Care Poste, vi scrivo…

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    Ogni mese, puntuali come un orologio svizzero, la redazione e l’ufficio Associati sono subissati di chiamate di soci e abbonati che non ricevono L’Alpino. È un problema annoso che anche l’ultimo presidente del Comitato di direzione del giornale Salvatore Robustini – “andato avanti” per un brutto male a fine dicembre – si era preso a cuore, «per dar contezza da parte di numerosi soci, missive di protesta, geremiadi di un fatto increscioso: l’eccessivo ritardo, in generale, e l’asincronismo della distribuzione, negli ultimi tempi tendente ad aumentare, anche in zone che non si differenziano per Cap e Stradali».

     

    «Le note dolenti – prosegue Robustini – attengono alla improvvida consegna, a domicilio, del ‘mensile’, che essi, quale voce dell’Associazione, attendono trepidi, per gustarne quanto prima articoli e rubriche e conoscerne contenuti, resoconti, programmi, iniziative, etc.». Non è solo una questione di pretendere la puntualità di un servizio che paghiamo – basterebbe questo – ma è anche perché il giornale è la voce dell’Associazione e raggiunge le più remote valli e gli sperduti paesini di montagna. È per noi il più potente megafono per comunicare e confrontarsi, un mezzo per rimanere uniti e condividere quel bellissimo “viaggio” degli alpini che da un secolo si intreccia con la storia e le vicende del nostro Paese. Entriamo quindi nelle pieghe del problema: il rischio è d’esser troppo specifici, ma la comprensione della questione lo pretende.

    I COSTI DI SPEDIZIONE – Fino a marzo 2010 esistevano delle tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali e il pagamento a Poste Italiane per la spedizione di un numero del giornale era di 25mila euro. In pratica, per molte testate di giornali, comprese quelle delle associazioni d’Arma, lo Stato compensava la parte mancante dell’esborso a Poste. Fedele all’ideale del contenimento delle spese statali il decreto Tremonti (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 31 marzo 2010, n. 75) ha eliminato le agevolazioni facendo lievitare da un giorno all’altro i costi di spedizione per molte testate. Da quel momento, aderendo ad un nuovo prodotto di Poste chiamato “PTmagazine”, l’Associazione ha sborsato per L’Alpino circa 100mila euro a numero, il 300% in più! Per colmare il dissesto finanziario provocato in molte realtà editoriali che in alcuni casi ha portato a far chiudere per sempre i battenti, la legge n. 14 del 24 febbraio 2012 ha fissato delle tariffe per le Stampe Periodiche Roc (acronimo di Registro degli Operatori di Comunicazione al quale devono iscriversi i soggetti destinatari di concessioni o autorizzazione in materia di comunicazione). Aderendo a questo nuovo canale, da settembre 2012 i versamenti dell’Associazione a Poste Italiane sono di 65mila euro a numero, per un esborso annuale che si aggira attorno ai 715mila euro. Nonostante ciò il prezzo agli abbonati per gli 11 numeri del giornale è aumentato di soli 50 centesimi: praticamente nulla!

    I TEMPI DI LAVORAZIONE – Il giornale che arriva nelle case di soci e abbonati (ma forse sarebbe opportuno dire: “Quando il giornale arriva…”), è stato sottoposto ad un dettagliato processo di lavorazione che inizia generalmente attorno al 26 del mese con l’approvazione finale, quella che in gergo chiamiamo “chiusura del numero in redazione”. Da questo momento la tipografia Rotolito Lombarda ha massimo quattro giorni lavorativi per stampare le 360mila copie e consegnarle alla società specializzata Addressvitt che in altri quattro giorni realizza l’incellofanatura di ogni singolo giornale e inserisce l’etichetta, elaborando gli indirizzi forniti dall’Ufficio Associati della Sede Nazionale. Man mano che questa operazione è completata vengono consegnati i bancali con i giornali a 20 centri di spedizione di Poste Italiane, divisi per competenza territoriale. Ad ogni consegna di Addressvitt, Poste rilascia al vettore un documento di ricevimento e di presa in carico. Al massimo al giorno 10 del mese i giornali sono quindi nelle sole mani di Poste ed è da questo momento che vengono, spesso, attratti in un buco nero.

    COSA FA POSTE? – Abbiamo chiesto al responsabile commerciale di Poste come il giornale prosegue la sua corsa verso la cassetta delle lettere. Semplicissimo e capillare: «Viene dato al punto di recapito locale e quindi ad uno dei 40mila postini che lo consegna insieme ad altra posta». Ma tale processo non è tracciabile, ovvero né chi spedisce, né chi riceve può sapere cosa succede nel tratto tra il punto di recapito locale e l’indirizzo di consegna e quindi capire se e quando la spedizione sia andata a buon fine. Per avere la tracciabilità, fanno sapere da Poste, occorre cambiare contratto e spendere il doppio. Viene da sorridere amaramente perché il pagamento di un corrispettivo in luogo della consegna non è una clausola accessoria, ma è nella natura stessa del contratto di spedizione.

