DNA, ovvero Di Nonno Alpino

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    Sabato 31 agosto si è svolto a Hamilton il 17° Congresso degli alpini del Nord America, con l’intervento del presidente nazionale Sebastiano Favero accompagnato dal delegato per le sezioni all’estero Ferruccio Minelli. La sera di venerdì c’è stata un’anteprima con l’incontro del presidente nazionale e di Minelli con il coordinatore ANA Gino Vatri, il presidente della sezione locale Fausto Chiocchio – dimostratosi un ottimo organizzatore – e i capigruppo di Guelph, Waterloo e Welland. A cena, Favero è stato avvolto dalla calda atmosfera che si coglie ogni qual volta s’incontrano gli alpini “della seconda naja” e i loro famigliari: sono spesso questi ultimi, uniti agli “amici degli alpini” a vivere con i “veci” la vita di gruppo trasformandosi in preziosi volontari.

     

    A tutti questi il presidente ha consegnato certificati di merito che attestano riconoscenza per l’opera che essi prestano fra gli alpini. Sabato mattina, presenti i presidenti e i capigruppo del Canada e del Nord America, Gino Vatri ha aperto i lavori dando il benvenuto al presidente e a Minelli, accolti da un lungo applauso di gratitudine per la loro presenza. “Sono venuto qui per ascoltarvi ed avere un incontro franco, sincero e costruttivo”, ha risposto nel salutare tutti il presidente nazionale. Ed infatti così è stato: il congresso ha toccato – come non era mai accaduto così specificatamente – i problemi più importanti della vita delle nostre sezioni all’estero, problemi comuni alle altre sezioni sparse per il mondo, soprattutto quelle più lontane. Vatri ha quindi presentato la relazione morale, la relazione finanziaria e successivamente la relazione riguardante le Sezioni ed i Gruppi e ha fornito i numeri della consistenza degli iscritti: 669 soci e 311 soci aggregati in Canada, 45 soci e 51 soci aggregati nei vicini Stati Uniti.

    Un motivo di soddisfazione, ha rilevato Ferruccio Minelli, viene dal fatto che nonostante si registri un calo di iscrizioni rispetto agli anni passati – l’anagrafe è quella che è – le attività di Sezioni e Gruppi sono ancora molto numerose. È seguita l’attesa relazione preparata dal capogruppo di Toronto Danilo Cal, relazione rivelatasi uno studio ed un’analisi approfondita che fotografa il momento in cui vivono i nostri Gruppi e le nostre Sezioni all’estero. In sostanza, Cal ha affermato che sulla base dei dati raccolti se non si fa qualcosa per rilanciare le Sezioni all’estero, queste con il tempo rischiano di scomparire. E questo qualcosa si può fare – ha suggerito – incoraggiando i discendenti di alpini a mantenere i valori e le tradizioni degli alpini tramandati dai nonni. Ed ha inventato un felice acrostico: DNA (conosciuto come molecola responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari, n.d.r.) dove DNA significa in questo caso “Di Nonno Alpino”.

    Una teoria piuttosto interessante, per la quale contano molto gli alberi genealogici, che ha vivacizzato la discussione soprattutto dopo che Cal ha portato un esempio: a Toronto aveva invitato ad una cena quattro nuclei famigliari con padri o nonni alpini; hanno aderito 17 famiglie per complessive 90 persone! Minelli ha commentato che per il DNA bisognerebbe incrementare le ricerche, chiarendo ciò che può fare la sede nazionale e quanto la Sezione in loco. A questo proposito è stato ricordato che la sede nazionale ha elargito fondi per borse di studio ai ragazzi nati in Canada, discendenti di alpini. Dove sono questi ragazzi? Cosa fanno, sono presenti? Le borse di studio sono una maniera tangibile per avvicinarli, non vanno abbandonati!

    Per Vittorino Morasset, presidente della sezione di Windsor, i giovani si attirano “dimostrando che siamo persone che hanno imparato ad aiutarsi nella vita militare e continuano a farlo anche adesso”. E ha aggiunto che i giovani dovrebbero contribuire alla confezione del giornale sezionale, il quale – per essere compreso – non dovrebbe essere scritto solo in lingua italiana. Ancora sui giovani, Ferdinando Bisinella (presidente della sezione Montreal) ha suggerito di metterli alla prova, farli partecipare alla vita associativa con incarichi e responsabilità. Suggerimento condiviso da altri delegati, anche con esperienze felici: D’Intino, capogruppo di North York (Toronto) ha comunicato di aver iscritto quest’anno nuovi soci giovani. Ma c’è anche chi ha sostenuto che, almeno per le sezioni all’estero, è necessaria qualche innovazione, come Vittorino Dal Cengio (presidente di Vancouver) il quale ha ricordato che altre associazioni fanno sfilare con i loro reduci anche i parenti che portano, con orgoglio, le stesse insegne.

