Esempio Alpino

    0
    112

    Tre giorni vissuti tra veci e bocia che hanno contagiato tutti con la loro allegria; canti e suoni di fanfare per le strade e innumerevoli tricolori alle finestre. Ecco cosa ha rappresentato per Bardineto, piccolo borgo sui monti dell’entroterra ligure, la consegna del 41º premio nazionale “L’Alpino dell’anno 2014”. Bardineto è abituata ai grandi eventi: d’estate, quando riaprono le case dei villeggianti e la gente viene al fresco e in autunno, quando diventa la patria dei funghi.

    Quest’occasione però è stata recepita dagli abitanti e dal Gruppo alpini come un qualcosa di straordinario, da ricordare, e per organizzarlo tutti si sono prestati per mesi. Anche perché quasi in ogni famiglia della zona c’è almeno un alpino e per un paese così piccolo tanti sono stati i Caduti e i dispersi nelle due guerre. Il venerdì, normalmente considerato il giorno di apertura e per questo riservato al “riscaldamento”, con pochi appuntamenti, a Bardineto ha trovato un’eccezione, perché si è partiti alla grande, con una riuscitissima rassegna sul centenario della Grande Guerra. In bella mostra una ricca collezione di cartoline originali, provenienti dai vari fronti di guerra e le lettere dei soldati del luogo alle loro famiglie, affiancata da una raccolta di reperti fotografici e giornalistici delle varie edizioni del premio “L’Alpino dell’Anno”.

    Il tutto arricchito dall’annullo filatelico e da una mostra antropologica, con una singolare raccolta di utensili d’epoca. La serata è stata rallegrata dall’esibizione dei due cori sezionali, l’Alta Valle Bormida e il Monte Greppino. La giornata di sabato verrà ricordata come densa di sentimenti contrastanti: si è passati dalla tristezza e commozione a momenti di sana allegria. Sulla cima del Monte Carmo, a 1.389 metri lungo lo spartiacque a ridosso della riviera, è stato commemorato il 50º anniversario della posa della grande croce. Arrivati in cima affaticati per la salita e il gran caldo, al “Canto degli Italiani” accompagnato dalle note della fanfara Monte Beigua, gli alpini hanno dato vita all’alzabandiera.

    Sento ancora una stretta al cuore pensando alla commozione che ho letto sul volto di tutti, nel momento della traslazione delle spoglie dell’alpino Angelo Basso, caduto in guerra e sepolto in un cimitero dell’Alto Adige. Dopo un lungo viaggio l’urna è giunta al suo paese natale ed è stata portata in processione da tre alpini in armi, al rullo dei tamburi della fanfara Ana di Ceva, passando lungo le vie principali, seguita da paesani, alpini e turisti. E così, dopo 72 anni, l’alpino Basso è tornato accanto ai suoi cari, nel cimitero di Bardineto.

    In serata si è tenuto l’atteso concerto del coro Monte Cauriol di Genova che ha regalato al pubblico straboccante nel salone della bocciofila, momenti di alta intensità musicale, passando da cante di montagna a canzoni popolari. Domenica, giornata clou della manifestazione: al suono di due fanfare si è dato inizio alla sfilata per lunghezza degna di un’Adunata nazionale, sotto un sole cocente. Al monumento agli alpini è stata deposta una corona d’alloro in onore dei Caduti di tutte le guerre. Parecchi sindaci hanno aderito all’invito, accompagnando il prefetto vicario Montella, il sindaco di Bardineto Mattiauda, il neo consigliere regionale Vaccarezza, il parlamentare Cirio, Beppe Parazzini, Luigi Bertino e in rappresentanza delle Truppe Alpine il gen. D. Marcello Bellacicco accompagnato dai col. Cernuzzi e Marenco.

    Grande ammirazione per i due reduci Antonio Parodi, classe 1914, e Leonardo Sassetti, classe 1921, che hanno seguito l’intera manifestazione. Quindi tutti nel padiglione della bocciofila per partecipare alla Messa, officiata da mons. Pacomio, vescovo di Mondovì che nell’omelia ha parlato da persona vicina agli alpini, conoscitrice dei nostri valori e del nostro impegno disinteressato verso il prossimo. Terminata la Messa l’atmosfera, già rovente per conto suo, si è scaldata ancor di più con la preparazione del palco per la premiazione dell’Alpino dell’Anno 2014. Un’emozione palpabile ha accompagnato la consegna dei premi all’alpino in armi serg. Giorgio Marrocco da parte del Presidente sezionale Gian Mario Gervasoni, affiancato dal vice Presidente Ana Fabrizio Pighin e all’alpino in congedo Luciano Pierotti da parte del gen. D. Marcello Bellacicco.

