Business Adunata

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    Caro direttore, vorrei subito precisare che questa mia non vuole assolutamente essere una polemica e riguarda tutti gli ambulanti che vendono di tutto durante le adunate. Penso che le nostre adunate nazionali siano diventate anche un bel business per la città che le ospita e per tutti gli operatori che gravitano intorno. 

    Va bene, porta ottimi introiti, ma la mia considerazione nasce da una sensazione di fastidio e disagio creata da tutto quello che ho visto durante i miei tre giorni di permanenza a L’Aquila. Cosa c’entrano con gli alpini, con le tradizioni alpine, con la storia alpina, con quello che gli alpini rappresentano gli ambulanti che vendono sulla strada coltelli, borse, ciondoli, musica afro, scimmiette di stoffa vendute da bambini. Possibile che ai nostri vertici vada bene una situazione di questo tipo? Non si può fare niente?

    Roberto Novati, segretario del Gruppo Capiago Intimiano e Senna Comasco, Sezione di Como

    Che le Adunate siano un grande business è risaputo e assai vantaggioso per le città ospitanti. Una grande boccata d’ossigeno. Quindi ben vengano anche i venditori ambulanti, sempre che la loro presenza sia regolamentata e senza che questo finisca per creare disagio, rubando spazi importanti alla manifestazione. Quanto alle merci che vengono vendute, hai ragione a dire che c’entrano poco con gli alpini, ma se le vendono vuol dire che gli alpini le comprano.