A Besana Brianza,nel ricordo di don Gnocchi

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    DI GIANLUCA MARCHESI

    La notte del sabato un fortissimo temporale aveva sinceramente preoccupato gli organizzatori per come sarebbe stato il tempo l’indomani, giornata fissata per l’omaggio a don Carlo Gnocchi voluto da quattro Sezioni che hanno unito le loro forze nell’organizzazione della manifestazione: Monza, Milano, Lecco e Como.

    E’ inusuale che le Sezioni decidano di condividere la titolarità di un evento, ma gli alpini sanno che don Carlo è un santo e i santi riescono a provocare eventi straordinari. La mattina del 30 aprile si è presentata limpida e soleggiata, a riprova del fatto che il legame degli alpini con don Carlo deve esser molto ben visto oltre le nuvole C’era tanta gente: 8 sezioni, 139 gruppi, 3 consiglieri nazionali, il Labaro Nazionale dell’UNIRR scortato dal presidente Carlo Vicentini reduce del btg. Cervino e della tremenda prigionia in Russia.

    E poi 4 nuclei di Protezione civile con lo striscione: ‘Ieri eroi per la Patria, oggi eroi per la solidarietà’, i rappresentanti della provincia di Milano e di Lecco, tanti amici di don Carlo e tanti, ma proprio tanti alpini. Il lungo corteo è arrivato davanti alla chiesa di Besana e, prima della celebrazione della S. Messa il sindaco Gianni Cazzaniga ha rivolto un saluto ai partecipanti.

    Nel ricordare la figura di don Carlo ha dato lettura di quello che scrisse il cardinal Martini in occasione dell’apertura del processo di canonizzazione. Nelle parole del Cardinale, però ha poi detto Piergianni Prosperini, assessore della Regione Lombardia manca un elemento fondamentale: don Carlo era alpino e proprio con gli alpini, condividendone lo spirito, ha maturato la scelta di santità che avrebbe cambiato la sua vita .

    Un lungo applauso è scaturito spontaneo dalla folla. Cesare Lavizzari, consigliere nazionale, ha chiuso gli interventi portando il saluto del presidente Corrado Perona ed osservato che certamente don Carlo aveva mutuato dai suoi alpini lo spirito della gente semplice e perbene della Montagna, che custodisce nel proprio DNA quei valori di fratellanza e solidarietà che la santità di don Carlo ha restituito al mondo centuplicati.

    Oggi il luminoso esempio di don Carlo ha concluso Lavizzari permette agli alpini di non smarrire la strada anche in una società che tende a ridurre tutto a squallidi interessi individuali ed economici . Il rito della Santa Messa, presieduto da mons. Angelo Bazzari ed allietato dal Coro ANA La Baita di Carate Brianza, ha completato la celebrazione.