    A tutti ha infine risposto il presidente Favero, premettendo che “non siamo solo un’Associazione d’arma, ma anche qualcosa di diverso. Siamo anche un’Associazione che assiste, fa servizi alla comunità, ripristina sentieri montani, aiuta nelle calamità”. Ed ha aggiunto che a metà degli anni Novanta con Leonardo Caprioli fu eletto l’ultimo presidente nazionale reduce di guerra, recentemente “andato avanti”, che l’ANA è stata l’unica associazione a protestare a Roma contro la sospensione della leva obbligatoria e che, da allora i problemi delle Sezioni all’estero hanno coinvolto anche quelle in Italia. “In due anni e mezzo – ha ricordato – Perona ha visitato tutte le Sezioni italiane per ascoltare e capire quale sia la tendenza degli iscritti sul futuro associativo. E ricordando che oggi i soci alpini sono 290mila e gli aggregati 60mila “la nave” viaggia ancora. Ma non si può essere sprovveduti e non pensare a quello che succederà e che le Sezioni all’estero già vivono. Il Centro Studi sta ora sintetizzando gli elementi raccolti nel suo lungo sondaggio da Perona e a novembre ci sarà un dibattito con i presidenti delle Sezioni per avere un’indicazione il più aderente possibile al desiderio della maggioranza dei soci”.

    Riconoscendo che le problematiche delle Sezioni all’estero sono molto più impellenti ha richiamato lo Statuto che prevede solo cambiamenti decisi dall’Assemblea Nazionale. “Le fughe in avanti possono essere capite, ma c’è un riferimento che è la Sede di Milano e lo statuto stesso. È necessario stare attenti anche alle comunicazioni informatiche perché va controllato ciò che entra e ciò che esce dalla rete. Gli alpini sono gli uomini del fare e delle cose concrete. Tutto il resto si può valutare ma con la giusta prudenza”. Favero ha osservato che oggi l’ANA è un punto di riferimento in un’Italia disastrata dal punto di vista economico e morale: “Gli alpini sentono forte la richiesta della popolazione di avere una presenza sempre maggiore anche in situazioni che non sono proprie dell’Associazione”.

    Ha assicurato di aver preso nota di tutto ciò che è stato detto e che alcune delle idee sono condivisibili. Ha quindi ricordato che all’inizio degli anni 2000 c’è stata una proposta di cambiamento dello Statuto a favore delle sezioni all’estero ma la stessa non è stata approvata dall’Assemblea dei Delegati ed ha promesso che la relazione della discussione sarà utilizzata per verificare se sarà possibile prevedere il concetto di DNA a livello statutario o regolamentare. Questo discorso potrebbe poi essere esteso anche alla realtà nazionale se la leva obbligatoria non sarà ripristinata. “Ma se le nuove regole ci saranno, dovranno essere comuni, non certo decise dal presidente nazionale o dal singolo presidente di Sezione ma dall’Assemblea Nazionale dei Delegati unica titolata ad approvare modifiche statutarie.

    Il concetto di DNA può essere affinato e portato avanti ma senza forzarlo troppo”. Infine Favero ha avuto parole di ottimismo e di sprone: “Sono venuto qui per dare impulso alle sezioni all’estero: pensiamo al futuro che va in avanti! Gli alpini sono uomini del fare e non retrocedono”. Poi il momento dei saluti, degli abbracci e tanto magone, come sempre avviene all’arrivederci con questi splendidi alpini tanto lontani, tanto vicini… L’appuntamento è a Vancouver, l’anno prossimo.

    Enzo Scarponi


    Al Parlamento dell’Ontario

    Il presidente Favero ha compiuto, con Minelli e Vatri, una visita al Parlamento dell’Ontario, a Toronto, accolti dalla deputata Laura Albanese, grande estimatrice degli alpini. Come testimonia il testo di una pergamena che la parlamentare ha consegnato al nostro presidente ed il cui testo riproduciamo di seguito:

    Viva gli Alpini d’Italia! È con vivo piacere che saluto tutti i partecipanti aI Congresso che quest’anno si svolge ad Hamilton, in Ontario, dal 31 agosto a 1° settembre 2013. GIi alpini sono nel mio cuore come nel cuore di tutti gli italiani che devono a loro un’enorme riconoscenza per il sacrificio fatto in decenni di servizio alla Patria. Questa importante manifestazione ci permette di riflettere e ricordare i valori universali dell’Alpino: lo spirito di servizio, di sacrificio, il senso del dovere e di solidarietà, dimostrati da sempre sia in tempi di guerra che di pace. Esprimo, infine, la mia personale stima e riconoscenza per il contributo ed il ruolo che l’Associazione Nazionale Alpini continua a svolgere nelle comunità italiane all’estero.

    Laura Albanese
    Deputato al Parlamento Provincia dell’Ontario per il Distretto di York South-Weston