    MANCATA RICEZIONE – Il socio o l’abbonato che lamenta la mancata consegna del giornale generalmente non contatta Poste Italiane, bensì l’Ufficio Associati in Sede Nazionale che effettua un primo controllo nel programma di gestione per accertare la correttezza delle informazioni di spedizione. Qualora i dati siano esatti viene annotata la segnalazione del socio o dell’abbonato e viene spedita una copia del giornale in busta per posta ordinaria, con tanto di scuse. Oltre al disguido per chi non riceve, sono evidenti i maggiori costi che deve sostenere l’Associazione. Le segnalazioni collezionate vengono inoltrate a Poste Italiane. E qui un’altra questione che rasenta l’incredibile. Le segnalazioni vengono prese in considerazione – così ha confermato più volte il responsabile davanti ai dati che avevamo presentato – quando i mancati recapiti sono ricorrenti. Solo se un socio o un abbonato non riceve per più mesi consecutivamente il giornale, la mancata consegna diventa cronica e meritevole di approfondimento. Di conseguenza se anche una serie di singoli soci non ricevono un numero su 4milioni di copie annue (che è il volume di spedizione del giornale che state leggendo), Poste Italiane lo fa rientrare in un rischio assolutamente accettabile. «Noi abbiamo il dovere di raggiungere la totalità delle persone – ammette il responsabile – ma soprattutto per i giornali e le riviste ci sono casi di mancata consegna che possono non essere riconducibili alla nostra struttura operativa, come ad esempio non avere la portineria, avere le cassette della posta accessibili anche agli estranei e così via».

    I CONTROLLI E LE TUTELE – I controlli che l’Associazione chiede a Poste per capire come poter risolvere i problemi di recapito sono legati ad un “alert” (letteralmente “segnale d’allarme”) che da quest’anno viene fatto ogni mese. L’Ana invia copia dei documenti di prenotazione della spedizione e il piano di distribuzione del giornale a Poste che allerta i centri periferici provinciali e, a cascata, i punti di recapito locale, responsabili diretti della consegna. «Non è un procedimento rapido – spiega Poste – perché i dati arrivano dal centro più piccolo a quello più grande e quindi all’ufficio che gestisce la segnalazione ». Aspettiamo fiduciosi: quando avranno recuperato i dati invieranno una risposta ufficiale. Nell’attesa le possibili azioni non si esauriscono a questa attività. Gli estremi delle segnalazioni che vengono effettuate all’Ufficio Associati, quando ci sia ricorrenza di zona, vengono inviate a Poste per un controllo capillare sul territorio. Anche qui i tempi di risposta non sono propriamente quelli di un velocista. Il privato può inoltre chiedere direttamente informazioni o assistenza a Poste Italiane al numero 803.160 (per chiamate dall’estero 0039-02/82443399) o presentare un reclamo on line mediante la compilazione dei moduli di questa pagina Internet: www.poste.it/reclamo-servizi-postali.html nei quali occorre specificare come oggetto del disservizio “Posta4” e come ragione sociale del mittente: Associazione Nazionale Alpini, via Marsala 9 – 20121 Milano.

    La medicina che oggi abbiamo a disposizione per combattere il morbo del disservizio postale ci permette solamente di arginarne gli effetti, nulla più. Ci proviamo con convinzione, consapevoli che solo un cambiamento, come l’aria fresca di montagna, permetterà una completa guarigione.

    Matteo Martin


    Queste sono alcune delle tante lamentele che riceviamo in Sede Nazionale.

