Ancora sul nonnismo

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    Sono sempre molto d’accordo con te, caro direttore, ma per quanto riguarda il fenomeno del nonnismo che hai trattato un po’ troppo sbrigativamente nel numero di novembre, vorrei aggiungere ancora qualche elemento di riflessione. Evidentemente non ti è mai capitato di lucidare le scarpe o preparare la branda per conto terzi o di farti scavalcare impunemente da un vecio alla fila per il rancio. E parliamo di cosette di poco conto perché a volere andare indietro nel tempo, rispetto al 1970, anno in cui ho prestato servizio, potremmo parlare di episodi veramente disgustosi che saprei anche elencare se non avessi il timore di abusare dello spazio. Diciamocelo chiaro che si è trattato di una piaga diffusa e purtroppo tollerata contro la quale, salvo rarissimi casi, non si è mai intervenuto con la dovuta energia da parte di chi doveva e poteva farlo. E come non capire come il tutto fosse funzionale all’indebolimento psicologico delle reclute per renderle più remissive e docili per la disciplina? Si trattava insomma e nient’altro che di un vero “instrumentum regi” come ebbi a spiegare da giovane sottotenente di complemento ai miei alpini per dissuaderli dal mettere in pratica certi comportamenti. E lo feci, manco a dirlo, in assenza del comandante di compagnia dal momento che il problema per lui non esisteva. Dobbiamo quindi smetterla di parlare di naja in termini celebrativi o peggio ancora negazionisti quando sappiamo benissimo che esistevano molte zone d’ombra. Come vorrei, per esempio, che venissero pubblicate delle statistiche con i numeri dei morti per causa di servizio. Pensiamo solo a quanti morti ha provocato il famigerato camion CL che con il baricentro altissimo, di frequente si rovesciava.

    Renzo Rancan – Schio (Vicenza)

    Caro Renzo, distinguerei gli incidenti occorsi in passato per mancanza di garanzie di sicurezza, che vanno letti nel loro tempo. Ti ricordi gli impianti elettrici di quando eravamo bambini? Le valvole che saltavano e bisognava sostituire il piccolo filo di rame? Il lavoro nei cantieri senza un minimo di protezione? La tecnica allora offriva questo ed è inutile giudicare quel tempo con le categorie contemporanee. Diverso il discorso sul nonnismo. Tu dici che avesse una funzione disciplinare. Può essere. Per me era solo ignoranza, quella stessa che contagia i giovani bulli dei nostri giorni, ora fuori dalle caserme. Ripeto è solo la cultura che potrà liberarci dall’imbecillità.