Amore a prima vista per la fanfara Taurinense

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    È stato un colpo di fulmine, quello balenato tra il 7 e il 10 aprile durante la tournée della fanfara della brigata alpina Taurinense in Basilicata e in Puglia, fortemente voluta dall’energico generale Antonino Cassotta, che guida la sezione locale dell’ANA. Un tour caratterizzato dalle straordinarie manifestazioni d’affetto e di gioia nei confronti degli alpini da parte della gente di Potenza, Matera, Bari, Taurisano (in provincia di Lecce), Muro Lucano e altri due comuni del potentino: Tito e Tolve. Più di diecimila persone sono scese in piazza per applaudire la nostra fanfara, che ha suonato un repertorio risorgimentale, classico e pop.

    Un successo al quale – senza falsa modestia – i nostri musicanti sono generalmente abituati. Eppure siamo rimasti commossi dalle migliaia di bambini in prima fila ad accogliere la fanfara, con bandiere, fiocchi e nastri col tricolore, con grembiuli verde-bianco-rosso, alcuni vestiti da garibaldini con camicia e cappello rosso. Tutti hanno ascoltato in silenzio le musiche della fanfara e hanno cantato l’inno, a Bari (in piazza Risorgimento: non poteva essere altrimenti, d’altronde) e a Taurisano, diretti da maestre ed insegnanti emozionati quanto loro per una giornata che avevano preparato e atteso da tempo.

    In Puglia gli alpini si sono infatti inseriti in un ricco programma di celebrazioni realizzato dalle scuole Giuseppe Garibaldi (nel cuore della città) e Tommaso Fiore, con musiche, canti e poesie sul tema del 150°. E non solo: agli alpini è stata anche regalata la platea della scuola Fiore per raccontare a centinaia di studenti delle medie la propria storia e arrivare dal 1872 a oggi, con le missioni all’estero e soprattutto l’Afghanistan, spiegato attraverso i progetti di assistenza nel campo dell’istruzione realizzati dalla Taurinense e dalla Julia negli ultimi tempi.

    I ragazzi hanno fatto tante domande e hanno appreso pure che oggi nella grande famiglia degli alpini ci sono centinaia di uomini e donne pugliesi, alcuni dei quali hanno anche sacrificato la vita, come i caporali Luigi Pascazio e Marco Pedone pochi mesi fa in Afghanistan. E proprio perché eravamo in famiglia, la sezione ANA ha invitato i genitori dei Caduti a partecipare ai concerti e alle conferenze, che si sono trasformati pure in un abbraccio affettuoso. Le sorpresa più bella però è venuta dalla Basilicata, terra di montagne e di alpini.

    A questo proposito non tutti sanno che la seconda Medaglia d’Oro in assoluto meritata dal Corpo è quella del potentino Francesco De Rosa, caduto ad Adua nel 1896, senza contare tanti altri valorosi come il generale Zaccardo, l’alpino più decorato di sempre, al quale è stato giustamente intitolato il neonato gruppo di Muro Lucano, dove nacque nel 1899.

    La sorpresa è stata proprio l’accoglienza dei Muresi, che domenica 10 aprile hanno dato vita a una cerimonia bellissima perché spontanea e sentita: non capita tutti i giorni di vedere, al centro di una piazza piena come un uovo, decine di bambini vestiti di verde, bianco e rosso che intonano ‘Sul cappello che noi portiamo’, un canto che più alpino non si può, eppure – almeno in teoria – distante dalla tradizione locale. Come se non bastasse, per omaggiarci ancora, i bimbi hanno recitato in staffetta il testo del “cappello alpino”, una strofa a testa, alternando al microfono un maschietto e una femminuccia. E non era finita lì, perché dopo l’alzabandiera e i discorsi di rito, i bambini hanno seguito per le vie di Muro la sfilata della fanfara, marciando per quasi un’ora per le vie scoscese del paese abbarbicato sulla roccia, insieme ai vessilli e ai gagliardetti di numerose Sezioni e Gruppi del sud (e non solo del meridione).

    C’erano anche il generale Francesco Figliuolo, comandante della Taurinense e potentino DOC sceso apposta da Torino nella sua terra d’origine, e gli alpini lucani in forza al 9° reggimento de L’Aquila, insieme a centinaia di persone curiose ed emozionate al tempo stesso per la mini-invasione pacifica delle penne nere. Anche nelle esibizioni di Potenza di sabato 9 (in quel piccolo gioiello che è il teatro Stabile), a Matera (dinanzi ai Sassi e poi al teatro Duni), a Tito e Tolve la gente ha risposto genuinamente, dando sempre la chiara impressione di specchiarsi con naturalezza nella semplicità e nella schiettezza evocate dalla fanfara, scesa felicemente nel meridione, oggi più che mai terra di alpini in armi, per dare, ma soprattutto per ricevere una prova intensa di alpinità e di affetto.

    Maggiore Mario Renna