Astigiani famosi

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    #alpiniadunata2016

    La città di Asti, che lega per la seconda volta il suo nome a una Adunata nazionale Ana (la prima si svolse nel 1995) e ora si prepara ad accogliere gli alpini dal 13 al 15 maggio, ha dato i natali a numerosi personaggi. Il più famoso, tra i viventi, è certamente Paolo Conte, l’avvocato cantautore, classe 1937 che ha legato il suo nome e la sua voce roca a canzoni divenute famosissime come “Azzurro”, “Topolino amaranto”, “Un gelato al limon”, “Diavolo Rosso”, “Razmataz”, “Sotto le stelle del jazz”. 

     

    Già famoso come autore con il fratello Giorgio, anch’egli avvocato e cantante, Paolo Conte (che il militare lo ha fatto da aviere, ma da liceale riuniva il suo complessino jazz all’allora circolo degli alpini di Asti) è un’icona della musica italiana e conta fans in tutto il mondo, particolarmente in Francia, Germania, Canada.

    Non è raro incontrarlo per le vie del centro e in corso Dante dove c’è la palazzina di famiglia, che ospitava anche lo studio del padre notaio. Altro nome astigiano emerso tra i personaggi dello spettacolo è Giorgio Faletti, che alla notorietà televisiva come comico, ha aggiunto i successi a Sanremo da cantante con “Signor Tenente” e soprattutto come scrittore di gialli: il suo romanzo d’esordio “Io uccido” ha raggiunto milioni di copie di tiratura in tutto il mondo. Prematuramente scomparso a soli 63 anni nel luglio 2014 a Faletti il Comune di Asti ha intitolato la biblioteca civica che sorge a pochi metri dal palazzo natale di un altro astigiano famoso: Vittorio Alfieri, poeta, drammaturgo scrittore definito il “risvegliatore” dello spirito nazionale e chiamato familiarmente dagli astigiani “Toju”.

    “Nella città di Asti, in Piemonte, il dì 17 gennaio dell’anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti”, scrisse Alfieri nella propria autobiografia (ma secondo gli storici era nato il 16). La casa natale dell’autore del Saul, un bel palazzo in stile barocco, si trova nella strada principale della città, corso Alfieri, è la sede del Centro Nazionale Studi Alfieriani e ospita un museo in fase di riapertura dopo anni di restauri. All’Alfieri, oltre al bellissimo teatro ottocentesco, è dedicata anche la piazza principale di Asti, dalla curiosa forma trapezoidale, al cui centro sorge il monumento al poeta e dove, ad ogni terza domenica di settembre, si corre il Palio, il “più antico d’Italia” sostengono gli astigiani, visto che se ne parla già in un documento del 1275. L’epoca medioevale ha lasciato tracce evidenti nel tessuto urbanistico cittadino.

    Ci sono ancora palazzi e torri a testimonianza del potere economico delle famiglie di banchieri che facevano affari in tutt’Europa. Sotto l’egida del patrono San Secondo, il cui nome campeggia nel cartiglio dello stemma comunale, “Aste nitet mundo Sancto Custode Secundo” (“Asti splende nel mondo per merito del suo Santo Custode Secondo”), la città divenne una potenza finanziaria, stringendo alleanze con i più importanti comuni italiani.

    Lo stesso spirito imprenditoriale che rivive secoli dopo nelle biografie di personaggi come Carlo Gancia, che nel 1850 fa nascere la prima Casa spumantiera a Canelli, o Francesco Cirio, partito da Nizza Monferrato per diventare uno dei fondatori dell’industria conserviera italiana. L’Astigiano è anche terra di santi: basti pensare a Giovanni Bosco, il fondatore dei Salesiani, nato a Castelnuovo, e al suo “angelico alunno” Domenico Savio, di Mondonio. E con l’elezione al Soglio Pontificio di Papa Francesco è emersa anche l’origine astigiana della famiglia Bergoglio, emigrata in Argentina nel 1929.

    Abitavano una cascina sul bricco Marmorito, ai confini tra Asti e Portacomaro, poi si trasferirono in città per far studiare Mario, il padre del futuro papa. Sul fronte politico meritano la citazione il monferrino Pietro Badoglio, di Grazzano, giovane generale durante la Prima Guerra Mondiale, dove incontrò anche l’astigiano Angelo Gatti, capo dell’Ufficio storico del comando supremo di Cadorna. Badoglio fu protagonista nella guerra d’Etiopia, maresciallo d’Italia e legò il proprio nome al regime fascista, il 25 luglio 1943, quando subentrò a Mussolini come capo del governo e all’armistizio dell’8 settembre. Altro primo ministro astigiano, tra i più giovani della storia della Repubblica, è stato Giovanni Goria, scomparso nel 1994 a soli 51 anni.

    Era di Vinchio lo scrittore e giornalista Davide Lajolo. Tra i cittadini onorari due importanti scienziate: il premio Nobel Rita Levi Montalcini, che si rifugiò ad Asti durante la guerra per sfuggire alle persecuzioni razziali e Fabiola Gianotti, direttore del Cern di Ginevra, originaria di Isola d’Asti, dove è nato anche il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato Vaticano con due pontefici: Wojtyla e Ratzinger.

    Torniamo alla vena musicale che, oltre ai Conte, ha visto emergere figure di primo piano del jazz come il sassofonista Gianni Basso e il trombonista Dino Piana originario di Refrancore e cantanti quali Danilo Sacco, per molti anni voce del complesso dei Nomadi, e Andrea Mirò, cantautrice sposata con Enrico Ruggeri. È di Asti anche Bruno Gambarotta, brillante scrittore e giornalista. Ha vissuto a lungo a Rocchetta Tanaro, il cantante genovese Bruno Lauzi al quale si deve una suadente definizione degli astigiani: «Sono brasiliani con la nebbia dentro».

    Marianna Natale

    giornalista, collabora con la “Gazzetta d’Asti” e con “Avvenire”