Dai la mola e canta!

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    Mi scuso fin da ora con i grandi della musica, se con le mie affermazioni si sentiranno feriti, forse il Grande Bepi mi può comprendere. Dopo anni di lezioni serali noiose sull’armonia ed esercizi nauseabondi sono arrivato a questa conclusione: quando si canta a tavola o ad una festa alpina, c’è uno che intona e gli altri seguono poi se l’esecuzione non è perfetta e non si sentono le quattro voci poco importa, nessuno si deve sentire escluso.

     

    In quei momenti ognuno dimentica per un attimo il peso della propria croce per poi avere la forza ed il coraggio di portarla con più serenità. Il canto consolida la fraterna amicizia che è alla base del segreto degli alpini. Mia moglie dice che non sono a posto! Probabilmente ha ragione. Fatta questa premessa ho composto il vademecum del “corista”. Oggi dopo 100 anni dalla Grande Guerra, nasce il Coro da Trincea. Tale coro nasce con l’intento di diffondere l’amicizia e l’allegria, ed è costituito da alpini e non. Le canzoni vengono eseguite a seconda di chi guida, al diavolo i protocolli! Il motto è “dai la mola…cla va be listess”. Le canzoni goliardiche e/o di caserma si eseguono a sedere, le canzoni tristi se ben eseguite devono far scappare la lacrima al vecio, le canzoni tristi mal eseguite accettano fischi e ululati. I canti solenni si eseguono sull’attenti e con il cappello alpino. Le prove si fanno in campo cioè a tavola. Sono ammessi tutti, chi ascolta soltanto, perfino gli astemi se intonati. Sono ammesse le stecche, gli attacchi anticipati e/o ritardati. Sono esclusi: gli “spaccamaroni” e le “prime donne”. La nostra specialità è la potenza all’unisono. Per coloro che ci supplicano di smettere gli dedichiamo la controveglia. Dai la mola e canta!

    Atanasio Kostis Marradi (Firenze)

    Caro Atanasio, penso che una serata passata al tuo fianco meriti un biglietto per lo spettacolo. Non è difficile immaginare la creatività e la goliardia, che spesso sanno trascinare la compagnia a prescindere dai canoni estetici. Ciò detto, dovrai convenire che, nel canto, come in tutte le cose della vita, l’improvvisazione funziona per divertirsi, ma senza l’impegno, la competenza e la qualità degli addetti ai lavori, rischieremo di finire tutti al “Burp d’estate” di Torino, ovvero il campionato italiano dei rutti.