Il 41° pellegrinaggio in Adamello sulle orme della Guerra Bianca

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    Centinaia di alpini a cima Bruffione, per nulla scoraggiati dal tempo inclemente La cerimonia conclusiva il giorno dopo a Condino

     

    DI MATTEO MARTIN
    Le nubi si addensano minacciose sopra Cima Bruffione, lentamente avvolgono le vette più elevate resistono al vento che ora le ricaccia verso l’alto e ora scema lasciando che si impadroniscano di Valle Aperta.
    Sulle vette a Nord, in lontananza, s’indovinano le sagome degli alpini camuni che in ordinata colonna salgono da Gaver, nel Bresciano, per congiungersi alle penne nere trentine e celebrare il pellegrinaggio in Adamello. È questo il 41º appuntamento per commemorare i Caduti della Guerra Bianca, e quest’anno è dedicato a don o­norio Spada, cappellano militare sul fronte russo, nato a Condino e decorato di medaglia di Bronzo al Valor Militare.

    A quota 2.200 metri, alle bocchette del lago Casinei, in un pianoro sotto il monte Bruffione, tutto è pronto per la S. Messa che sarà concelebrata dal vescovo di Trento mons. Luigi Bressan, da mons. Enelio Franzoni, reduce di Russia e medaglia d’Oro al Valor Militare, da mons. Thierry Giordan di Reims (Francia) e da altri cappellani tra i quali don Lorenzo, che ha prestato servizio con gli alpini in Afghanistan.
    Erano presenti il senatore alpino Ivo Tarolli, l’on. Luigi Olivieri, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito tenente generale Giulio Fraticelli, il comandante delle Forze operative terrestri tenente generale Cosimo D’Arrigo, il comandante delle Truppe alpine tenente generale Bruno Iob accompagnato da un picchetto d’onore del 5º Alpini di stanza a Vipiteno, il prefetto di Brescia Maria Teresa Cortellezza Dell’Orco, numerosi sindaci della zona e un plotone del 33º battaglione tedesco dei Gebirgsjaeger di Mittenwald, con i colonnelli Merkel e Tobsch.
    Per l’Associazione Nazionale Alpini c’erano il presidente Corrado Perona che, con alcuni consiglieri nazionali, ha scortato il Labaro dell’ANA fino in vetta.

    Attorno all’altare centinaia di escursionisti, per la maggior parte penne nere con i vessilli e i gagliardetti in rappresentanza delle sezioni e dei gruppi dell’Associazione. Tra loro c’era anche Attilio Grandini, che alla bell’età di 93 anni è salito in cima, a piedi!
    Accanto ai vessilli delle sezioni ospitanti di Vallecamonica con il presidente Giovanni Chini e della sezione di Trento con il presidente Giuseppe Demattè, c’erano i rappresentanti di Biella, Casale Monferrato, Cadore, Como, Gorizia, Luino, Milano, Padova, Salò e Udine.
    Nella breve omelia, mons. Bressan ha esortato a ricordare che la pace è anche impegno attivo e collaborazione tra le nazioni, e non solo assenza di guerra: Gli avvenimenti passati su queste montagne, luogo di aspri scontri tra austriaci e italiani, siano un monito e insieme uno stimolo a impegnarci per la fratellanza tra i popoli , ha concluso.

    Quindi il coro Re di Castello di Daone, che ha accompagnato la funzione religiosa ha intonato le prime note che, riecheggiando nella valle, vengono disturbate dagli ormai incalzanti ticchettii di quella tempesta di pioggia che da lì a poco costringerà a concludere frettolosamente le celebrazioni in vetta e a proseguirle il giorno dopo sul versante Trentino, a Condino.

     

    Il giorno dopo, domenica, Condino è vestita a festa ed illuminata da uno splendido sole. Nelle strade e su ogni balcone i tricolori accolgono migliaia di persone, tra alpini, amici e familiari accorsi non solo da tutta la Val Chiese per la manifestazione conclusiva del pellegrinaggio e per celebrare il 70º anniversario di fondazione del locale gruppo, guidato da Elvino Butterini.

