Erminio, batti un cinque!

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    Sono la moglie di un alpino cocciuto come un mulo. L’alpino in questione è Erminio Guerini, classe 1935, del Gruppo alpini di Iseo, Sezione di Brescia, che a ottant’anni si ostina ancora a voler tagliare l’erba in un terreno che abbiamo dietro casa, ripido e pieno di sassi. Finché il 16 giugno è inciampato cadendo su una piccola staccionata posizionata più in basso del pendio, rompendo la staccionata e anche la schiena.

    Portato al pronto soccorso i medici hanno riscontrato la frattura di una vertebra e lo schiacciamento di altre due. Dimesso dall’ospedale e immobilizzato a letto per due settimane e poi con un busto da portare per tre mesi, tutte le volte che gli chiedevo se aveva dolore mi rispondeva con voce sicura: «No, perché sono un alpino!», anche ridendo con gli occhi lucidi. Questo mi faceva anche un po’ arrabbiare, però pensavo che lo facesse per orgoglio o per non darmi preoccupazioni. La cosa è andata avanti così per tutto il tempo fino alla guarigione sempre con la stessa risposta alla mia domanda se sentiva male alla schiena: «No, perché sono un alpino!». Alla fine mi ero rassegnata, però allo stesso tempo mi è sorto un dubbio: che l’alpino abbia davvero qualcosa in più?

    Enrica Zugni – Iseo

    Erminio, batti un cinque! E dì a tua moglie che si rassegni, che ne avrà ancora a lungo prima di domarti. E complimenti alla signora Enrica, che ha riscoperto, avanti negli anni, il perché s’era innamorata di suo marito.