Don Gnocchi, imprenditore della carità

0
82

A sessant’anni dalla morte e a sei anni dalla beatificazione di don Carlo Gnocchi, la Fondazione a lui intitolata e l’Associazione Nazionale Alpini, in collaborazione con il Comando Regione Militare Nord, hanno commemorato “il santo con la penna alpina”, straordinario testimone della carità, proposto dalla Chiesa alla devozione e all’imitazione dei cristiani, per tutti un esempio di dedizione totale al prossimo. Nel corso dell’evento “Aspettando l’Adunata. La figura di don Gnocchi, Imprenditore della Carità”, svoltosi il 15 aprile al Circolo Ufficiali dell’Esercito di Torino e presentato dal giornalista televisivo Francesco Marino, è stata ricordata la vicenda umana del Beato don Gnocchi, Cappellano Militare volontario degli Alpini durante la Seconda Guerra Mondiale sui fronti greco-albanese e nella campagna di Russia.

“E’ doveroso ricordare, soprattutto oggi, una figura emblematica come don Gnocchi. In lui ritroviamo i valori fondanti del nostro essere militari”, ha osservato il Generale Massimo Panizzi, Comandante della Regione Militare Nord, nel saluto introduttivo.
Il Sindaco Piero Fassino, nel ricordare l’importanza di don Gnocchi, ha testimoniato la vicinanza di Torino agli alpini ed all’ANA, sottolineando il sentimento di orgoglio per tutti gli alpini ed i militari italiani impegnati in missione di pace.

Lo scrittore Gianni Oliva ha illustrato il contesto storico vissuto da don Gnocchi, ripercorrendo le fasi cruciali del secondo conflitto mondiale; dapprima l’impegno italiano sul fronte greco-albanese e in Russia; in seguito, al termine della guerra, la lenta e difficile ricostruzione dell’Italia martoriata, ma anche animata dalla speranza e dalla volontà di rinascere.

Ulteriori testimonianze sono state offerte dal Presidente Nazionale dell’ANA, Ingegnere Sebastiano Favero, che ha sottolineato la vicinanza degli Alpini alla figura di don Carlo e alla Fondazione che porta il suo nome, e dal Vice Presidente del Consiglio Regionale Nino Boeti, che ha ricordato come il Piemonte sia la patria delle Penne Nere, definendo gli alpini, come usava dire don Carlo “uomini straordinari nell’ordinario”.

Nel corso della serata, animata dal sestetto di ottoni della Fanfara della Brigata Alpina “Taurinense” e dal Coro della Sezione ANA di Torino, sullo sfondo di immagini e video della vita e delle opere di don Gnocchi, sono stati letti alcuni brani tratti dagli scritti più importanti del grande cappellano militare.
Antonio Conte, allenatore della Nazionale di Calcio e recente testimonial della Fondazione, impossibilitato a partecipare, non ha voluto però far mancare il suo saluto inviando un videomessaggio, ricordando ai molti che seguono con tanto affetto e calore la Nazionale italiana, l’importanza di “scendere in campo”, di spendersi in prima persona, per fare del bene alle persone in difficoltà.

A conclusione dell’evento il Presidente della Fondazione, Mons. Angelo Bazzari, e il responsabile dei due Centri di riabilitazione di Torino, Luigi Cremasco, hanno illustrato l’attualità dell’opera di Don Gnocchi a Torino, in Italia e nel mondo. Mons Bazzari ha inoltre ricordato come “la regola in assoluto del nostro fondatore è stata il vangelo vissuto con radicalità e autenticità. Don Gnocchi si è posto a servizio dell’umanità innocente ferita nella sua dignità di persona e devastata nel fisico. Ha esercitato la “fantasia della carità” con amorevole compassione, appassionata misericordia e con la condivisione del dono.”