    Dopo gli o­nori alle autorità e al Labaro dell’ANA da parte del plotone del 5º reggimento, gli alpini si avviano in sfilata, aperta dalla fanfara della brigata Julia e accompagnata dalla fanfare ANA di Trento, di Pieve di Bono e dalla banda Verdi di Condino. Serpeggiando per le strette vie del paese le penne nere sono passate davanti al palco delle autorità e hanno raggiunto piazza San Rocco. Davanti al cinquecentesco Palazzo alla Torre, mons. Enelio Franzoni, Medaglia d’Oro in Russia, ha celebrato Messa, coadiuvato da mons. Giovanni Danzi, segretario della Pontificia commissione per il governatorato vaticano, il quale ha portato il saluto del Papa, ricorrendo quest’anno il 16º anniversario del pellegrinaggio del Santo Padre in Adamello. Un saluto che ha un significato particolare, perché proprio a fine settembre in Vaticano sarà consegnato a Giovanni Paolo II il Premio internazionale della solidarietà alpina , ideato da Angiolino Binelli, capo della Stazione del Soccorso Alpino di Pinzolo, un riconoscimento che da 31 anni viene assegnato a quanti amano e si impegnano a tutti i livelli per la salvaguardia della montagna.

    Al termine della Messa il capogruppo Elvino Butterini ha ricordato che nei settant’anni della costituzione del loro gruppo, gli alpini di Condino sono stati attivi soprattutto sul fronte della solidarietà. Una fondamentale presenza nel tessuto sociale, come ha rilevato il sindaco Efrem Ferrari, non solo per Condino ma anche per tutte le piccole comunità della zona rappresentate dai numerosi sindaci presenti in piazza.
    Il presidente della sezione di Trento Giuseppe Demattè ha rievocato la figura di don o­norio Spada, nato a Condino nel 1913. Cappellano in Russia, per 27 anni, dal 1950 al 1977, anno della sua morte, fu cappellano della sezione ANA di Trento. Un alpino che è rimasto nel cuore di quanti lo conobbero: proprio in sua memoria le penne nere trentine hanno intitolato una baita e il sentiero che da malga Valle Aperta sale al monte Bruffione.

    Ha quindi preso parola il comandante delle Truppe alpine, il tenente generale Bruno Iob, che ha portato il saluto di tutti gli alpini in armi: Siamo qui per ricordare i Caduti ma anche per testimoniare la continuità nei valori con le penne nere in congedo. Abbiate fiducia ha ribadito gli alpini sono e resteranno una risorsa per il Paese e per le piccole comunità .
    Parole che sembrano andare controcorrente rispetto all’operato delle Istituzioni, soprattutto alla luce del disegno di legge n. 2572 approvato a fine luglio che, oltre a sancire l’ormai già risaputa sospensione della leva, dal 2005 prevede una sensibile diminuzione nel corso degli anni dei Volontari a Ferma Annuale che costituiscono oggi il bacino di sostentamento per eccellenza delle Truppe alpine.

    Il nostro presidente nazionale Corrado Perona, dopo aver rivolto un ringraziamento alle autorità, ha indirizzato un plauso particolare all’ex presidente della sezione Valcamonica Gianni De Giuli, che ha rilanciato e per molti anni organizzato il pellegrinaggio in Adamello. Ha poi rilevato l’importanza del gruppo alpini di Condino. Sono questi i gruppi, i più vicini alle realtà locali, che riuniscono e attivano le penne nere. Come accade a Condino dove, grazie alla collaborazione con il Comune, si sta ad esempio ristrutturando la sede e rivitalizzando un fondamentale luogo d’incontro per gli alpini .

    Perona ha poi spostato il discorso sul futuro dell’Associazione, che si svolgerà nel segno della continuità degli antichi valori: Noi siamo figli della leva e continuiamo ad avere fiducia nei nostri alpini in armi, soprattutto ha detto, ricorrendo a un tema a lui molto caro in quei giovani che provengono dal Sud Italia e che hanno fatto servizio nelle Truppe alpine . Un forte auspicio e una speranza: quella di vedere questi alpini, una volta congedati, iscritti all’ANA per colmare i vuoti che verranno lasciati nelle sezioni storiche della nostra Associazione.

    Terminati gli interventi, a chiusura della manifestazione, il coro ANA Re di Castello di Daone ha intonato il Signore delle cime e la Croce di Pietra , il canto armonizzato dal maestro Rosario Armani che è stato adottato come inno alpino ufficiale dei pellegrinaggi in Adamello.