    Gli applausi sono stati interminabili, densi di ammirazione alla lettura delle motivazioni fatta dal cerimoniere ufficiale gen. B. Giacomo Varda. Hanno partecipato alle manifestazioni anche gli alpini in congedo Mario Cena, alpino dell’anno 2008 e Graziano Tonon del 2013, che si sono uniti in un abbraccio affettuoso ai nuovi colleghi. Ha chiuso le manifestazioni l’ammainabandiera, in un clima disteso ma di rimpianto perché tutto è finito. Resta il ricordo di giornate indimenticabili per tutti, in particolare per Bardineto e il suo gruppo alpini.


    MOTIVAZIONI

    Alpino in congedo Alpino Luciano Pierotti, classe 1945 Ana Sezione di Modena, Gruppo di Fiorano Modenese

    Motivazione: “Iscritto all’Associazione Nazionale Alpini nel lontano 1967 dopo il congedo militare, l’alpino Luciano Pierotti si dedica anima e corpo al suo Gruppo, del quale diventa responsabile a soli 24 anni, incarico che ricoprirà sino al 1997. Numerose sono le sue iniziative negli anni, essendo animato da un non comune senso di solidarietà e da una notevole capacità organizzativa. Inizia il suo operato con la costruzione dell’asilo di Rossosch (Russia) e prosegue nella ricostruzione delle zone terremotate del Friuli, delle Marche e dell’Abruzzo. Costante la beneficenza verso persone bisognose e anziane del circondario, ma anche verso paesi lontani come l’Argentina o il Kenia, dove ha provveduto a costruire un refettorio, una chiesa e una casa per le suore di Santa Teresa di Calcutta. Sempre in Kenia, a favore dei missionari, Luciano ha patrocinato la costruzione di un asilo per 400 bambini con annesso un parco giochi. Grazie alla sua caparbia volontà, sempre sostenuto dall’infaticabile signora Mara, ha costituito 2 fondazioni onlus, la “Spes” per l’adozione di bambini a distanza (ad oggi quasi mille) e “Africa nel cuore” per la realizzazione di un dispensario in Kenia, inaugurato nel 2009 e dotato in seguito di un pozzo e di pannelli solari. Con gli anni nel villaggio di Romuruti sono state costruite la chiesa, la scuola, un collegio per ragazze e un caseggiato per trenta persone. Un grave incidente sul lavoro nel 1997 ha impedito un’azione più diretta nella prosecuzione dei suoi impegni, proseguendo però nella conduzione delle tante attività benefiche. Il suo impegno e la sua costante disponibilità sono elementi trainanti e di esempio per tutto il mondo alpino, al quale Luciano è orgoglioso di appartenere.

    Alpino in armi Sergente Giorgio Marrocco, classe 1983 Rgt. Logistico Julia – Merano

    Motivazione: “Giovane sottufficiale dalle indubbie ed eccellenti qualità morali, caratteriali e professionali, che ha costantemente operato con grande senso di responsabilità, distinguendosi in ogni circostanza per affidabilità, incondizionata dedizione al servizio e cristallina lealtà, prodigandosi senza risparmio di energie per l’assolvimento dei compiti e doveri al servizio dell’Istituzione. In particolare nel pomeriggio del 9 maggio 2014, mentre era nelle vie di Bolzano non in servizio, attratto dalle urla di due donne durante un violento alterco per il furto di un portafogli, interveniva prontamente con fermezza e determinazione per evitare che la situazione degenerasse e, dopo avere identificato l’autrice del furto, la tratteneva per impedirne la fuga, permettendo ad una pattuglia della Polizia di Stato di trarre in custodia la malintenzionata. Splendida figura di sottufficiale in possesso di eccezionali virtù militari ed umane, encomiabile esempio di rettitudine e di senso di appartenenza, che con il suo operato ha contribuito ad elevare il prestigio della brigata alpina Julia e a conferire lustro alle Forze Armate”.