Alpino ucciso, tre feriti

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    Un alpino ucciso del 2° reggimento di Cuneo e tre feriti nell’attacco di “insorti” in Afghanistan. L’alpino caduto è il caporale Tiziano Chierotti di Sanremo. Aveva 24 anni. La notizia dello scontro a fuoco è giunta al momento di andare in macchina con il giornale, per cui non è stato possibile conoscere il nome dei tre feritiana. Si sa soltanto che sono stati colpiti alle gambe e che le loro condizioni non sono gravi.

     

    È stato un vero e proprio agguato quello teso alla pattuglia mista di alpini e soldati dell’esercito afgano che stavano effettuando una missione di controllo del territorio: vengono definite di routine se non fossero tutte ugualmente tanto necessarie per dare fiducia alla popolazione e portare aiuti, quanto ad elevato rischio. La pattuglia era nel villaggio di Siav, a venti chilometri dalla base operativa avanzata “Lavaredo” di Bakwa, dove è insediato il 2° reggimento Alpini. Un razzo è caduto nel villaggio, seguito da raffiche di fucile automatico.

    La pattuglia ha aperto il fuoco, ma quando l’attacco è cessato sul terreno c’era un soldato afgano ucciso e quattro alpini feriti. Il più grave è apparso subito il caporale Chierotti, colpito all’addome. Meno di mezz’ora dopo i feriti sono stati evacuati in elicottero e portati all’ospedale da campo di Farah. Chierotti è stato trasferito alla struttura sanitaria di livello superiore di Camp Bastion. Le sue condizioni erano ormai disperate: il giovane alpino ha cessato di vivere nonostante il prodigarsi dei medici nei tentativi di rianimazione. “Era un ragazzo d’oro – dice un sottufficiale che lo conosceva bene – Puntuale, corretto, preciso”.

    Aggiunge un ufficiale: “Un bel tipo di Alpino, dotato di coraggio: quello che serve per salire a bordo di un Lince e uscire tutti i giorni di pattuglia per assicurare un po’ di libertà e benessere a chi non ha conosciuto altro che la guerra, come il popolo afgano”. Gli attacchi avvengono con sempre maggior frequenza in tutto il territorio afgano in questa delicata fase di transizione di responsabilità dai militari della forza multinazionale all’esercito regolare afgano.

    Questa della brigata alpina Taurinense è l’ultima missione di questo tipo in Afghanistan; sarà sostituita dalla Julia a marzo, dopo di che, nel 2014, la presenza straniera nel Paese – attualmente ci sono circa 3500 militari del contingente italiano – sarà soltanto di assistenza e addestramento, ma non così impegnativa come ora. Messaggi di cordoglio alla famiglia sono giunti dalle massime cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica ai presidenti di Senato e Camera, al ministro della Difesa e al capo di SMD gen. Abrate e dell’Esercito gen. Graziano, entrambi alpini.

    Non sappiamo ancora quando la salma dell’Alpino giungerà in Italia per i funerali, che certamente saranno solenni, di Stato, secondo un cerimoniale ormai tristemente ripetitivo ma non meno straziante, com’è straziante la morte di un giovane costruttore di pace Caduto in un servizio nel quale sapeva di mettere in conto anche di morire.


    I nostri militari caduti in Afghanistan

    Con l’alpino Tiziano Chierotti sale a 52 il numero dei nostri militari uccisi in Afghanistan dal 2003, anno dell’inizio delle operazioni. Sono 19 gli appartenenti alle Truppe alpine Caduti in missione, sei dei quali appartenevano al 2° reggimento della brigata Taurinense. Sono il tenente Manuel Fiorito, 27 anni, e il maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, uccisi il 5 maggio 2006 nei pressi di Kabul, in seguito all’esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada che ha investito i blindati sui quali viaggiavano. Cinque mesi dopo, il 20 settembre 2006 moriva in un incidente stradale il caporalmaggiore Giuseppe Orlando, 28 anni; faceva parte della 22ª compagnia. Il 26 settembre 2006 ancora una mina faceva esplodere il mezzo dove erano a bordo i caporalmaggiori Giorgio Langella, 31 anni, e Vincenzo Cardella della 21ª compagnia del 2°.