Giovani di valore

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    Mi trovavo al Politecnico di Milano e passando a fianco di una delle grandi aule, in cui giusto 50 anni fa ero entrato da studente per la prima volta, sento una musica che non tardo a collegare ad un canto della prima guerra mondiale. Resto sorpreso ma penso a qualche proiezione extrascolastica su qualche tema storico e continuo la passeggiata. Dopo un po’ ripasso più vicino e questa volta riconosco distintamente le note di “Ta pum” che però si interrompono per riprendere qualche istante dopo.

     

    Sempre più incuriosito mi avvicino e, sbirciando dalla porta socchiusa, vedo un gruppo di una ventina di giovani universitari che diretti da uno di loro intonano le note del canto che interrompono quando il maestro nota qualche piccola sbavatura. Prendo coraggio ed entro. I ragazzi restano un po’ sorpresi per l’intrusione e perché la differenza di età si nota. Prendo subito la parola e dico loro che sono sorpreso che cantino queste canzoni sia per il luogo in cui questo accade sia per il fatto che loro non dovranno fare il servizio militare. Poi mi presento e dico loro che io il servizio militare l’ho prestato come sottotenente e proprio nel genio alpino, loro restano stupiti e mi rispondono soprattutto con gli sguardi dimostrando sorpresa e compiacimento. Mi congratulo con loro per la bravura nel canto e per l’impegno che dimostravano e, tagliando corto perché l’emozione cominciava a prendere il sopravvento, auguro loro di continuare a cantare bene ma anche di diventare ingegneri al più presto, poi esco giusto in tempo per vedere che la persona che aspettavo stava arrivando.

    Flavio Tresoldi

    Gruppo Vimercate, Sezione di Milano Ci sono tanti giovani di valore e alcuni di valore e culturalmente di nicchia. Per far durare una memoria, più che i numeri serve qualità e passione. E questo è consolante.