Al Frais vince la nebbia

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    Viene difficile parlare di una gara senza poter presentare classifiche, tempi e foto di trofei alzati al cielo. Eppure è così. Per la terza volta in 49 edizioni ha vinto il maltempo che ha mandato a monte tutto quanto di buono era stato organizzato sulle magnifiche piste del Pian del Frais a Chiomonte, dalle Sezioni di Torino e Val Susa. Mesi di organizzazione, 340 atleti che fiduciosi hanno affrontato la trasferta, una valle in festa hanno dovuto inchinarsi impotenti al trionfo della nebbia e fortunatamente del buon senso. Alcuni, indipendentemente dalle decisioni della giuria, abbandonavano comunque sconsolati il campo di gara. Poi, verso le dieci e dopo un primo rinvio la decisione. Arrivederci al prossimo anno.

    Un vero peccato dicevamo. La festosa cerimonia del sabato era stata comunque vissuta con vero calore alpino: in tanti a sfilare nelle vie del vecchio borgo chiomontino intriso di storia militare. La sfilata, aperta da sindaco alpino Ollivier seguito dalle autorità civili e militari, dal Presidente Favero con i Consiglieri nazionali Sonzogni, Lavizzari, Spreafico, Curasì, Buttigliero, Botteselle e Miotto, responsabile dello sport, dai Presidenti di Torino Revello e Val Susa Sosello con i rispettivi Cds, dal Capogruppo di Chiomonte Mussa e a seguire il serpentone verde che si snodava lungo il paese. Le applauditissime fanfara Ana Val Susa e banda musicale di Novalesa aprivano e chiudevano rispettivamente il corteo in un susseguirsi ritmato di marce alpine che accompagnavano l’incedere di una quarantina di vessilli e di tanti, tanti gagliardetti. Il generale Bonato, comandante delle Truppe Alpine e valsusino di adozione, momentaneamente assente alla sfilata per altri impegni, era invece pronto a gareggiare per la sua Sezione nella successiva giornata.

    Nella piazza del Comune era intanto stato piazzato sul palco un tripode azzurro a simboleggiare sia la torinese Mole Antonelliana che il braciere olimpico. Alla lettura della formula di apertura delle gare, i vincitori valsusini delle prime due edizioni, Umberto Faure Caire nel 1967 e Giuliano Vitton nel 1968, accendevano la fiamma e il 49º campionato era aperto: Onorio Miotto e Daniele Peli ne sancivano l’ufficialità. Anche la successiva Messa nella chiesa di Chiomonte non poteva che essere nel più puro stile alpino e ad officiarla era il cappellano della Taurinense don Mauro Capello. Se quasi tutto l’onere dell’organizzazione era gravato sulla Sezione di Torino, Silvio Rizzetto e Marcello Melgara in primis, nella due giorni chiomontina il peso maggiore era sulle spalle del Gruppo locale. Maurizio Mussa, il capogruppo, è stato esemplare a gestire con calma olimpica qualunque situazione si venisse a creare anche a causa del maltempo e non ultimo dava un saggio della sua capacità di cuoco con una semplice ma gustosa cena alpina nella sede del Gruppo.

    Presenti tutti i membri del Cdn confluiti a Chiomonte e altrettanto quelli della commissione sportiva, si creava l’atmosfera giusta per rendere merito a Onorio Miotto a cui è stata consegnata una targa ricordo per l’impegno profuso negli anni di militanza a capo dello sport. Veloce discesa infine a Susa in una gremita cattedrale e il concerto, organizzato per l’occasione dal coro Alpi Cozie, chiudeva tra gli applausi la giornata. La mattina successiva, poche ombre nella nebbia assistevano all’alzabandiera mentre sul campo di gara si attendevano notizie. Gli atleti scuotevano sconsolati la testa, si susseguivano considerazioni sulla tenuta e sulla pericolosità della pista, confermate anche dal gen. Bonato, e infine alla notizia dell’annullamento, mestamente si sfilavano gli sci nell’attesa del rancio preparato dal Gruppo di Giaveno della Sezione di Torino. Anche se il maltempo ha vinto la sua battaglia, i veri vincitori ancora una volta sono stati gli atleti che da tutta Italia sono confluiti fiduciosi sino al Frais che sin d’ora li aspetta per un’altra occasione.

    Dario Balbo