CONEGLIANO Ottant'anni celebrati col cuore (e con le braccia)

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    La sezione ANA di Conegliano
    ha chiuso le celebrazioni
    del suo ottantesimo
    anniversario di fondazione
    con l’inaugurazione
    ufficiale di una passerella
    pedonale e di un museo dedicato
    alla vita alpina. ‘Un
    museo non per congelare
    la memoria ma per renderla
    visibile’, ha spiegato l’architetto
    Alberto Torsello
    che ha progettato il museo,
    ispirandosi alla storia
    delle penne nere, fatta di
    sacrificio e vicinanza agli
    altri. Semplice nella sua
    impeccabile formalità la
    cerimonia di inaugurazione
    tenutasi nell’ aprile
    scorso, ad un anno esatto
    dalla posa della prima pietra,
    con tante penne nere
    presenti fin dal primo mattino
    per l’alzabandiera e la
    messa nella chiesa di San
    Martino.

    C’erano tutti i 30
    gruppi della sezione ANA
    di Conegliano con i loro gagliardetti,
    il consigliere nazionale
    Francesco Munarini,
    in rappresentanza del
    presidente Perona i dirigenti
    sezionali, una rappresentanza
    nazionale, la fanfara
    alpina ed i sindaci di
    tutti i Comuni dove operano
    le penne nere di Conegliano.
    Davanti al palco i
    reduci di guerra, un gruppo
    ormai ristretto di veci
    messi al posto d’onore dal
    presidente Antonio Daminato
    che ha aperto il suo
    intervento proprio ricordando
    i reduci e il sacrificio
    di chi dalla guerra non
    è mai tornato.

    Daminato
    ha avuto poi parole di sincero
    ringraziamento per
    tutti i volontari che si sono
    alternati per un anno nel
    cantiere. Il consigliere nazionale
    Francesco Munarini,
    intervenuto in rappresentanza
    del presidente
    Corrado Perona, ha elogiato
    la lungimiranza di un
    progetto che ha messo assieme
    il pubblico, il privato
    e il volontariato alpino.
    Hanno partecipato alla realizzazione
    dell’opera numerosi
    alpini della sezione,
    inquadrati per motivi organizzativi
    nell’impresa
    Brandolini Dottor, un
    esempio di lavoro congiunto
    tra azienda privata e volontariato
    alpino che ha
    donato alla città due opere
    destinate a perpetuare il ricordo
    del volontariato alpino.

    Si sono alternati muratori,
    carpentieri, meccanici,
    idraulici, volontari
    che da sempre si mettono
    a disposizione di chi li
    chiama. Storie di impegno
    che nascono 30 anni fa in
    Friuli e si stemperano in un
    elenco lunghissimo.
    Non va dimenticato che la
    passerella degli alpini, costeggiando
    il fiume Monticano,
    unisce due ponti della
    città di Conegliano. Un
    simbolo tangibile di unione
    e collegamento che rimarrà
    per sempre a ricordare
    ciò che hanno fatto gli
    alpini.

    Antonio Menegon