sangue e di dolore, una profonda angoscia e un grande vuoto nelle famiglie che avevano già tristemente salutato il proprio figlio e fratello, tornato in una bara avvolta dal Tricolore.

    Quando è entrata la Bandiera di guerra la piazza intera non ha potuto fare a meno di cantare l’Inno nazionale: tirava ancora aria di 150° dell’Unità d’Italia! Emozionato il col. Sfarra: «Siate fieri di ciò che avete fatto e sicuri di aver adempiuto al vostro dovere, talvolta anche combattendo contro la nostra volontà, ma rispettosi delle regole d’ingaggio. Grazie a Belluno che oggi suggella il nostro legame ultrasecolare e grazie all’ANA per la collaborazione fattiva».

    Poi un minuto di raccoglimento in memoria dei cinque alpini rimasti sotto i cieli dell’Afghanistan: tanti occhi lucidi ad ascoltare il “Silenzio” e poi un applauso lungo, liberatorio e carico di significato. Il sindaco Antonio Prade ha sottolineato con forza: «Siete esempio di senso del dovere e di appartenenza, di altruismo e presidio di formazione per praticare i migliori valori. Belluno era con voi in Afghanistan, Belluno oggi vi vuole suoi cittadini onorari, che terremo cari, con un atto di grande valore politico e di estrema riconoscenza ».

    Il comandante delle Truppe alpine gen. Alberto Primicerj ha rimarcato che il 7° in missione s’è guadagnato la stima degli alleati e la fiducia della gente del luogo: «L’Italia deve essere orgogliosa di voi. Avete fatto il vostro dovere, anzi talvolta di più». Il sottosegretario alla Difesa on. Giuseppe Cossiga, richiamando il tema dell’Unità nazionale, ha osservato: «Il concetto di patria si capisce meglio guardando voi che la servite e siete esempio pratico del dovere civico. La vostra è stata una scelta di servizio, ma anche di grande impegno morale e civile. Grazie, alpini e alpine del 7°, bentornati a Belluno e che Dio vi protegga». Sabato 26 marzo l’appendice della cerimonia con un concerto di musica sacra che è stato dedicato al 7° e al ricordo dei suoi alpini caduti in Afghanistan.

    Dino Bridda

    Pubblicato sul numero di maggio 2011 de L’Alpino.