Cronaca dei soccorsi della Protezione Civile ANA

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    Le mie abitudini di alzarmi presto, e ciò per una serena e produttiva attività mattutina, mi fanno apprendere del sisma che ha colpito l’Emilia. Sinceramente mi ero svegliato alle 4 del 20 maggio, ma non ho immaginato che il risveglio fosse conseguente al sisma e mi sono rigirato nel letto. Sono le 5 e invio un SMS al nostro referente presso il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), Roberto Giarola, dirigente del Servizio Volontariato dal testo … “E il terremoto ?…”. Immediata la riposta … “Massimo (La Pietra, n.d.r.) è già in Sala Italia, stiamo attivando”. Sala Italia è un centro operativo presso il DPC, attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, dove sono presenti tutte le più importanti istituzioni che possono avere un controllo del Paese per qualsiasi evento che lo possa interessare (Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia stradale, di Stato, Marina, Aeronautica, Esercito, gestori linee telefoniche, Enel, Ferrovie dello Stato, ecc.).

     

    Mi confronto immediatamente per le vie brevi, ma le notizie che raccolgo sono alquanto frammentarie. Massimo mi conferma la forte scossa e che stanno pervenendo diverse informazioni… la situazione non sembra preoccupante. Confermo la disponibilità della nostra Associazione per ogni necessità. Mi manca, in questi concitati momenti, il supporto dell’efficiente generale Franco Beolchini, nostro referente presso il DPC, che ha qualche problema di salute, ma nonostante questa mancanza in prima linea, il suo supporto nelle retrovie è importantissimo per il coordinamento, verifica delle disposizioni e visione del coinvolgimento delle altre Associazioni nazionali. Conferisco poi con Corrado Bassi, consigliere nazionale e presidente della Commissione della Protezione Civile; anche la casa dove risiede ha subito la forte scossa, non lamenta gravi danni e la situazione non gli sembra preoccupante.

    Passano i minuti e lo stato dei luoghi, con il coinvolgimento di persone, e patrimonio edilizio si mostra nella sua gravità trasformando la vita di migliaia di persone e il volto di 18 Comuni (alla fine saranno oltre 50). Sono informato che parecchi volontari della PC ANA operano già nel territorio del comune di Cento in provincia di Ferrara, coordinati direttamente dalle Amministrazioni locali. Sono le 12 dal DPC arriva la richiesta di invio del 1° modulo di Colonna Mobile dell’ANA. Mi confronto con Michele Longo (segretario nazionale della PC ANA) e considerata la dislocazione territoriale delle attrezzature e mezzi che compongono la struttura della CM, si decide che siano i volontario del 3° Raggruppamento a partire. Con Orazio D’Incà si conferma la scelta fatta. “Prepararsi per la partenza”, durante il viaggio sarà indicata la destinazione.

    Sono 82 i volontari che partono (appartenenti alle sezioni di Vicenza, Treviso, Bolzano, Valdagno, Padova, Verona e Belluno e Como del 2° Rgpt.) e strada facendo conosciamo la destinazione: “Campo sportivo del comune di Finale Emilia”. Anche Giotto Scaramuzzi, responsabile del COSN (centro operativo presso la Sede nazionale) mi dice di essere pronto all’apertura del presidio, ma non lo ritengo necessario sia per il numero delle forze impegnate che per le localizzate dimensioni dell’evento.

    La macchina dei soccorsi, con tutta a sua complessità e problematiche, si è messa in moto. Mi confronto più volte con Corrado Bassi, rilevante riferimento locale per i diversi aggiornamenti sul coinvolgimento di ANA e rapporti con la Regione. Verso sera i volontari della Colonna Mobile ANA sono a Finale ed inizia, con un tempo avverso (pioggia incessante) il montaggio delle tende, della mensa e della cucina; attività difficoltose, abbiamo al seguito torri faro che ci permettono un’attività senza alcuna interruzione. La Regione Emilia Romagna con il passare del tempo prende sempre più possesso della gravità dell’evento e quindi assume il suo ruolo di coordinamento. Arriva la sera e la situazione del coinvolgimento ANA è ancora in evoluzione. Nella prima giornata sono circa 80 i volontari dell’Emilia che hanno operato sul proprio territorio.

    L’indomani la situazione si fa più chiara. Siamo impegnati direttamente sul campo di Finale con 82 volontari, con Regione Emilia Romagna altri 80, è pure presente la Provincia Autonoma di Trento con 15 volontari ANA, che installano un campo a San Felice sul Panaro. La Regione assegna poi in modo esclusivo a volontari ANA l’allestimento di un altro campo di accoglienza ancora nel Comune di Finale Emilia, da collocarsi al campo sportivo (Robinson). Arrivano poi nei giorni seguenti le Colonne Mobili del Friuli e del Veneto, sempre in gestione quasi esclusiva di volontari ANA. La nostra presenza complessiva in questa prima settimana si attesta su 180/200 volontari al giorno.

    Giovedì 24 viene pure attivato un modulo (diagnostica) del nostro Ospedale da campo che inizia la sua operatività sabato 26, a supporto dell’Ospedale di Mirandola. Le scosse continuano con regolarità assillante, la gente non si sente sicura e non ritorna nelle proprie case anche se molte non sono lesionate e quindi agibili. È una scelta che si può condividere se si considera che questi territori venivano considerati nella cartina di massima intensità di macrosisma del nostro Paese come “7° grado”. Gli esperti si contraddicono e si giustificano con l’esame della storicità di altri sismi. Sono naturalmente i centri storici che, con edifici vetusti e con tipologie costruttive a mattoni, hanno maggiormente sofferto del sisma.

    I campi di accoglienza diventano sempre meglio organizzati per rispondere alle necessità e problematiche degli sfollati. Il nostro campo di Finale accoglie circa 500 sfollati di diverse etnie che alcune volte portano a criticità di convivenza che dobbiamo superare con il supporto delle Forze dell’Ordine. Sembra, nonostante il persistere delle scosse, che ci si incanali nella normalità della gestione dei campi, parecchi abitanti hanno installato tende nei pressi delle proprie abitazioni, per la sicurezza e tranquillità notturna, le industrie fanno un’analisi dei danni e ricominciano i loro processi produttivi. Sono le 9 del 29 maggio quando una violenta scossa ci riporta indietro nelle problematiche, anzi con maggiore criticità, a dieci giorni prima.

    Di nuovo chiamata dal DPC e ANA risponde con un altro modulo della Colonna Mobile. Anche in questa occasione risponde, per coincidenza di turno, il 3° Rgpt. con circa 135 volontari appartenenti alle sezioni di Valdagno, Feltre, Treviso, Padova, Vicenza, Bolzano, Venezia, Verona, Gemona, Trieste e di Como e Lecco del 2° Rgpt. per il trasporto di alcuni materiali. Durante il viaggio dei volontari viene comunicato che la località dove installare il nuovo campo di accoglienza è a Cento. Altre Regioni in questa nuova fase emergenziale intervengono con le proprie Colonne Mobili: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Marche (sempre alimentate da volontari ANA) e la nostra presenza sul territorio si attesta intorno alle 350 unità giorno.

    È uno sforzo notevole, ma i volontari nella loro generosa solidarietà, non mancano. A turni, programmati con cadenza settimanale, intervengono con regolarità volontari appartenenti al 1°, 2° e 4° rgpt. Il 20 giugno il numero dei volontari (uomini e donne) che hanno portato il loro contributo all’emergenza connessa con il terremoto in Emilia, per turni di 2/3/4/7 giorni è di circa 1.700 persone.

    Giuseppe Bonaldi