Al valore alpino

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    Durante il primo conflitto mondiale, alpini e artiglieri da montagna meritarono poco meno di 12mila ricompense al valor militare, 9.823 concesse ad alpini e 1.806 ad artiglieri da montagna. Ad oggi si conoscono i nomi dei decorati, grazie ad un elenco pubblicato per la prima volta nel 1954 e ripreso successivamente nel 1972 da Emilio Faldella nella monumentale storia delle Truppe Alpine.

     

    Manca tuttavia una raccolta organica delle motivazioni, senza le quali l’elenco di nomi risulta arido e poco significativo, utile al più a quantificare l’entità del fenomeno e a consentire ricerche sui singoli, ma inidoneo a conoscenze più approfondite.

    Eppure si tratta di un patrimonio morale imponente, testimonianza del senso civico delle generazioni precedenti, espresso in un’epoca storica nella quale virtù sociali e militari finivano per sovrapporsi fino a coincidere nell’equazione buon cittadino uguale buon soldato. Ma esiste anche un valore storico per cui quelle motivazioni meritano di essere sottratte alla semi clandestinità e ritornare così patrimonio pubblico.

    Al di là degli orpelli espressivi di un linguaggio indubbiamente superato, permeato inevitabilmente da una retorica conforme ai canoni dell’epoca e superando alcune frasi stereotipate attribuite talvolta con scarsa credibilità ai decorati, quelle motivazioni si configurano come i minuscoli tasselli senza i quali è impossibile ottenere il quadro complessivo dell’intero mosaico della Grande Guerra.

    Dalla loro lettura, la storia riemerge e si svela come ciò che fu, in concreto, per chi la visse in prima persona: una miriade di accadimenti minuti, nei quali l’individuo riacquista un ruolo personale con il proprio nome, cognome, luogo di nascita e reparto. Centralità della persona perduta nei resoconti tutto sommato asettici delle battaglie in una guerra giudicata di massa. I soldati si riappropriano così anche dell’identità, scomparsa nelle grandi narrazioni necessariamente impersonali o focalizzate soltanto sui nomi dei personaggi principali. Una storia dal basso dunque, senza distinzioni di grado tra ufficiali e soldati, tutti egualmente protagonisti in quel preciso contesto nel quale si produsse l’atto eroico.

    Atto eroico non necessariamente apportatore di violenza e di distruzione, ma di frequente gesto di altruismo e di solidarietà umana, espressione dunque di quei valori che permangono tutt’oggi come elementi costitutivi dell’alpinità e dell’Associazione Nazionale Alpini che ne raccoglie l’essenza. Il centenario della Grande Guerra è l’occasione giusta per questo lavoro che si preannuncia impegnativo, considerato che le circa 12mila decorazioni al valor militare (tra croci dell’Ordine Militare di Savoia, Medaglie d’Oro, d’Argento, Bronzo e Croci di guerra) che si trovano sparse tra le oltre 126mila motivazioni conferite agli appartenenti di tutte le armi e specialità dell’esercito, ma sembra realizzabile in un arco temporale di tre anni, così da terminare nel 2019.

    Questo è il nuovo proponimento del Centro Studi, approvato dai vertici dell’Ana. Come capo progetto è stato individuato, grazie alla sua disponibilità e alla sua competenza, Pierluigi Scolè che ha collaborato anche in passato con la nostra Associazione e che ha già iniziato la ricerca insieme ad un gruppo di lavoro ancora in formazione, aperto a tutti i volenterosi che vorranno collaborare all’iniziativa. Al fine di una più ampia e duratura visibilità e fruibilità, la divulgazione dei risultati raccolti avverrà tramite il nostro sito web, attraverso la costituzione di una banca dati digitale, affiancata da quattro e-book, come già fatto in altre occasioni, ciascuno dei quali dedicato a un anno della Grande Guerra.

    Una raccolta permanente, magari con qualche fotografia, facilmente consultabile, innovativa e originale, degno corollario alle celebrazioni del centenario, capace di rendere il giusto merito a migliaia di oscuri eroi provenienti dalle più sperdute valli delle nostre montagne. Alla fine del lavoro, proprio nel 2019, in occasione del centenario della fondazione dell’Ana, ne uscirà una rappresentazione complessiva del primo conflitto mondiale attraverso l’ordine cronologico delle ricompense al valor militare che ci imporrà una riflessione, per continuare ad essere sempre “…degni delle glorie dei nostri avi” come recita la nostra Preghiera.

    Mauro Azzi