I percorsi della Grande Guerra

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    La Grande Guerra coinvolse il Regno d’Italia per 1.250 giorni, dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918. In questo lungo periodo la parte nord-orientale del Paese, dai passi alpini tra Lombardia ed Alto Adige fino al Carso isontino, si trasformò in un gigantesco campo di battaglia con al centro il Veneto. Ancora oggi sono numerose le tracce, dalle Dolomiti fino alla foce del Piave passando per il Montello, il Monte Grappa e l’Altopiano di Asiago.

     

    Anche la Marca Trevigiana conserva un forte ricordo dei combattimenti che ebbero luogo in questo territorio tra il 1917 e il 1918, ed è ciò che intende valorizzare la 90ª Adunata, l’Adunata del Piave in calendario dal 12 al 14 maggio, grazie all’impegno delle quattro Sezioni ANA organizzatrici: Treviso, Conegliano, Valdobbiadene, Vittorio Veneto.

    Il percorso lungo i luoghi di guerra vede tra le tappe fondamentali il massiccio del Grappa, situato a cavallo tra le province di Vicenza, Belluno e Treviso. Qui svetta l’Ossario progettato dall’architetto Giovanni Greppi, costituito da una serie di gradoni semicircolari, che si sviluppano sul pendio, dalla Strada Cadorna verso la cima. Vi riposano i resti di 22.910 soldati: il settore nord è occupato dall’ossario austroungarico, con 10.295 morti, di cui 295 identificati; il settore sud ospita l’ossario italiano, con 12.615 morti, di cui 2.283 identificati.

    Al centro dell’ossario italiano sorge il sacello della Madonna del Grappa. Un altro importante Sacrario è quello francese di Pederobba (mille soldati), inaugurato nel giugno 1937 in contemporanea a quello di Bligny, monumento funebre nei pressi di Verdun (Francia) che raccoglie 4.400 Caduti italiani sul fronte occidentale.

    Sul Montello, lambito dal corso del medio Piave, si concentrò dopo Caporetto la resistenza contro la spinta austroungarica (nelle battaglie di Arresto e del Solstizio) preparando l’offensiva finale, che decretò la vittoria. E sul Montello il 19 giugno 1918 cadde l’asso dell’aviazione Francesco Baracca a cui è dedicato un sacello, poco distante dal Sacrario di Nervesa, una torre di 25 metri che si appoggia su un basamento di cemento armato.

    All’interno 6.099 loculi più alcune grandi tombe collettive in cui sono stati riposti i resti dei corpi non identificati (3.226). Nel centro di Nervesa da visitare il Museo della Grande Guerra e, sul greto del Piave, la Fondazione Jonathan Collection, che ricostruisce i biplani della Grande Guerra. Crocetta del Montello conserva l’Osservatorio del re, una postazione strategica per dominare la vista del fronte. A Giavera, dove esiste un Cimitero Britannico, troviamo un cippo dedicato ai Lancieri di Firenze e a Biadene un monumento Ossario.

    Sull’altra sponda del fiume, a Moriago, c’è l’Isola dei Morti dove nell’ottobre del 1918 gli arditi sfondarono le linee nemiche. L’elevato numero dei corpi di soldati uccisi, trascinati dalle acque e arenati sulle sponde dell’isola, ha dato origine al nome. Oggi è un’oasi di pace alberata che nel piazzale centrale, dedicato ai Ragazzi del ’99, ospita un monumento piramidale costruito negli anni Venti. Nei dintorni, a Fontigo, si può visitare il Museo della Grande Guerra e, a Falzè di Piave, il Monumento agli Arditi. A Conegliano, città occupata da tedeschi, austriaci e ungheresi, è aperto il Museo degli Alpini.

    Di straordinaria suggestione il castello di San Salvatore a Susegana, che fu osservatorio austriaco, mentre nelle grotte sottostanti trovarono ricovero comandi e artiglieria. Salendo sulle Prealpi non possiamo non visitare il Bosco delle Penne Mozze a Cison: un “memoriale sparso” dove sono state collocate, in mezzo agli alberi, le lapidi che ricordano tutti gli alpini della provincia di Treviso caduti durante le guerre: vi si possono leggere 2.448 nomi. Scendendo lungo il basso Piave, si giunge al Sacrario di Fagarè che ospita i corpi di 5.191 soldati italiani, di un austro-ungarico e di un americano, nonché le spoglie di 5.350 combattenti ignoti.

    Un viaggio lo meritano anche i luoghi di Hemingway, da Monastier a Fossalta dove c’è il Battistero Ragazzi del ’99. Al seguito della Croce Rossa americana, il famoso scrittore viene mandato il 25 giugno 1918 a Monastier. In prima linea, l’8 luglio, viene colpito sul Piave al “Buso del Burato”, mentre trasporta in salvo un ferito italiano. Per questo merita la medaglia d’argento. Dopo un periodo trascorso in ospedale, il 27 ottobre partecipa alla battaglia di Vittorio Veneto e racconta la sua vicenda nel libro “Addio alle armi”. A Treviso troviamo infine il Monumento ai Caduti di piazza della Vittoria, struttura monumentale con statue in bronzo, inaugurata il 4 novembre 1931, alla presenza del re Vittorio Emanuele III.

    Laura Simeoni