Ai piedi del San Matteo

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    “Un silenzio intriso di ricordi qui in Vallumbrina un luogo che porta le tracce più significative del primo conflitto mondiale, una ‘trincea attiva’ dove gli echi della Guerra Bianca risuonano prepotenti. Il contesto è talmente irreale da apparire come un quadro, i colori sono vivi e i tratti ricordano pennellate che avanzano lente tra le rocce, che animano questo storico contesto panoramico dove emergono, resilienti, architetture del passato.

    Al di sotto della cresta, sul versante occidentale, si scorgono i preziosi resti di vecchie baracche teatro di molte battaglie, come il bivacco battaglione Skiatori Monte Ortles, recuperato con lodevole opera e per volontà del compianto maestro e alpino Mario Testorelli con il Gruppo Alpini di Valfurva a partire dal 1970. Questo è proprio il nostro punto di partenza, per noi che amiamo camminare tra vette e creste rocciose per respirare l’aria frizzante e, ad occhi chiusi, ripercorrere i numerosi avvenimenti che i libri ci hanno restituito trasformandoli in ricordi importanti”.

    È in questo contesto, ben descritto da Raffaella Annovazzi che sta curando la tesi di laurea in Architettura proprio sul Bivacco, che si ravvivano sentimenti ed emozioni legate a questo storico pellegrinaggio, il 44º, organizzato con cura dal gruppo alpini di Valfurva e supportato dalla Sezione Valtellinese. La memoria per l’eroico Capitano Arnaldo Berni e tutti i valorosi combattenti su quel fronte si perpetua ogni anno: l’Ana e tutte le comunità di questi protagonisti rendono loro omaggio con una commemorazione al sacrario San Matteo, in prossimità del Passo Gavia.

    Preludio alla cerimonia domenicale, sabato 18 agosto in buon numero si è saliti al bivacco, quota 3.122, per onorare lassù, in cresta, accanto ai reticolati e di resti di trincee e baracche, quei protagonisti della Guerra Bianca che furono anche Padri della nostra Associazione. Breve la liturgia scarpona: due canti, una Preghiera, un Silenzio che dal cuore scuote l’anima e sale al Cielo. Domenica 19 agosto la cerimonia al Sacrario S. Matteo ha avuto rilievo nazionale, nobilitata dalla presenza del Labaro con le sue luminose 216 Medaglie d’Oro, scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero, dal vicario Alfonsino Ercole, dal vice Lorenzo Cordiglia, e dai Consiglieri Carlo Macalli, Lino Rizzi, Gian Mario Gervasoni e Mario Rumo.

    Quest’ultimo, unitamente al Presidente della Sezione Valtellinese Gianfranco Giambelli e al Capogruppo di Valfurva Amerigo Confortola sono stati i mossieri e curatori dell’articolato programma dei due giorni tra le vette della Valtellina. Vette che sono state degna cornice al quadro colorato di sentimenti e valori, memoria e storia, davanti al Sacrario S. Matteo, elegante per semplicità e solidità. Qui si sono raccolte un migliaio di penne nere, il gonfalone della Provincia di Sondrio, l’Associazione Nastro Azzurro, la Ifms e la bandiera dell’istituto tecnico Alberto Pitentino Mantova, dove il capitano Berni si diplomò ragioniere nel 1912. Gli eredi dell’eroe del S. Matteo – le famiglie Berni e Piccinini – presenti in buon numero, hanno deposto una corona in memoria dei congiunti: tra loro l’inossidabile ultranovantenne Arnaldo Piccinini. Grande simpatia ha suscitato anche la presenza dell’ultimo reduce di Russia Bepi Confortola, classe 1920, immancabile all’appuntamento al Gavia. Resi gli onori al Labaro si sono avvicendati nei saluti il Capogruppo di Valfurva Amerigo Confortola, il sindaco Angelo Cacciotto e il Presidente della Valtellinese Gianfranco Giambelli.

    Il Presidente nazionale Favero ha ribadito con forza e passione il dovere di essere presenti, per l’Ana la memoria è un dovere che persegue con una imprescindibile “cocciutaggine” che è valore e carattere alpino. Con analoga incisività e determinazione ha ricordato da quanti anni, con quanto impegno e coerenza ha difeso la leva obbligatoria – sancita dall’art. 52 della Costituzione e sospesa con improvvida scelta del Parlamento nel 2005 – ora tornata alla ribalta in estemporanee e contraddittorie dichiarazioni di politici su media e social. L’Ana chiede alla politica di interessarsi di un problema culturale ed educativo. Si tratta di tornare a seminare nelle nuove generazioni il senso della responsabilità verso quello che è il bene comune. Concetti ben espressi, con sintesi e chiarezza, anche nel comunicato Ana del 13 agosto scorso.

    La cerimonia è proseguita con un momento di raccoglimento per la funzione liturgica, fino al congedo e agli onori resi al Labaro che ha lasciato il Sacrario. Sullo sfondo la vetta del San Matteo brillava con i suoi ghiacci, i suoi 3.678 metri che parevano saldarsi con il cielo terso di un bel pomeriggio d’estate. Irrinunciabile la conclusione con i genuini sapori di valle rallegrati dalle note del Corpo musicale di Valfurva, prima di abbandonare il Passo per tornare a baita, rassicurati che gli alpini sanno ancora essere semplicemente concreti, graniticamente “cocciuti” sui sentieri del fare.

    Marino Amonini