I colori della storia

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    Vorrei intervenire sulla lettera di Andrea Gorgoglione (luglio 2017). Sulla prima parte nulla da eccepire: corretto e non un tradimento fu il comportamento del governo di fronte ad una guerra di aggressione. Scrive il generale Tullio Vidulich: “Il nostro mancato intervento nel 1914 a fianco degli Imperi Centrali che avevano scatenato una guerra di aggressione fu determinante per il successo finale della coalizione dell’Intesa”.

     

    Quanto alle considerazioni sul peso dell’intervento dei Corpi di spedizione britannico e francese, dopo il tracollo italiano a Caporetto, non sono del tutto d’accordo. Intanto contribuirono alla riorganizzazione dell’esercito italiano attestato sulla linea del Piave e poi parteciparono attivamente alle offensive finali che portarono a Vittorio Veneto. I francesi, ad esempio, con la riconquista del Monte Tomba e i britannici con la conquista delle Grave di Papadopoli, fondamentale testa di ponte per lo sfondamento delle linee nemiche sul Piave. Della presenza dei britannici in Italia mi sono occupato in quanto nella nostra zona, ad Arquata Scrivia esiste un cimitero di guerra del Commonwealth con 94 tombe. La ragione di questo cimitero così lontano delle zone di guerra dipende dal fatto che ad Arquata Scrivia l’esercito britannico installò nel novembre del 1917 una grande base logistica completamente autosufficiente di supporto alle truppe al fronte con officine di riparazione mezzi, rest camp per le truppe in avvicendamento, ospedali, e campo di prigionia per gli austro-ungarici catturati al fronte (migliaia). Nel 2015 i gruppi alpini della Valle Scrivia di Novi Ligure e di Gavi con il supporto della Sezione di Alessandria organizzarono una importante manifestazione a ricordo dell’evento con la partecipazione di autorità civili e militari britanniche e italiane ed il console austriaco.

    Eugenio Spigno Consigliere del Gruppo di Novi Ligure, Sezione Alessandria

    L’enfasi della memoria talvolta ci porta a dipingere le tavole della storia con un solo colore. Gli alpini vanno ricordati come protagonisti assoluti, ma non va disconosciuta l’opera di chi ha reso possibile, grazie ad uno sforzo corale, l’esito dei fatti.