Esteso il controllo nel distretto di Shindand, grazie alla consulenza italiana

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Con l’ultimo “fly to advise” a Shindand presso la sede del posto comando delle forze di sicurezza afghane schierate contro le cellule terroristiche della Zeer-kho Valley, gli advisor italiani del Train, Advise and Assist Command West (TAAC W) concludono la terza fase dell’expeditionary advisory package. Circa  100 advisor italiani della Brigata Alpina Taurinense, hanno portato a termine la terza fase di consulenza e assistenza avanzata ai comandi delle forze di sicurezza afghane (ANDSF) impegnati contemporaneamente nella provincia di Farah e a Shindand nell’ambito della “Khalid” – la campagna messa a punto dal governo di Kabul per estendere e garantire la sicurezza nelle aree minacciate da formazioni terroristiche che osteggiavano la popolazione locale.

L’Expeditionary Advisory Package (EAP) del TAAC W, ha operato, sfruttando 6 dispiegamenti periodici nella base avanzata “La Marmora” e nella base contermine delle forze speciali afghane a contatto diretto con i posti comando delle forze di sicurezza locali fornendo consulenza e assistenza durante la fase organizzativa e di condotta dell’operazione “Zafar 57” nel distretto di Shindand, ritenuto dal governo di Kabul la roccaforte occidentale dell’insorgenza.

La “Zafar 57” ha rappresentato la prosecuzione delle manovre effettuate dalle ANDSF ad agosto e settembre nell’area di Farah con lo scopo ad alleggerire la concentrazione di insorgenza e ripristinare la presenza del governo legittimo nei distretti occupati illegalmente dai terroristi.

Nel corso dei dispiegamenti a Shindand, sono stati impegnati numerosi elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito – sia NH 90 per il trasporto dei team, sia A129 “Mangusta” per la sicurezza in volo – unitamente all’impiego di velivoli da trasporto C-130 e di elicotteri Apache e Black Hawk statunitensi, che hanno permesso agli alpini del 2° reggimento della brigata Taurinense, insieme ad altre unità specialistiche, di poter predisporre rapidamente le misure di sicurezza necessarie alla difesa della base avanzata “La Marmora” nella quale gli advisor del TAAC-W hanno assistito i comandanti e gli staff delle ANDSF dedicati all’operazione.

Tra i risultati conseguiti, il Comandante della 1ª Brigata afghana, protagonista dell’operazione insieme alle unità della polizia, ha sottolineato come l’azione abbia permesso l’eliminazione di numerose cellule terroristiche infliggendo loro forti perdite e scardinando le linee di comando e di coordinamento delle stesse; oltre 30 ordigni esplosivi improvvisati (IED), insieme al materiale necessario per il confezionamento di ulteriori bombe, sono stati ritrovati e disinnescati dai team di specialisti formati pochi mesi fa dagli addestratori italiani, risultati assolutamente determinanti per il successo dell’operazione così come i team per il controllo degli assetti elicotteri e aerei. L’operazione appena conclusa – in sistema con quelle svolte nel mese di agosto e settembre – ha consentito inoltre il ripristino dell’autorità legittima nei distretti occupati dai terroristi e alleggerito la pressione dell’insorgenza nell’ area di Farah ritenuta cruciale per tagliare le vie di comunicazione delle cellule terroristiche tra il nord e il sud dell’Afghanistan.

Il successo dell’operazione ha messo in luce l’efficacia del sistema addestrativo congiunto dell’operazione Resolute Support, attuato negli ultimi mesi secondo le linee guida della NATO e come le forze di sicurezza afgane abbiano incrementato in questi anni la loro capacità di operare autonomamente. Particolarmente importante è stata tutta l’attività di pianificazione congiunta e condotta che il TAAC-W ha facilitato lavorando a stretto contatto sia con il Comando del 207˚ Corpo, la 1ª brigata , i kandak dipendenti , le unità speciali dei Commandos dell’esercito e della polizia afghana, sia con le autorità legittime dei distretti.

“In quest’ottica – ha ricordato il comandante del TAAC W il Generale Massimo Biagini – l’attività esterna di Train, Advise e Assist in particolare a favore della 1ª e 2ª brigata del 207˚ Corpo d’Armata Afgano e delle unità del 606° Comando di zona della Polizia ha rappresentato per il contingente italiano – forte della grande esperienza acquisita negli anni e delle capacità professionali specifiche maturate in fase di preparazione della missione – il risultato di anni di lavoro e addestramento svolto in sinergia con le controparti locali, per le quali l’esperienza degli advisor italiani è risultata determinante”.