… e la caserma torna ad essere alpina

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    Gentile redazione, quale iscritto all’ANA dal 1974 ricevo tutti i mesi la rivista L’Alpino; non sempre si può essere d’accordo sul contenuto di tutti gli articoli trattati, ma quello sulla caserma Ceccaroni di Torino, proprio non lo digerisco. La caserma ritorna “alpina” semplicemente perché svendiamo il cappello alpino, facendo diventare alpini dei portatori di basco?

    Ma dove sono i miei 15 mesi di naja alpina di leva tra la Smalp (59°AUC), Malles Venosta e Vipiteno, il campo invernale, la scuola tiri mortai ed il campo estivo nel gruppo del Brenta, dove il 17 luglio 1971 mi sono congedato? Svioliniamo di meno e piuttosto parliamo di come la Patria e l’Esercito professionale sta trattando i VFP4, gli alpini effettivi, consegnando al ritorno dall’Afghanistan il congedo ed ingannando i futuri VFP1 sbandierando il prossimo concorso (con spese a loro carico) sapendo già di trattarli a tempo determinato. Dove sta la professionalità di queste persone che vengono istruite per poi essere sfruttate e poi abbandonate… è questo il tanto sbandierato esercito professionale (in disarmo). Strano che L’Alpino non ne parli… si sbandiera sulle manovre nelle Dolomiti… ma gli attori sono sempre gli stessi da un anno all’altro… e non si ascolta il brusio, il malcontento che serpeggia tra i tantissimi alpini in congedo: si parla di mininaja, una buffonata politica e degli amici degli alpini… ma non dei Gruppi dove non ci sono più alpini ma con il ristorante sempre aperto gestito in sede dagli amici dove i pochi veri alpini lavano i piatti! Io ritengo che sia meglio cadere in piedi, quando non ci saranno più alpini si chiude! Non vorrei far parte di una Associazione d’arma che assomiglia a quella dei carabinieri dove associano tutti, ma proprio tutti. Allora, ma solo allora, restituirò la tessera. Scarponi alpini.

    Giovanni Galeazzi – Milano

    Caro amico, davvero non riesco a capire il tuo disagio per il fatto che una caserma torni ad essere alpina e i suoi militari dotati del cappello con la penna. Neanche tu, neanch’io caro Giovanni siamo nati alpini. Lo siamo diventati progressivamente. Io sono orgoglioso nel pensare che i militari della caserma Ceccaroni siano diventati dei nostri. Poco importa se prima avevano il basco. L’importante è che ora crescano facendo propria una sensibilità e una storia nella quale sono stati immersi. Sulle altre questioni che sollevi, onestamente mi sembra che tendi a vedere il bicchiere mezzo vuoto.