"Calpesti e derisi"?

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    Su L’Alpino di aprile Raffaele Rocchini dice: “I nostri nonni hanno fatto l’Italia e noi dobbiamo mantenerla unita e integra”. Aggiungo: la Patria è il paese dove siamo nati, la nostra terra, la famiglia e il cimitero dove riposano i nostri progenitori. 

    Il soldato meridionale nella guerra 1915-’18 veniva a combattere sulle nostre montagne per difendere la Patria. Erano i Carmelo, i Salvatore, i Turiddu: non si sono immolati solo per lo Stato come concetto giuridico. E tanti italiani che per necessità sono stati costretti ad emigrare tengono costante il pensiero al loro paesello.

    Albino Porro – Asti

    È vero, il concetto di patria non è solo “giuridico”. Da un punto di vista amministrativo lo Stato può essere organizzato come si vuole e anche la democrazia si concretizza con le sue specificità. Purtroppo in Italia la politica è gestita sulla falsariga della peggiore Commedia dell’Arte, con volgarità e insulti, e tende ad azzerare il senso di appartenenza ad una nazione. Poco importa se questa affonda le radici in grandi movimenti come il Rinascimento, il Risorgimento o interpreta le espressioni più elevate dell’intelligenza umana. Il nostro orgoglio di italiani e lo sdegno per un’identità negata non sono quindi retorica datata. È sufficiente andare all’estero per sentire quanto pesi per tutti, ed in particolare per gli emigrati, sentire l’Italia svilita e derisa. Siciliani o veneti non fa differenza.