    Vi segnalo che a tutt’oggi 20 gennaio non ho ancora ricevuto L’Alpino. Non abito in un paese disagiato, ma a nove km da Como ed esattamente a Fino Mornasco. Lor signori – ed intendo le Poste Italiane – dopo essersi fatti dare un cospicuo aumento per la spedizione del giornale, si sono comportati bene per una decina di mesi, dopodiché la consegna di giorno in giorno è slittata a quasi un mese dalla vostra spedizione. Ci manca poco che dobbiamo spedire gli auguri di Natale a settembre. Ovviamente quando piove, tira vento o soffia la bufera loro non consegnano, anche, come si legge dai giornali, bollette in scadenza. Purtroppo è un periodo che spesso piove. Che si decidano se fare i finanzieri, che peraltro fanno male pure quello, o il servizio postale. Ormai non c’è un servizio pagato profumatamente la cui disfunzione non ricada sui cittadini. In verità le copie de L’Alpino che aspetto sono due, perché in casa gli alpini sono due. Non so se tre o quattro volte ho ricevuto una sola copia e ciò non è che non sia grave perché il fatto crea una certa maretta in casa. Il soggetto che riceve la sola copia vanta i diritti di una maggior alpinità che per almeno una settimana crea una certa gerarchia a volte non ben sopportata. È più alpino il vecio della Julia o lo sbarbato della Tridentina? Da parte mia occorre dire che tutti i mesi aspetto con impazienza la stampa alpina e quando si va oltre il 15 del mese già entro in fibrillazione. È l’unica stampa che in questi tempi bastardi mi induce alla ragionevolezza. Non ho mai dubitato della serietà e capacità professionali della nostra Associazione e mi auguro di non dubitarne mai, perché sarebbe per me devastante; il crollo dell’ultimo bastione, dopodiché altro che Caporetto. Scrivo questa mail per segnalare un costante disservizio. Quando in Sezione si ricevono i resi delle riviste non consegnate, si scopre che per il 90% gli indirizzi sono corretti, come riportato nel programma di gestione associati Gisa. Altresì Poste Italiane pretende compensi per i resi medesimi, assolutamente non accettabili per la mancata consegna imputabile ad un servizio non efficiente. La Sezione Ana di Vicenza da alcuni anni, verso contatti locali di Poste Italiane, ha manifestato il disagio sociale ed economico patito e chiesto una risoluzione del problema; esso però non ha dato risultati previsti e alla data odierna continuano ad arrivare segnalazioni da nostri Gruppi. Chiediamo all’Ana nazionale un intervento determinato, anche in sede legale, allo scopo di una risoluzione del problema che sia di comune interesse.

    Volevo segnalare che non abbiamo ricevuto ancora L’Alpino di novembre. Temo che per i numeri di dicembre della rivista sezionale e nazionale sia lo stesso copione. Spero che il disservizio venga risolto anche perché sta assumendo i risvolti di un servizio che viene pagato e non erogato… Durante una riunione del Gruppo qualcuno ha anche chiesto se non sia meglio eliminare la stampa e postalizzazione delle riviste, risparmiando soldi, leggendole on line… servizio che per la nostra piccola realtà abbiamo scoperto e di cui stiamo usufruendo giocoforza. Siamo stufi perché stiamo pagando come Associazione un servizio che non viene erogato!

    Sono un vostro abbonato e vorrei chiedervi perché il giornale non mi arriva regolarmente: ad esempio aprile e maggio (tra l’altro importante perché ci sono tutte le informazioni sull’Adunata) non mi sono ancora arrivati. Forse è colpa della Posta? Quindi se così fosse vi chiedo di fare un reclamo alla suddetta. Se riusciste a risolvere questo problema ve ne sarei grato in caso contrario mi vedo costretto a non abbonarmi più.

    Non ho ancora ricevuto il numero de L’Alpino di dicembre. Comincio a temere che si tratti di un disguido, visto che moltissimi amici lo hanno ricevuto da tempo. Se non arriva entro domani 31 dicembre, ve lo segnalerò, chiedendo di mandarmi, se possibile, un duplicato. Nel frattempo ho visto l’edizione elettronica.

    È il primo Natale che passo senza ricevere L’Alpino. Ho sempre ricevuto da quando sono stato congedato nel 1954. Accusa contro ignoti, le Poste? O i portalettere? Di tanto in tanto c’è un nuovo postino e a volte ricevo posta che non è mia. Ad oggi, comunque, L’Alpino non è ancora arrivato!!!

    Vogliamo farvi presente che ci mancano le riviste di dicembre 2016 e quella di gennaio 2017 e se ce le spedite urgentemente perché non possiamo più aspettare! Scrivo a nome di mio suocero che ogni mese attende con impazienza l’arrivo de L’Alpino, ma che non riceve più dal mese di febbraio 2014!!! Ogni mese, intorno al 20, mi ritrovo a fare la stessa telefonata, in cui metto al corrente la vostra redazione che a mio suocero non è arrivato il giornale, e ogni mese dopo avervi confermato l’avvenuto pagamento e controllato l’indirizzo mi trovo nella stessa situazione di prima. Ho fatto i dovuti accertamenti alle Poste, qui a Gorno tutti ricevono regolarmente L’Alpino, alle poste di Clusone mi hanno garantito che non ci sono problemi di smistamento o altri problemi relativi alla rivista in questione, comunque ho effettuato un reclamo presso le Poste Italiane. Ora se il problema non sono le poste e non siete voi, io non so cosa fare per poter ottenere di ricevere il giornale! Peraltro non abbiano ricevuto nemmeno la busta con le copie che al telefono mi avevate detto che avreste mandato. Sono consapevole che avrete problemi più importanti di questo, ma mio suocero ci tiene veramente a ricevere la vostra rivista e io vorrei riuscire a risolvere il problema.