“Alpini sempre, con orgoglio e senza timore”

    0
    83

    Vittorio Trentini, che fu presidente nazionale negli anni Ottanta, compirà cent’anni il 30 marzo prossimo. Lo abbiamo incontrato nella sua casa di Bologna, dove vive con la figlia, mentre la sezione Bolognese Romagnola sta organizzando i festeggiamenti per il compleanno.

     

    Presidente, cent’anni sono un bel traguardo…

    “Certamente, ma vivo questi anni con aspro travaglio e tanta fatica, con il ricordo della mia cara Bisa sempre vivo, certamente la vicinanza dei figli mi aiuta a tollerare questa mia situazione, ma gli anni rimangono sempre tanti”.

    La sua vita è stata intensa, basta pensare alla Campagna di Russia prima con la Julia e poi con la Tridentina. Come si convive con i ricordi di tante tragedie?

    “I miei ricordi della Campagna di Russia sono sempre vivi nella mente e nel cuore, dalla partenza quando fui salutato dalla mia Bisa con il piccolo Ermanno in braccio, al viaggio come sottocomandante della 36ª batteria del gruppo Val Piave, dalle avversità ed ai momenti difficili passati in quel periodo, agli avvenimenti drammatici dai risvolti umani dolorosissimi ed allo stesso tempo gloriosi. Eravamo partiti per le montagne del Caucaso, attrezzatissimi e preparati alle ascensioni sui monti e ghiacciai, con armamenti tutt’altro che moderni, ma idonei ai combattimenti di alta quota. Invece, con una lunga marcia a piedi, ci siamo trovati sul Don, in una sterminata pianura ondulata senza alcuna montagna all’orizzonte…”.

    Cosa resta di tutto questo?

    Rimangono i ricordi enormi, allucinanti, impressi nel cuore che riempiono una parte importante della propria vita, il senso del dovere e la fraternità che lega gli alpini uno all’altro, i ricordi di valori come coraggio, onestà, patriottismo, solidarietà, amore. Ed io ho amato moltissimo i miei artiglieri, li ho tutti nel cuore e nella mente, anche se i più sono andati avanti. Ma, come scrive Prisco, c’era Gesù con noi portato dai nostri carissimi cappellani militari a parlarci, a soffrire con noi, a portarci via con Lui. Non c’è più stato per noi superstiti un Natale eguale all’altro, ogni anno siamo là a ricordare i nostri fratelli Caduti, e a chiamarli. Con il ritorno a casa alla fine del marzo 1943, si concluse la mia vicenda di guerra”.

    Si dice che “l’alpin l’è semper quel”: lei cosa dice?

    “L’alpino è una condizione di vita, appresa dal contatto con le montagne, che ti insegna a sopportare le difficoltà e la fatica. Essere alpino è un tutt’uno con fratellanza, solidarietà, disciplina, amor di Patria, coraggio, amore, la sicurezza di potersi fidare uno dell’altro”.

    Come ricorda la sua esperienza all’interno dell’Associazione?

    “La mia esperienza prima come presidente di Sezione e poi come presidente nazionale è stata una forma di vita entusiasmante. È stato appassionante vivere insieme con le Sezioni, i Gruppi e gli alpini, artiglieri, trasmettitori e genieri che compongono la nostra bella Associazione: il presidente può essere paragonato ad un Papa come potere, ma è senz’altro un “nonno” circondato dall’affetto che sente attorno a sé.

    L’ANA, quale futuro? è la domanda che ci si pone oggi. Ha qualche proposta?

    “Questa domanda me la pongo spesso anch’io, e purtroppo ho dei timori, perché il bene è irresistibile, la qualità umana non è ripetibile. Ma ricordiamo e dobbiamo pensare sempre, a chi alpino non è e a chi fa parte della nostra bella famiglia alpina, che il modo di essere alpino è un bene prezioso, da preservare, una categoria di pensiero seguita da chi ci ha preceduto anche nei momenti bui, con orgoglio e senza timore”.


    PRESIDENTE NAZIONALE DAL 1981 AL 1984

    Vittorio Trentini è nato il 30 marzo 1912 si è laureato in legge nel 1933 ed ha esercitato la professione di avvocato. È stato presidente nazionale per un triennio dal 24 maggio 1981 al 19 maggio 1984. Subalterno e poi temporaneamente comandante della 36ª batteria, ha fatto tutta la Campagna di Russia come aiutante maggiore del Gruppo Val Piave, sempre in prima linea. Durante il lungo, estenuante ripiegamento dal Don, unitamente ai suoi artiglieri superstiti, ha preso parte a tutti i combattimenti fino a Kopanki con i resti della Julia e poi con la Tridentina. È decorato di una croce di guerra al valor militare. Dal 1944 al 1976 è stato capo ufficio legale dell’INPS a Bologna per l’Emilia e Romagna e dal 1946 al 1962 consigliere di amministrazione degli ospedali di Budrio – Opera Pia che – in quel periodo – hanno avuto grande sviluppo. Nel 2011 ha pubblicato il libro “L’allucinante avanzata degli alpini verso ovest nel gelo e nel fuoco”, recensito da L’Alpino nello scorso numero di ottobre.