Alpini in musica

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    «Con le vostre note abbiamo battuto il passo nelle piazze e nelle vie d’Italia, facendo sentire il nostro orgoglio di alpini, abbiamo cantato la gioia di stare assieme. Avete scandito i momenti importanti della nostra vita in armi e in congedo e ci avete commosso riportandoci alle sofferenze dei nostri combattenti».

     

    È il sentimento di noi alpini verso le nostre fanfare, espresso dal Presidente sezionale Luciano Cherobin al 6º raduno nazionale delle Fanfare dei congedati delle Brigate alpine, che si è tenuto a Vicenza dal 23 al 25 settembre. Una data da ricordare nella storia degli alpini vicentini per il grande successo dell’iniziativa. L’inizio venerdì sera in Piazza dei Signori con il bel concerto di benvenuto della Fanfara storica della Sezione Ana di Vicenza con le sue 60 voci.

    Sabato sera, nuovo concerto nel Teatro comunale, troppo piccolo per accogliere tutti quelli che volevano ascoltare e ammirare. Taurinense, Julia, Tridentina, Orobica e Cadore si sono succedute sul palco: poche marce militari e canzoni di montagna (eseguite anche in coro), per privilegiare i classici internazionali e tanto ritmo. Il pubblico era in visibilio, specie per i passaggi solistici, con pezzi di vera bravura. Quindi il gran finale con i suonatori assieme sul palco per un Trentatré entusiasmante, seguito da un applauso fragoroso, da far venir giù il teatro!

    Domenica mattina un’attenta coreografia, messa a punto dal direttivo della Sezione di Vicenza, ha fatto partire le fanfare da cinque punti diversi della città, scortate dagli alpini; squilli e rullare di tamburi echeggiavano tra i quartieri, richiamando la gente. Con perfetto sincronismo le fanfare sono arrivate in Piazza dei Signori e si sono schierate sotto le logge della splendida Basilica Palladiana: c’erano più di 200 suonatori, cui hanno fatto da contorno un migliaio di alpini e tante persone, arrivate anche da fuori città.

    I tempi hanno seguito il cerimoniale: alzabandiera, omaggio ai Caduti, onori al Labaro, scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero. E infine il Silenzio. Poi ancora musiche e il carosello della Tridentina, molto impegnativo, applauditissimo. E ancora Cherobin che incalzava: «La vostra bravura non è frutto solo della preparazione musicale, ma è soprattutto l’eredità del servizio alla Patria fatto con l’esperienza della naja che manca ai giovani d’oggi. In alto le mazze dei vostri tamburi! Riempite i vostri polmoni, perché il vostro orgoglio impetuoso alimenti il nostro orgoglio alpino».

    Dino Biesuz
    dino.biesuz@yahoo.com